giovedì, 03 ottobre 2024
Meteo - Tutiempo.net

Servono scuole più sicure

L’esigenza emerge dal rapporto di Cittadinanza attiva. 5 crolli in Veneto, nel 2023. Spesso mancano collaudi e certificati

Cinque crolli nelle scuole del Veneto, nell’ultimo anno. Il rapporto di “Cittadinanza attiva”, associazione nata nel 1978, che promuove la partecipazione dei cittadini, ogni anno fotografa lo stato delle scuole italiane, in relazione alla sicurezza edilizia e ambientale. Nella mappa dei crolli avvenuti tra il 2023 e il 2024, quei cinque episodi che spiccano in Veneto non sono isolati: ci sono altre sette regioni che superano quel numero, pur avendo meno edifici scolastici. Il Veneto, secondo il rapporto, con i suoi 3.417 edifici, è la quarta regione in Italia per numero di plessi. In realtà, analizzando meglio, si tratta di distacchi di calcinacci o di crolli da balaustre, eventi che non hanno causato il ferimento di studenti. Sono episodi di cronaca: dal soffitto affrescato del Tommaseo di Venezia, alla balaustra del liceo Canova di Treviso, che crolla facendo cadere uno studente nel canale che circonda le mura di Treviso.

Dati che fanno riflettere

Tuttavia, la situazione è più complessa: le scuole delle nostre città soffrono di problematiche edilizie e di sicurezza. Le verifiche di vulnerabilità sismica vengono effettuate, ma, poi, serve una manutenzione continua e specifica. Una tapparella che non si chiude può sembrare banale, ma può creare un riverbero che impedisce la corretta lettura della lavagna o delle proiezioni. Piccoli e grandi problemi che necessitano di una soluzione. Non dimentichiamo che in Italia solo 324 scuole sono state costruite dopo il 2018, mentre quasi 600 risalgono all’800. Di 7 mila edifici non conosciamo neppure l’anno di costruzione. Basta pensare al centro storico di Venezia, Treviso o Padova per trovare una conferma tangibile di questi numeri.

Il dato che emerge con evidenza dal rapporto è che moltissimi edifici mancano del collaudo statico, dell’agibilità e del certificato di prevenzione incendi. Il Veneto è fra le regioni con i numeri migliori: solo il 30% degli edifici non ha il collaudo statico (media italiana 41,50%), il 44% non ha il certificato di agibilità (59,16% in Italia), e il 51% è privo del certificato di prevenzione incendi (57,68% in Italia). Percentuali più basse rispetto ad altre regioni, ma che, comunque, fanno riflettere. La mancanza di certificazioni in un gran numero di immobili scolastici è dovuta a molteplici cause. Prima tra tutte la vetustà degli edifici, la cui età media è di 53 anni, nel frattempo sono state varate nuove norme edilizie, inesistenti al tempo della loro costruzione. Poi, c’è stata la fase di quasi totale assenza di finanziamenti da parte dello Stato per 20 anni, quindi il passaggio del patrimonio edilizio ai Comuni, alle Province e, successivamente, alle Città metropolitane. I finanziamenti sono ripresi in modo consistente solo a partire dal 2015. Gli Enti locali, ricevuti gli immobili, hanno faticato a garantire la manutenzione straordinaria e ordinaria, a causa della mancanza di fondi o dei limiti imposti dal Patto di Stabilità.

Forse, ancora oggi, c’è una sottovalutazione dello stato degli edifici scolastici e una scarsa considerazione da parte degli amministratori dell’importanza dell’edilizia scolastica.

Gli aspetti positivi

In Veneto, un dato positivo arriva dagli impianti di riscaldamento centralizzato a metano, che troviamo nell’88,3% degli edifici, contro il 68% della media nazionale. Per quanto riguarda i sistemi di condizionamento e ventilazione, la cui importanza è emersa durante la pandemia, il Veneto è al terzo posto con il 9,7% degli edifici dotati, a grande distanza dalle Marche (26,4%).

La legislazione e la zonizzazione della sismicità del nostro territorio sono cambiate molto negli ultimi anni. Il Veneto non ha scuole in zona sismica 1, ma ne ha 434 in zona 2 e 1.875 in zona 3. Finora 700 scuole in Veneto hanno avuto almeno un intervento di adeguamento sismico, tra queste 448 sono progettate con normativa antisismica. Percentuali ancora basse.

