Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Sport paralimpico: una serata con Francesca Porcellato
E' l'atleta italiana più medagliata alle Paralimpiadi con 14 medaglie conquistate in 11 edizioni dei Giochi, sia estive che invernali. A 51 anni la campionessa ha ancora tanta voglia di continuare a fare sport, lo ha raccontato in un recente incontro a Castelfranco
Metti una sera a cena Francesca Porcellato, nativa di Riese Pio X medaglia d’argento alle recenti Paralimpiadi a Tokyo, la più medagliata olimpionica italiana con 14 medaglie conquistate in 11 edizioni paralimpiche (a partire da Seul 1988) sia estive che invernali, un monumento vivente, e Marco Ballestracci, scrittore (11 libri all’attivo su tematiche sportive), musicista, showman, presente all’ultimo Salone del Libro di Torino. Metti dall’altra parte i soci del Lions di Castelfranco, ideatori di questo incontro attraverso Leopoldo Passanzi con l’avallo della presidentessa Francesca Genovese, rieletta dopo il periodo di stop delle attività causa pandemia. Metti anche la presenza di soci del Rotary e del Panathlon club, sempre di Castelfranco, e una location accogliente e calda come il ristorante Barbesin e il gioco è fatto. Una serata di sport, aneddoti e medaglie, record, speranze e futuro con una mattatrice d’eccezione quale Francesca Porcellato, accompagnata dal marito allenatore Dino Farinazzo. A 51 anni ha una grinta, una determinazione e un entusiasmo incredibili.
Al collo porta la sua medaglia d’argento di 550 grammi. “La nostra è più bella di quella degli atleti olimpici perché cambia a ogni edizione” spiega con orgoglio alla platea attenta a passarsi la medaglia per vederla, toccarla con attenzione. E con tanta attenzione e partecipazione Francesca ha dato il meglio di sé: “Dopo l’incidente a 18 mesi che mi ha costretto in carrozzina, grazie anche alla mia famiglia, non mi sono persa d’animo ed è emerso il mio spirito competitivo, combattivo. Volevo correre sempre più forte, sentirmi il vento in faccia, insomma volevo gareggiare, fare sport, ma sinceramente non avrei mai pensato di arrivare a fare 11 Olimpiadi, vincere 14 medaglie, dai 100 metri alla maratona, e poi con gli sci e infine ora con handbike… La specialità preferita? Sicuramente la maratona”. Poi incalzata dalle domande di Ballestracci, ma anche della platea ha aggiunto: “Non sono stanca di fare sport, anche se a 51 anni qualche pensiero lo si può fare. Deciderò fra qualche mese, intanto mi godo questo bellissimo momento…”. E chi meglio del marito allenatore Dino Farinazzo può spiegare il fenomeno Porcellato?: “Incitarla o contenerla? Bella domanda. Francesca ha una capacità agonistica innata che se coltivata dà i risultati che vediamo. La sua grande forza è quella di saper ragionare in tutte le situazioni. Lo sport è fatto di tante piccole cose che se sviluppate poi danno risultati”.
Dopo Olimpiadi, Mondiali, record, cosa manca a Francesca? “Mi piacerebbe vincere un titolo europeo che è quello che mi manca, sono sempre salita sul podio senza mai vincere e questo un po’ mi scoccia… Ma non è detto che chi vince tanto non vince facile. Vincere significa fare allenamenti 6 giorni su 7, due e anche tre sedute al giorno. Nello sci ad esempio, tre sedute al giorno sono state estenuanti. Ora anche con l’età e l’esperienza mi so gestire al meglio, ma non è facile. La più grande soddisfazione? La vittoria con record del mondo alla maratona Vedelago-Padova a casa mia, davanti alla mia gente”. “La più difficile, invece - dice - è quella di far capire che sono un’atleta e non una disabile che fa sport. Ecco, far cambiare questa mentalità è difficile, ma piano piano ci arriveremo”. Ma se c’è tanto sport paralimpico in tv in parte lo dobbiamo a Francesca. Lei ride: “Ecco, diciamo che ho spinto Sky a trasmettere le gare delle Paralimpiadi che hanno avuto un certo successo e visto questo anche la Rai ha pensato bene di trasmetterle”.
E continua: “Tokyo è stata un’esperienza esaltante e nello stesso tempo surreale. Esaltante per i risultati, surreale per come l’abbiamo vissuta. Praticamente siamo stati reclusi tutti nei rispettivi alberghi e da lì non ci siamo mossi. Il Villaggio olimpico l’ho visto per una giornata, i giornalisti erano chiusi nel media center. Gareggiare nel più assoluto silenzio è stato stranissimo. E poi i controlli…14 ore di volo e ben 8 ore per uscire dall’aeroporto, incredibile davvero”.
La prossima fatica sarà un libro. “Sì, mi è stato proposto questo libro sulla mia storia e ora siamo a buon punto, dovrebbe uscire nei prossimi mesi. Sto sistemando le ultime foto. Potrebbe essere l’occasione per rivederci”. Già e sicuramente un incontro con Francesca Porcellato non è mai banale.