mercoledì, 16 ottobre 2024
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Il Governo vara una Finanziaria da 27 miliardi. Contro la povertà 600 milioni e una legge delega

Via libera del Consiglio dei ministri alle Legge di stabilità: contro la povertà ci sarà un miliardo annuo nel 2017 e nel 2018. Con contributi anche dalle fondazioni bancarie. Cento milioni per il “dopo di noi”, fondo non autosufficienza tenuto a quota 400 milioni. Fondi anche al servizio civile.

Seicento milioni nel 2016 - cifra destinata a salire nel 2017 e 2018 ad un miliardo annuo - e una legge delega collegata dedicata al contrasto alla povertà: c’è questo nella legge di stabilità approvata oggi dal Consiglio dei Ministri. A sottolinearlo in conferenza stampa è lo stesso presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che precisa come lo stanziamento sarà ulteriormente rafforzato, per tutti e tre gli anni, con la somma di 100 milioni grazie al contributo che arriverà dalle fondazioni di origine bancaria, in accordo con Comuni e terzo settore, con i quali è stato raggiunto un accordo in merito. Renzi non scende nei dettagli ma non rinuncia ad affermare che in particolare l’urgenza è quella dei minori in povertà, di fatto confermando le indicazioni emerse nei giorni scorsi. “Per il 2015 lo stanziamento è di 600 milioni, anche perché la legge delega andrà approvata e non sarà immediatamente operativa – spiega Renzi - mentre nel 2017 e nel 2018 lo stanziamento sarà di un miliardo”. Per i dettagli operativi, occorrerà leggere il disegno di legge delega (e poi i decreti delegati), non appena il testo sarà reso disponibile. Per il momento, la previsione di una legge delega e lo stanziamento previsto (che è nettamente superiore a quello che era stato stanziato da tutti i governi precedente) segnalano certamente un cambio di passo rispetto alle misure finora adottate. Sarà il tempo a far capire se le promesse saranno poi effettivamente mantenute.

"E' la prima misura organica contro la povertà", sottolinea Renzi: "Per combattere la povertà non bastano, arrivo a dire provocando che non servono i sussidi, ma serve creare un sistema. La prima misura contro la povertà è naturalmente quella di creare ricchezza e lavoro, ma per chi vive in quella situazione c'è bisogno anche di un fondo". Un fondo che dunque varrà 700 milioni nel 2016 (600 dello Stato e 100 da fondazioni, comuni e terzo settore), e un miliardo e 100 milioni nel 2017 e poi nel 2018 (1 miliardo dello Stato e 100 milioni dalle fondazioni, enti locali e terzo settore). 

Fra gli altri interventi, Renzi parla anche dello stanziamento di 100 milioni di euro per il “dopo di noi”. “E’ una legge che nel 2016 va approvata”, dice. E spiega la misura portando ad esempio la condizione delle persone con sindrome di Down: “Quaranta anni fa, nel 1975, la loro vita media era di trent’anni, oggi è arrivata a 64 anni. Una notizia positiva, ma questo comporta che molti di loro sopravvivono ai loro genitori. Soprattutto per alcune situazioni c’è bisogno di un supporto”. Confermata la misura sul servizio civile già annunciata nei giorni scorsi (dovrebbero esserci in stabilità 100 milioni aggiuntivi), mentre “il fondo sociale” che aveva già 250 milioni di stanziamento dalla legge di stabilità dello scorso anno viene portato a 400 milioni: il riferimento è probabilmente al Fondo per la non autosufficienza, che lo scorso anno era appunto arrivato a 400 milioni dagli iniziali 250. Dovrebbe invece essere confermata a quota 300 milioni la dotazione strutturale del Fondo per le politiche sociali.

La legge di stabilità muoverà circa 27 miliardi di euro. Vi è prevista l’abolizione di Imu e Tasi sulla prima casa “ma anche un intervento straordinario sulle case popolari”. Canone Rai a 100 euro nella bolletta elettrica (“e continuerà a scendere, nel 2017 sarà di 95 euro”, precisa Renzi), più fondi per la cooperazione internazionale (soprattutto in Africa), 111 miliardi il fondo sanitario nazionale. Arriva lo statuto dei lavoratori autonomi per dare loro maggiori tutele, i Comuni saranno liberi di spendere fondi per scuole, strade, marciapiedi e giardini; mille ricercatori saranno assunti. Va giù L’ires (al 24% nel 2017), e l’annuncio di 450 milioni per “chiudere” la ferita della Terra dei fuochi.

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