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L’attaccamento ansioso: non esiste coppia sana se uno si sacrifica all’altro

L’attaccamento ansioso definisce un legame ambivalente in cui c’è un grande desiderio di intimità con il partner, ma al tempo stesso una profonda paura di perderlo
12/04/2024

Ci sono relazioni di coppia in cui l’ansia predomina, poiché uno o entrambi i partner provano sfiducia verso l’altro.

Si tratta di un attaccamento eccessivamente ansioso o di fisiologica reazione a un partner sfuggente e indolente?

In queste situazioni, la maggior parte delle persone non riesce a rispondere in autonomia alla domanda: “E’ la mia insicurezza che mi porta a provare sfiducia e sospetto nei confronti del mio partner o il suo comportamento susciterebbe ansia in chiunque?”.

L’attaccamento ansioso caratterizza i legami in cui la paura di essere abbandonati sfocia in atteggiamenti e comportamenti quali controllo, possessività e insicurezza.

In genere, la causa di questo tipo di malessere sta negli abbandoni, o nel senso di abbandono, vissuti precedentemente e non ancora elaborati, anzi molto spesso neppure presi in considerazione.

L’attaccamento ansioso definisce un legame ambivalente in cui c’è un grande desiderio di intimità con il partner, ma al tempo stesso una profonda paura di perderlo.

Questa paura porta a interpretare ogni manifestazione del partner, anche minima, come intenzione e segnale di allontanamento o rifiuto.

La conseguenza di questo sentire è spesso una reazione sproporzionata a comportamenti che sono del tutto fisiologici: vivendo ogni situazione in modo così apprensivo, prevale, dunque, una grande sfiducia nei confronti del partner e di tutto ciò che lo riguarda.

La reazione del partner non ansioso è importante, se riesce a comunicare comprensione ed empatia, tenendo conto dell’origine dell’insicurezza nei traumi psicologici, spesso infantili, ancora irrisolti.

E, contemporaneamente, chi dei due ha questi profondi problemi di fiducia verso un partner pressoché equilibrato e incolpevole deve considerare che la comprensione non è affatto un rimedio a vita, ma un gesto di accompagnamento alla soluzione del problema, che resta personale.

Ma esiste anche il partner sfuggente, quello dell’ormai antico, ma sempre valido teorema “Chi meno ama, è il più forte, si sa”.

Come non è giusto che chi ha un attaccamento ansioso debba avere al suo “terapeutico” servizio chi si faccia carico delle sue insicurezze e paure, così non è sano relazionarsi con chi le accresce per garantirsi un partner subordinato e sempre a propria disposizione.

Un partner sfuggente, infatti, alimenta l’ansia della persona con cui sta e ne rafforza l’attaccamento dipendente.

Un partner sfuggente è chi, di fronte al conflitto, fugge, appunto, rimanendo in silenzio o infliggendo sanzioni.

Ma anche chi vuole risolvere i problemi alla svelta e senza approfondire ciò che sta accadendo, o senza interessarsi sinceramente a ciò che sta vivendo il partner.

Oppure, chi intellettualizza tutto per impedire alle emozioni di emergere, o chi si irrita quando il partner soffre o piange, o chi minimizza il vissuto del partner con la scusa di sdrammatizzare, o chi lo ridicolizza con la scusa di sollevare l’umore della situazione.

Dunque, sono io o lui/lei o entrambi? Molte situazioni potrebbero ancora avere un lieto fine, purché si riconosca che non esiste coppia sana se uno, o entrambi, sono sacrificati all’altro.

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