giovedì, 26 dicembre 2024
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Natale del Signore: Promessa che nasce oggi, qui

In un mondo che sentiamo ancor più messo in pericolo, da lotte di potere che diventano guerre sempre più fuori controllo; da cambiamenti climatici che non vengono presi abbastanza sul serio; da sistemi economici ingiusti che affamano a morte milioni di persone; un mondo in cui il consenso va a chi più agita la minaccia della violenza... in cui tanti giovani non vogliono avere figli... quale augurio possibile di “Buona Nascita”? Quale desiderio profondo di vita ancora geme in chi si trova sopraffatto da luci e panettoni e pranzi di famiglia che talvolta riportano a galla fatiche di relazioni mal curate?

Nascere, scelta rischiosa di Dio. I due brani di Vangelo proposti in questa festa hanno al loro cuore due espressioni enormi:

«E il Verbo [di Dio] si fece carne, e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv1,14).

E’ «un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12).

Dio, sì, proprio Colui che immaginiamo l’Altissimo, Colui che ha davvero il Potere in mano e lo può usare come vuole, Colui che ha fatto «tutto ciò che esiste»: Dio sceglie di farsi uomo in mezzo a noi. In mezzo a questa storia così pericolosa per ogni fragile carne di uomo e di donna. E alla fine pagherà le conseguenze di tale scelta di debolezza, morendo su una croce. Il brano dal Vangelo secondo Giovanni già lo aveva annunciato: «Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto» (1,11). I suoi, tutti noi, l’hanno, l’abbiamo, rifiutato. Ma proprio quella debolezza consapevolmente scelta e incarnata fino alla fine durante tutta la sua vita, farà di Gesù / Dio-salva colui che svela il volto più profondo di Dio, il volto di chi ama senza misura e senza riserve, in una tenacia senza pentimento: «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è rivolto al seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (1,14).

Lasciarci nascere. Allora, tocca a noi cristiani la responsabilità di vivere questa festa di Nascita in modo che si possa intuirne lo sconvolgimento che porta nel nostro modo umano di vivere. Lasciandoci per primi meravigliare, come singoli e come comunità, dalla presenza inaspettata di Dio proprio nelle situazioni in cui la vita è più minacciata e violata, una presenza che sceglie di stare dalla parte delle vittime, sempre, che sceglie di patire violenza, piuttosto che farsene scudo. Grazie al dono dello Spirito Santo, Spirito di vita che non si arrende alla morte, diventeremo piccoli segni / piccoli semi di speranza tenace, di fede che rinnova il cuore, di amore che genera ancora vitass, in quelle stesse situazioni del nostro quotidiano andare, entro gli sconvolgimenti del mondo.

Buona Nascita. Buona Nascita, allora sì: possiamo azzardarci a testimoniare un augurio che a Natale inizia e che straborda oltre, che si impianta come meraviglia piccola e insistente nei nostri e negli altrui cuori. Accanto a chi è più ferito, umiliato, sconfortato dai propri fallimenti, in una vicinanza leggera, che non si impone con obblighi di riconoscenza, che vuole soltanto condividere stupore di vita e il respiro nuovo che da una nascita nasce. Buona Nascita a una novità di vita anche a chi resta prigioniero delle proprie paure e dei propri egoismi, delle proprie indifferenze e violenze, e vuole impedire che altri ritrovino forza di nascere. Se anche noi a volte ci riconosciamo in tale condizione, affidiamola ancora a colui che nasce fin dentro queste nostre storture di morte. Buona Nascita in particolare a chi esercita violenza, a chi dichiara guerra invece che rischiare la pace: auguriamo loro un parto pur doloroso, ma capace di far uscire verso l’altra e verso l’altro, a incontrare chi è diverso ma insieme simile, a scoprire la meraviglia che il creato continua a inventare. Questo accada anche a tutti e tutte noi.

E con la trepidazione che accompagna chiunque attenda una nascita, ritroviamo attenzione alla fragilità di un Dio che si fa carne di bambino e chiede così premura e cura... che si rinnovi e si moltiplichi il miracolo di una piccola vita salvata / rinata dal mare, grazie a chi ha saputo ascoltare le sue grida. Miracolo di un Natale che si ripeta ovunque, tutti i giorni dell’anno che viene.

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