Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Speciale 130°, l'editoriale: un giornale che sfida il tempo
Noi, fedeli alla tradizione più che centenaria del giornale, intendiamo continuare a essere una voce chiara e, per quanto possibile, autorevole, quella, appunto, del popolo e a favore del popolo. Non asservita a nessuno, libera nei confronti di ogni forma di autorità civile, politica e culturale, a costo, come è successo anche in questi anni, di essere criticatia motivo, soprattutto, del nostro impegno nel sostenere e farci voce degli ultimi, dei poveri, degli immigrati e degli emarginati. Vogliamo essere il “manifesto” di chi non ha voce. In questo ci è di luce e conforto il magistero di papa Francesco.
Con questo numero speciale celebriamo i 130 anni del settimanale diocesano “La vita del popolo”. Una lunga storia che, in qualche modo, ha segnato la vita del nostro territorio e della diocesi. Ci siamo ancora, nonostante le tante traversie della storia, che in questi lunghi decenni hanno toccato anche il nostro territorio. Non possiamo neppure tacere la grossa crisi che sta attraversando da alcuni anni l’editoria, con la chiusura di molti giornali e case editrici. Alcuni settimanali diocesani, per esempio, pur di non scomparire del tutto, escono solo online, oppure sono diventati un dorso o un inserto domenicale di Avvenire. Noi ci auguriamo, invece, di continuare a entrare tutte le settimane nelle vostre case, così come facciamo da 130 anni.
Siamo, infatti, di quelli che credono ancora al valore del giornale di carta, quello che ogni mercoledì notte esce dalle rotative della tipografia e al giovedì mattina presto è già recapitato in pacco nelle parrocchie. Alcuni ci dicono che sarebbe sufficiente avere “Vita” online e lasciar perdere la carta stampata. Bisogna, però, dire con chiarezza che è proprio il giornale tradizionale che, grazie agli abbonamenti, ci consente di vivere e di poterlo pubblicare anche su internet, in quanto si può disporre di personale qualificato, soprattutto di giornalisti professionisti.
D’altra parte, tutti i quotidiani, pur avendo potenziato il giornale in rete, tuttavia, non hanno rinunciato a uscire ogni giorno nelle edicole. Del resto, proprio il legame stretto con il territorio da un lato, e un giornalismo di qualità dall’altro costituiscono un valore aggiunto, in tempi di “fake news” imperanti. Notizie false, non provate o addirittura create ad arte. Durante questi due anni di pandemia, quando siamo riusciti a uscire ogni settimana, con sacrificio, anche durante il lockdown, ce ne siamo resi conto ancora di più. E abbiamo apprezzato, oltre alla tempestività delle notizie sul sito internet, la possibilità di approfondimento e analisi offerta dalla carta stampata.
Voce dei senza voce
Qualcuno potrebbe anche chiedersi se c’è ancora spazio oggi per i giornali diocesani; se rivestono un ruolo e hanno un senso. Il nostro vescovo Michele, nel suo bel messaggio, ci offre spunti interessanti circa il valore dei nostri settimanali, soprattutto in ordine all’evangelizzazione. Scrive, infatti che “Il contributo che il settimanale offre al nostro tempo è una forma efficace per vivere il mandato missionario che il Signore affida alla sua Chiesa”.
Noi, fedeli alla tradizione più che centenaria del giornale, intendiamo continuare a essere una voce chiara e, per quanto possibile, autorevole, quella, appunto, del popolo e a favore del popolo. Non asservita a nessuno, libera nei confronti di ogni forma di autorità civile, politica e culturale, a costo, come è successo anche in questi anni, di essere criticati e persino di perdere qualche lettore a motivo, soprattutto, del nostro impegno nel sostenere e farci voce degli ultimi, dei poveri, degli immigrati e degli emarginati. Vogliamo essere il “manifesto” di chi non ha voce. In questo ci è di luce e conforto il magistero di papa Francesco.
Tra chiarezza ed equilibrio
Fare un giornale non è cosa semplice. Ci vogliono idee, progetti e, soprattutto molto equilibrio nell’affrontare certi argomenti che, dal punto di vista etico e politico, sono “scottanti” e, a volte, divisivi per la società e per la politica. L’equilibrio, però, presuppone sempre che ci sia una linea editoriale di riferimento, una visione della società e del “bene comune”. Non significa essere idealisticamente “neutri”, perché questo non sarà mai possibile. Infatti, ognuno di noi e, quindi, anche il giornalista, si accosta ai fatti da narrare e alle notizie da commentare, con una sua “pre-comprensione”, un suo universo culturale, etico e “politico”. In sostanza, ogni notizia o articolo, comunica, interpreta, valuta e, alla fine, giudica qualcosa. Non esiste l’informazione “neutra”, asettica che pretenda di accontentare tutti perché non si sbilancia mai su nulla e, alla fine, non dice niente a nessuno. Per questo non servirebbe un giornale. Un noto filosofo diceva che di ciò di cui non si può parlare è meglio tacere. Noi, invece, intendiamo parlare attraverso il giornale, perché abbiamo qualcosa da dire, sempre in sostanziale sintonia con la voce della Chiesa e, per quanto possibile, attenti a scrivere con verità e nella carità.
Le nostre risorse
In questa importante ricorrenza ci sentiamo in dovere di ringraziare, oltre ai nostri lettori e in particolare ai fedeli abbonati, ancora numerosi, tutti coloro che ogni settimana ci consentono di pubblicare il giornale. Anzitutto i giornalisti della redazione, il personale tecnico e amministrativo e poi tutti coloro che nel territorio raccolgono e confezionano le notizie per le pagine locali. Non possiamo, però, sottacere il ruolo determinante che hanno i sacerdoti nel sostenere e diffondere nelle parrocchie “La vita del popolo” e, nostra vera colonna, i tanti promotori o “propagandisti”, che ogni settimana accolgono e distribuiscono il giornale nelle chiese e si impegnano nella raccolta degli abbonamenti. Grazie anche ai tanti nostri missionari dispersi nel mondo che, attraverso “Vita”, si sentono collegati alla loro terra e alla diocesi. Di loro ci confortano e, a volte, ci commuovono, le testimonianze e le belle lettere di ringraziamento che ci inviano.
Nel cogliere l’augurio e l’auspicio del vescovo Michele, confermiamo che sarà nostro costante impegno far sì che “La vita del popolo” continui a essere ancora una “affidabile compagna di viaggio” per tutti.