Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Dopo la frase sui "topi vivi" Zaia invia una lettera di scuse all'Ambasciatore cinese
“Sono davvero dispiaciuto per quanto accaduto. Le scrivo non per accampare scuse: quando si sbaglia, si sbaglia. E a nulla valgono giustificazioni basate sulla stanchezza accumulata in questi giorni di grande tensione", scrive il presidente del Veneto dopo l'infelice espressione.
“Sono davvero dispiaciuto per quanto accaduto. Le scrivo non per accampare scuse: quando si sbaglia, si sbaglia. E a nulla valgono giustificazioni basate sulla stanchezza accumulata in questi giorni di grande tensione o sulla frettolosità di esposizione di concetti e di ragionamenti assai più articolati svolti nei giorni precedenti – senza peraltro suscitare polemiche – in molte sedi pubbliche e a molti organi di stampa”.
E’ quanto ha scritto il presidente del Veneto Luca Zaia all’Ambasciatore cinese in Italia, dopo l’infelice frase sui “cinesi che mangiano i topi vivi”, pronunciata durante un’intervista ad Antenna 3 Nordest, nella quale metteva in qualche modo a confronto l’igiene dei veneti con quella dei cinesi.
Prosegue Zaia: “Le mie osservazioni erano e sono relative alla diversità di contesti nei quali il virus si trova ad agire, facilitato in particolare dalle differenti norme igieniche e dai protocolli alimentari identificabili in Cina e in Italia. Ho, più semplicemente, sottolineato le differenze di usi e costumi, così come avrei potuto sottolineare le differenze fra noi e alcuni paesi europei, fra la stessa Europa e gli Stati Uniti, fra la Ue e il Giappone, e cosi via…”.
Per quanto riguarda il popolo cinese: “Signor Ambasciatore, non è mio stile e mio costume, mia abitudine e modalità espositiva, aggredire e sottolineare diversità di pelle, di religione, di genere, di scelte sentimentali. Sono io il primo a dire che la Cina, Governo e popolo, in queste settimane hanno fornito una grande prova di fermezza, resistenza e determinazione nel combattere il virus. Una lotta per proteggere tutto il mondo, non soltanto la Cina”. Il Presidente fa comunque accenno alle modalità di vendita degli animali nel Paese asiatico. “So - è di pochi giorni fa la decisione del Comitato Permanente del 13° Congresso Nazionale del Popolo di vietare consumo e commercio illegale di animali selvatici - che in Cina esiste un grosso problema di rispetto di regole igienico-sanitarie e di sicurezza alimentare nei mercati locali – che non riguarda, tuttavia, le grandi città come Pechino, Shanghai e le aree metropolitane – in cui vengono messi in vendita capi vivi e morti senza alcun controllo. Abbiamo constatato e apprezzato come il governo cinese abbia avuto mano fermissima nel bloccare questa possibile causa di diffusione del coronavirus. Volevo, con quella mia frettolosa osservazione, dire esattamente questo. Nulla di più”.
Sulla polemica interviene anche il consigliere comunale del Pd Andrea Zanon, definendo “qualunquiste e razziste” le espressioni del Governatore. Scrive Zanoni: “Sappiamo tutti che in alcune zone dell’Asia non c’è un buon rapporto con gli animali, mi riferisco al festival della carne di cane a Yulin, allo sfruttamento degli orsi della luna per l’estrazione della bile e al commercio di parti di animali rari per la medicina tradizionale perché ritenuti miracolosi (corni di rinoceronte o ossa di tigre), ai wet markets (marcati bagnati) dove vengono venduti animali vivi e macellati in condizioni igieniche proibitive o dove gli uccelli selvatici vengono spennati vivi in modo da essere venduti pronti al consumo ma ancora in vita”.
Dire, però, che “un miliardo e trecento milioni di cinesi mangiano i topi, per giunta ancora vivi, e che tutti noi siamo testimoni di ciò, è sciocco qualunquismo”.
Secondo il consigliere regionale, Zaia dovrebbe ripassarsi bene i dati sull’interscambio commerciale dell’Italia con la Cina che è pari a 44 miliardi; tra le regioni Italiane prime in classifica troviamo la Lombardia con 17 miliardi e il Veneto con 5 miliardi. In Veneto a primeggiare sono le province di Treviso con 1,4 miliardi, Vicenza con 1,39 miliardi e Padova con quasi un miliardo.
Trovo poi paradossale che Zaia in questi giorni chieda soldi allo Stato per il danno di immagine causato dalla psicosi sul Coronavirus proprio quando con queste dichiarazioni irresponsabili causa un danno di immagine non solo ai veneti ma a tutti gli italiani”.