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Minorile: dopo le violenze dei giorni scorsi facciamo il punto con il ministro Nordio e il direttore Monaco

Le misure per evitare il sovraffollamento; Treviso ha 15 posti e spesso accoglie tra i 22 e i 24 minori e giovani adulti. La struttura di Rovigo pronta per aprile 2025, ma Treviso non chiuderà, almeno fino al 2026
24/12/2024

In occasione della messa celebrata dal vescovo Tomasi sabato 21 dicembre alla casa circondariale, il ministro della giustizia Carlo Nordio, presente alla funzione, ha anticipato il destino dell’Istituto Penale per Minorenni di Treviso. Nordio ha parlato anche del problema del sovraffollamento, che è allo studio del ministero: “Stiamo lavorando sulla possibilità di ridurre la carcerazione preventiva, sulla detenzione degli stranieri nei paesi d’origine, sulle comunità dedicate alla tossicodipendenza, sulla detenzione differenziata all’interno di caserme ora abbandonate e da ristrutturare. Vorrei inoltre ricordare, a proposito del tema gravoso dei suicidi, che grazie al prezioso lavoro della polizia penitenziaria e dei volontari, solo nel 2024 ne sono stati sventati più di duemila” ha detto. A poche ore di distanza abbiamo intervistato il direttore dell’Ipm, Girolamo Monaco, per fare luce sulla situazione trevigiana.

Il ministro ha confermato che il nuovo carcere minorile di Rovigo aprirà entro aprile 2025. Quale sarà il destino dell’Ipm trevigiano?

Da gennaio si lavorerà per preparare l’accoglienza dei ragazzi e la struttura di Rovigo aprirà gradualmente da aprile, e così gradualmente verrà chiusa quella di Treviso, anche perché qui nel frattempo c’è la scuola e le attività che devono andare avanti. La prospettiva è che nel 2026 questa tornerà ad essere ciò per cui è nata, ovvero una sezione della casa circondariale, probabilmente la semilibertà.

Ciò che è successo lo scorso lunedì 16 è sintomo di forti tensioni all’interno della struttura?

Diversamente da quanto hanno comunicato i giornali (che è sostanzialmente quanto comunicato ufficialmente dal Sappe, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, ndr), lunedì 16 dicembre alle 19.15 c’è stata una rissa accesa per motivi futili all’interno del refettorio, al momento della cena, tra due gruppi di detenuti; quattro agenti sono stati coinvolti nel tentativo di separarli, ma non erano l’obiettivo dei ragazzi; gli agenti sono stati portati in ospedale e hanno avuto 6-10 giorni di prognosi. Cinque di questi detenuti sono stati trasferiti alla casa circondariale, perché si trattava di giovani adulti: trasferimento questo che io avevo già chiesto ma che mi era stato negato, purtroppo si è trattato di un episodio prevedibile.

Qual è la situazione oggi?

La situazione è rientrata subito, alle 20.30 i ragazzi erano già nelle loro stanze e noi viviamo in giorni di normalità. Le tensioni che abbiamo sono dovute al sovraffollamento: per decreto la struttura è abilitata per 12 utenti, di fatto abbiamo 15 posti letto ma al momento ci sono 22 ragazzi accolti; in passato siamo arrivati anche a 24. I 5 trasferiti sono stati immediatamente sostituiti, e uno di questi nuovi ingressi è il 15enne accusato dell’omicidio del 22enne in via Castelmenardo di qualche settimana fa.

Ci auguriamo allora che l’apertura di Rovigo possa giovare al percorso di questi ragazzi. Com’è andato quest’anno, nonostante tutto?

Questo è un carcere che prepara alla libertà, per cui noi abbiamo la scuola dalla mattina dalle 9 alla sera alle 17.30 per tutti i ragazzi; abbiamo attività all’esterno attraverso l’articolo 21, infatti abbiamo qualche giovane che frequenta l’istituto alberghiero per attività di sala e di cucina; collaboriamo con la Luiss e la Sapienza di Roma, con le classi di Mazzotti, Giorgi-Fermi, Duca degli Abruzzi, Mazzini, Besta e Riccati-Luzzatti per attività di peer education, ovvero i ragazzi delle superiori fanno attività di doposcuola o alfabetizzazione ai nostri, con il progetto “Voci di dentro, voci di fuori”. E poi abbiamo la Bottega Grafica, un progetto di grafica pubblicitaria con il quale, grazie a degli istruttori dedicati, alcuni dei nostri ragazzi preparano loghi o flyer ecc di alcuni soggetti, come ad esempio il Csv e altre associazioni di volontariato. L’evento critico di qualche giorno fa è stato inevitabile ma la funzione di questa struttura è educativa: la vera sicurezza non è la chiusura in gabbia ma il profumo della libertà.

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