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Adolescenza: di fronte a tragici fatti di cronaca, in cosa consiste la vera prevenzione?

No, non posso, onestamente, dire a genitori e nonni preoccupati che “andrà tutto bene” a prescindere, ma posso dire che oggi si può e si deve fare prevenzione
12/09/2024

Nessuno, al momento, può dire cosa stesse vivendo l’adolescente di cui si stanno occupando da giorni i media, gli esperti e anche i non esperti.

Sempre e giustamente, dopo un’efferata strage familiare, siamo tutti sconvolti dalla presunta normalità che sfocia in violenza inaudita, per giunta messa in atto senza alcuna consapevolezza delle conseguenze irreversibili per gli altri e per sé.

Senza consapevolezza, ma anche senza la responsabilità necessaria alla soglia della maggiore età, senza alcuna aderenza alla realtà, senza un’adeguata resilienza alle frustrazioni della vita e senza dare valore a nulla di nulla.

Con un totale relativismo rispetto al concetto di bene e di male e quindi senza filtro tra ciò che si fantastica e ciò che si mette in atto.

Chiaro che l’adolescenza come età in sé non c’entra affatto, poiché tutti, in quella fase della vita, abbiamo sperimentato fatica, disagio e sofferenza, uscendone più o meno integri, ma senza fare strage di chi si è preso cura di noi fino ad allora.

C’entra, invece, un contesto sociale del tutto e subito, della gratificazione immediata e immotivata, del fai fuori la persona che ti ostacola come in un videogame, del perché studi se puoi far soldi facili facendo “pagliacciate” su Internet.

C’entra la scuola della prestazione e del voto, quella nozionistica che non conosce né insegna soft skills, quella che crede che sia suo compito sfornare i 100 e lode come segno di eccellenza e soprattutto concorrenza con le scuole limitrofe.

C’entrano i genitori e i nonni che da anni lasciano i minori da soli con lo smartphone in mano, senza essere presenza significativa nella vita di figli e nipoti, ma facendo la colf e lo chauffeur, l’autista, di ragazzi che non muovono il sedere dal divano e non alzano gli occhi dallo schermo.

Ricevo ben volentieri messaggi di genitori e nonni, certamente i più sensibili e motivati, che vorrebbero essere rassicurati che, come si disse al tempo di un altro tipo di tragedia, “andrà tutto bene”.

No, non posso, onestamente, rispondere che “andrà tutto bene” a prescindere, ma posso dire che oggi si può e si deve fare prevenzione.

Come dire “Ma una volta all’anno li fai gli esami del sangue, ti misuri la pressione, porti l’auto da meccanico e gommista anche se tutto sembra andare bene?”.

Ecco, una volta all’anno, di default, anche se tutto sembra andare bene, confrontati con un esperto (e puoi scegliere tra pedagogisti, psicologi, neuropsichiatri infantili, pediatri, parent coach e perfino il tuo parroco) sulla relazione con tuo figlio o nipote, perché c’è sempre qualcosa da migliorare e perché l’esperto potrebbe vedere prima ciò che sta per scoppiare a casa tua.

E sì, non si aspetta l’adolescenza, anche se non è mai troppo tardi, o quasi.

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