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Salute mentale: la storia di Elisa Schininà, raccontata dal padre nel libro “Voci invisibili”

Evento organizzato da Sol.co, la presidente: “Dobbiamo lavorare tutti insieme alla creazione di una coscienza diversa”
17/10/2024

Una delle caratteristiche più preoccupanti delle malattie mentali è l’invisibilità: chi ne è afflitto non appare all’occhio evidentemente malato, fragile o in pericolo come chi si presenta con un braccio rotto. A questa invisibilità però, come spiega bene Elisa Schininà, spesso se ne aggiunge un’altra, quella che induce la persona a scomparire da una società che già l’ha spinta ai margini, essenzialmente per vergogna e paura del giudizio. Queste parole ci arrivano attraverso il suo libro, “Voci invisibili”, che è stato raccontato dal padre, Maurizio Schininà, a una commossa platea dell’auditorium di Santa Caterina, lo scorso 10 ottobre, giornata mondiale della salute mentale. L’evento, dal titolo “Voci invisibili”, è stato organizzato da Sol.Co. con il patrocinio del Comune di Treviso e dell’Ulss 2. Elisa purtroppo non c’è più: si è tolta la vita nell’agosto del 2021 e Maurizio si è fatto da anni portavoce del suo messaggio.

Malattia mentale e suicidio

Secondo i dati divulgati dall’Ulss 2, lo scorso anno nella Marca si sono tolte la vita 84 persone, di cui 62 uomini e 22 donne; la fascia d’età più colpita è quella dai 15 ai 29 anni. Sul tema il Veneto è sul podio “nero”, trattandosi di una delle regioni in cui si verificano più casi di suicidio; a livello nazionale, su 100 casi sono 20 quelli imputabili a disturbi mentali, tra cui il bipolarismo di cui soffriva Elisa Schininà. Sul tema l’Ulss 2 ha recentemente avviato un corso di formazione gratuito per professionisti, “L’intervento di postvention d’emergenza”, nel territorio di Pieve di Soligo a seguito del successo riscontrato nel 2021 a Treviso. Dal 2012, è attivo anche il servizio psicologico “inOltre” della Regione Veneto, contattabile 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, al numero verde 800 33 43 43.

Il Tavolo provinciale

In questo contesto delicato, opera il Tavolo provinciale per la prevenzione dei gesti suicidari, nato nel 2015. La sua forza si basa su un lavoro di rete, sancito anche dalla firma di un protocollo d’intesa nel 2017; in quest’ottica il Tavolo attiva percorsi di ricerca, studio e formazione, sensibilizza professionisti e comunità, anche attraverso eventi, convegni e incontri. Tra gli oltre trenta enti e associazioni che ne fanno parte, spendendosi nella prevenzione del suicidio e nell’accoglienza dei sopravvissuti, figurano il Comune di Treviso, la provincia, la questura e la prefettura, ma anche l’Ulss, la Comunità di Sant’Egidio e associazione Comuni della Marca Trevigiana, nonché realtà più piccole, ma forti sul territorio come Il filo di Simo e La rete di Malachia. A commentare il lavoro del Tavolo, lo scorso 10 ottobre all’auditorium di Santa Caterina, c’era anche Paola Pasqualini, cooperatrice pastorale, rappresentante della diocesi di Treviso. Il suo messaggio verteva sull’importanza di investire risorse ed energie nella formazione, con esperti del settore, per esempio, all’interno del contesto scolastico, nei confronti di insegnanti e dirigenti dal momento che, come si è visto, i giovanissimi ne sono particolarmente toccati.

La via della prevenzione

Maurizio Schininà sta girando l’Italia per raccontare la sua Elisa e per dare voce alle voci invisibili, ancora troppe, ancora troppo inascoltate. La cronaca, per esempio, parla molto poco di salute mentale e quando lo fa si concentra sulle situazioni peggiori, invece, di diventare megafono della prevenzione e narrazione delle storie di speranza e superamento. Un pensiero speciale, Maurizio lo rivolge anche ai genitori: “Dedicate tempo ai vostri figli: avete bisogno di conoscerli bene per avere la speranza di individuare quei segnali piccoli e impercettibili della malattia mentale”. Il ricordo va naturalmente alla sua Elisa e a quel momento in cui, una ragazza energica e intelligente come lei, ha deciso di non prendere più il treno per andare all’università. E un appello lo rivolge, infine, ai ragazzi: “Appoggiatevi, perché le strutture nei territori ci sono”. E si riferisce anche alla odv fondata per la figlia, “La voce di Elisa”, che in pochi anni ha intercettato 400 ragazzi grazie all’organizzazione di eventi appetibili per la loro fascia d’età. Anche nel nostro territorio la rete e le strutture ci sono, garantisce Luciana Cremonese, presidente di Sol.Co: “Dobbiamo lavorare tutti insieme alla creazione di una coscienza diversa sulla malattia mentale”.

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