Un dato positivo riguarda la presenza nelle scuole del Documento di valutazione dei rischi e del Piano di evacuazione: il Veneto è al secondo posto con percentuali attorno al 90%. Sono documenti obbligatori. La sicurezza è una prassi quotidiana che richiede non solo fondi, ma una costante sorveglianza ed esecuzione regolare di protocolli e verifiche.

Molti i Comuni del territorio impegnati grazie al Pnrr

La grande occasione per il recupero e la costruzione di nuovi istituti scolastici è rappresentata dal Pnrr, il Piano di ripresa e resilienza finanziato dall’Europa e che si deve concludere entro il 2026. Si è partiti da uno stanziamento iniziale di 3,9 miliardi per arrivare, con la rimodulazione, a oltre 4 miliardi destinati alla ristrutturazione, sostituzione, ricostruzione, messa in sicurezza, adeguamento o miglioramento sismico e riqualificazione energetica degli edifici delle scuole. Nel Veneto sono coinvolte 205 scuole e almeno 11 palestre.

Nel Trevigiano, 16 Comuni sono interessati dal piano asili nido e scuole materne, per un totale di 46 milioni di euro. Tra i finanziamenti più consistenti ci sono quello di Castello di Godego, 5 milioni, per nuovo polo d’infanzia comprendente asilo nido e scuola dell’infanzia e quello di Maser, 4 milioni e 900 mila euro per riqualificazione energetica e altri 2 milioni e 300 mila euro per adeguamento sismico e riqualificazione energetica della scuola Veronese. Undici Comuni sono coinvolti nel nuovo piano mense e tempo pieno per 5 milioni e mezzo di euro. A Cavaso del Tomba arriva un milione di euro per la scuola Sartor e 3 milioni per il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola, mentre un milione è destinato a Castelfranco Veneto. Per la messa in sicurezza e la riqualificazione edilizia, i finanziamenti per la provincia di Treviso ammontano a 131 milioni di euro. Tra questi interventi quello da circa 5 milioni di euro riguarda il conservatorio musicale di Castelfranco. In questo capitolo sono compresi tutti gli interventi per le scuole superiori di Treviso.

Nel Veneziano spiccano i 9 milioni di euro per il Comune di Spinea, per la Ungaretti, demolizione e ricostruzione di un nuovo edificio scolastico. Il piano nidi, mense scolastiche e tempo pieno vale 29 milioni di euro, con quasi 2 milioni di euro destinati al Comune di Mirano. Nel complesso, per la messa in sicurezza e la riqualificazione edilizia delle scuole del Veneziano, si arriva a 46 milioni di euro.

Tra i Comuni beneficiari ci sono Noale, con 900 mila euro, e Mirano, con un milione di euro. Scorzè riceve 3 milioni di euro.

Nel Padovano, il piano di messa in sicurezza e riqualificazione energetica delle scuole vale 60 milioni di euro, di cui 632 mila destinati a Camposampiero, 695 mila a Galliera Veneta e 390 mila a Trebaseleghe.

Lunga la lista degli asili nido ammessi al finanziamento, pur dopo la revisione del Governo che ha tagliato 100 mila posti e con il ritardo di alcuni progetti.

Tra Padova, Treviso e Venezia troviamo nuove strutture per asili nido, da assegnare in gestione, nei Comuni di Maserada sul Piave, Massanzago, Nervesa della Battaglia, Salzano, San Biagio di Callalta, San Donà di Piave, San Martino di Lupari, Trevignano e Volpago del Montello.

SEGUICI
EDITORIALI
archivio notizie
06/08/2024

Non tutti potranno beneficiare di una vacanza al mare o ai monti o di un viaggio. Oltre a tanti anziani,...

04/07/2024

Un “manifesto programmatico”

Ricordo che due sposi mi dissero che a loro il nuovo vescovo è subito piaciuto...

06/06/2024

Si tratta, da parte nostra, di un importante diritto-dovere civico, perché, per molti aspetti, è in gioco...

TREVISO
il territorio