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Consulta: ammissibile referendum su Voucher, no quello su articolo 18

Nell’odierna camera di consiglio la Corte Costituzionale ha dichiarato “ammissibile la richiesta di referendum denominato ‘abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)'” e “inammissibile la richiesta di referendum denominato ‘abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi'.

Nell’odierna camera di consiglio la Corte Costituzionale ha dichiarato “ammissibile la richiesta di referendum denominato ‘abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)'” e “inammissibile la richiesta di referendum denominato ‘abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi'”, la parte sull’art. 18 della richiesta di referendum. Dichiarata poi “ammissibile la richiesta di referendum denominato ‘abrogazione disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti'”.

“Per principio sono contrario a che i problemi che riguardano il mondo del lavoro e le riforme del mercato del lavoro vengano gestiti con i referendum. Per questo fin da subito avevo manifestato la mia opposizione allo strumento referendario”. È quanto afferma Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl), commentando la sentenza della Corte Costituzionale sull’ammissibilità dei quesiti referendari presentati dalla Cgil. Per quanto riguarda i “voucher”, Costalli sostiene che “sono stati una bella invenzione, poi si è allargato il loro utilizzo in modo indiscriminato. Per questo necessitano di una revisione e di una correzione che, auspico, venga fatta in Parlamento”. “Il mio giudizio sul ‘Jobs act’ – aggiunge il presidente di Mcl – complessivamente non era eccezionale. Per questo speriamo che nei prossimi mesi si facciano alcuni correttivi anche su questo provvedimento, riaprendo il dibattito”. La Consulta ha dichiarato ammissibile il referendum per la “abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)”. Secondo Costalli, “bisogna fare pressione, in tutti i modi, perché vengano fatti correttivi indispensabili per evitare il referendum, visto che ci sono ancora i tempi tecnici”. “Vanno riformati, e le ragioni sono sotto gli occhi di tutti. Ma riformare non vuol dire abolirli – conclude – perché per alcune categorie e per alcuni periodi limitati sono un’intuizione giusta”.

Zaia chiede l'election day abbinando il voto dell'autonomia per il Veneto

“Questa è l’ultima chiamata per il governo. Visto che si va verso un referendum sui voucher e sulla responsabilità solidale sugli appalti, chiediamo per la seconda volta al governo l’election day, cioè l’abbinamento del referendum sull’autonomia del Veneto con quello che ha ricevuto il sì della Consulta”.

La richiesta arriva dal presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale che dichiarato ammissibili i referendum proposti dalla Cgil sui voucher e sulla responsabilità in solido appaltante-appaltatore. “E’ la seconda volta che chiediamo l’election day – fa rilevare Zaia – e la prima volta il precedente governo non ha avuto neanche la dignità di rispondere, costringendo la giunta regionale a stanziare 14 milioni di euro nel bilancio 2017 per l’effettuazione della consultazione referendaria sulla nostra autonomia”.

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