Da quasi un mese, nella sua malattia, Francesco è sostenuto giorno e notte da una incessante preghiera...
A Brescia la città è deserta, ma il contagio non si ferma. Chiusa anche la fabbrica che costruisce armi. Ora è questa la “guerra”
Questa testimonianza di una suora in un convento a Brescia ci dà l’idea del dramma che il nostro Paese sta vivendo, in particolare in Lombardia.

Brescia non sa più dove portare le bare perché i cimiteri non bastano e le chiese sono chiuse. La fila davanti ai crematori è molto lunga. Siamo senza celebrazione della messa da parecchi giorni.
La città è deserta, ma nonostante questo il contagio non si ferma.
Noi, chiuse in convento più che mai, per ora stiamo bene, ma chi accudisce le ammalate e ci sfama deve entrare! Speriamo bene: siamo nelle mani di Dio.
Ho pensato al Diluvio universale e al perché il Signore l’ha mandato… Che tutti impariamo a guardare in alto e a piegare le ginocchia, oltre a rientrare in noi stessi!
Scuole chiuse, fabbriche chiuse, comprese quelle delle armi: capiranno ora che si può fare a meno della guerra?
La mia finestra dà su una strada dove vedo spacciatori: quelli circolano, nonostante le vigilanze. Quanta durezza di cuore e incoscienza!
Speriamo che il nuovo diluvio finisca presto con una colomba che porta un ramoscello d’ulivo nel becco e un grande arcobaleno…
Pregate, anche per noi. (una religiosa bresciana)