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Si è conclusa l'Expo dei record, sfida vinta per l'Italia

Il presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella, ha dichiarato chiusa l'Expo 2015. Una manifestazione durata 184 giorni e visitata da 21,5 milioni di persone, sette milioni delle quali dall'estero.

Il presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella, ha dichiarato chiusa l'Expo 2015. Una manifestazione durata 184 giorni e visitata da 21,5 milioni di persone, sette milioni delle quali dall'estero. Sul palco dell'Open Air Theatre la bandiera del Bie è stata consegnata prima ad Astana, città kazaka sede dell'Expo Internazionale del 2017, e poi a Dubai, sede della prossima Esposizione Universale nel 2020. Ad animare la cerimonia, conclusa da uno spettacolo di fuochi d'artificio sotto le note di "Volare" cantata da Antonella Ruggero, sono stati sei cori, S. Ilario di Rovereto, Brianza di Missaglia, Rifugio Città di Seregno, Coro Femminile Incanto di Corsico, Coro dei Piccoli Cantori di Milano e I ragazzi della Scuola Rinnovata. Una voce collettiva composta da circa 1.000 elementi a ricordare, in un momento di successo per l'Italia, "i mille" che tanti anni fa unirono il Paese. Nel suo discorso di chiusura Mattarella ha detto che l'Expo di Milano è stata una sfida vinta dall'Italia intera, non da qualcuno contro qualcun altro. "Per il nostro Paese l'Expo è stata una grande opportunità, sin dal giorno in cui la candidatura italiana è stata concepita. Possiamo dire serenamente che la sfida, rivolta prima di tutto a noi stessi, è stata vinta" ha affermato Mattarella. "La sfida non è stata vinta da qualcuno contro qualcun altro - ha aggiunto - è stata vinta da un'Italia che, quando si unisce in un impegno comune, evitando che le naturali diversità producano eccessi di antagonismo, sa esprimere grandi doti e mostrare al mondo le sue originali qualità". Il Presidente ha sottolineato che "c'è una grande domanda di Italia. Di bellezza italiana, di cultura italiana, di gusto italiano" dunque "è bene impegnarsi per appagare questa attesa che si rinnova, affinando sempre più le nostre vocazioni, a partire da quella europea". Mattarella ha sottolineato che "Expo ci ha dato una prova ulteriore di quanto grandi siano le cose che ci uniscono, superiori a quelle che legittimamente ci separano. Il nostro dibattito pubblico, per essere maturo e riconquistare credibilità e fiducia, non può oscurare le sinergie e i terreni di convergenza, pena un generale impoverimento" ha aggiunto. Infine Mattarella ha sottolineato che "l'Italia vince se è consapevole del valore della sua unità, se è capace di sanare le fratture anziché approfondirle". Il capo dello Stato ha anche ringraziato il commissario Sala per il suo lavoro e "i governi che si sono succeduti dalla presentazione della candidatura per l'Expo 2015", i sindaci, i presidenti di Regione, il comitato organizzatore, a tutti coloro che hanno lavorato alla riuscita dell'Esposizione, ad iniziare dalle migliaia di volontari.

Un premio anche per il padiglione del Vaticano

La Bie (Bureau International des Expositions) - l’organizzazione internazionale che promuove le esposizioni universali - ha assegnato alla Santa Sede il primo premio tra padiglioni sotto i 2mila metri quadrati che meglio hanno sviluppato il tema: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Il riconoscimento è stato ritirato ieri sera del vicario episcopale monsignor Luca Bressan, durante la cerimonia che si è svolta nell’auditorium di Expo Milano 2015. “È il riconoscimento del lavoro di animazione fatto in questi sei mesi e anche un segnale che lo stile di presenza sobrio centrato sul messaggio, capace di mostrare le tante dimensioni del tema di Expo, ha funzionato. E anche il segnale che la forza comunicativa di Papa Francesco ha saputo far breccia anche dentro quella grande piazza mondiale che è stata Expo”, ha commentato mons. Bressan. Il padiglione della Santa Sede, viene ricordato in una nota, sviluppa il doppio significato del cibo come nutrimento materiale e spirituale dell’uomo. All’esterno il tema è proposto dalla duplice citazione “Non di solo pane”, “Dacci oggi il nostro pane”, tradotta in 13 lingue. All’ingresso una parete di immagini illustra le ferite dell’umanità: fame, conflitti ed esclusione, denunciando quella che papa Francesco ha definito la “Globalizzazione dell‘indifferenza”. 

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