Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
La scelta dopo la maturità
Diciamo ai nostri maturandi di pensare a una cosa alla volta: studia per l'esame, festeggia il traguardo, riposati e, infine, prendi sul serio, non di fretta, la tua vita
E’ assolutamente normale non sapere cosa fare dopo il diploma.
Il fisiologico sentirsi persi di fine adolescenza c’era anche una volta, ma non appariva molto, perché erano poche le possibilità di scelta. Se la famiglia ti permetteva di diplomarti era già tantissimo. Inoltre, fino a qualche decennio fa, bastava la minaccia, perfettamente attuabile, “Se sei bocciato, vai a lavorare il giorno dopo”.
Oggi l’ansia dei maturandi per il proprio futuro dipende anche dall’enorme gap tra l’offerta formativa italiana pressoché infinita e gli sbocchi lavorativi scarsissimi.
Ora poi, i pochi giovani con un progetto di vita delineato possono vedere i loro programmi rimandati a data da destinarsi a causa della pandemia. Aggiungiamo pure l’ansia degli adulti col loro martellante “Allora cos’ hai deciso di fare?”, mentre i ragazzi stanno ancora studiando per l’esame di maturità. E così le statistiche riportano che il 67% dei ragazzi/e italiani, primi su tutti quelli col test d’ingresso fatto in primavera, sbaglia la propria scelta formativa perché non è seguito da nessuno, ma inseguito dalla pressione e sensazione che qualcuno ti stia portando via chissà quale sedia. Spesso l’errore consiste nell’iscriversi subito a qualcosa perché gli altri lo fanno, spenderci un anno di tempo e di soldi, per poi dover affrontare se stessi e i genitori ammettendo che era la strada sbagliata e che quella giusta si poteva trovare con un periodo di discernimento. Che quindi viene fatto per forza di cose l’anno dopo e purtroppo neanche da tutti.
Infatti impiegarci un anno per capire che ciò che fai non è la tua strada non significa aver capito automaticamente qual è la scelta giusta! Ovviamente il discernimento non si fa da soli, guardando serie tv mentre i genitori sono al lavoro, senza fare nient’altro né a casa né fuori casa. Insomma, la scuola superiore rischia di essere come una bolla che scoppia tre settimane dopo gli esami, nonostante il bagaglio culturale acquisito. Nella vita e nelle scelte è infatti importante avere testa per studiare, ma non solo. Per decidere della propria vita serve aver imparato ad alzarsi la mattina senza che nessuno ti chiami, a gestire il tempo in autonomia senza perderlo a invidiare la vita social degli altri, a fare sport anche se mamma non ti porta più in palestra, a essere realisti e iniziare, dal pochissimo, a gestirsi economicamente, fino a cercare persone e relazioni positive. Allora diciamo ai nostri maturandi di pensare a una cosa alla volta: studia per l’esame, festeggia il traguardo, riposati e, infine, prendi sul serio, non in fretta, la tua vita.
Se vuoi trovare la ragion d’essere, trova il punto di convergenza tra ciò che ami fare, ciò in cui sei bravo, ciò che può apportare un cambiamento positivo al mondo e ciò con cui puoi guadagnarti da vivere.
Con uno stile di famiglia saldo ed empatico, ci riusciranno di sicuro.