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Via libera all'eterologa in Veneto. Con una fretta inopportuna

La Giunta regionale del Veneto ha approvato la delibera con la quale vengono recepite le linee guida per l’attivazione della fecondazione eterologa nei 36 centri veneti accreditati. La preoccupazione di Scienza&Vita, dei Movimenti per la vita e Cav.

La Giunta regionale del Veneto, nella sua seduta del 9 settembre, ha approvato la delibera con la quale vengono recepite le linee guida, approvate all’unanimità dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni la scorsa settimana, per l’attivazione della fecondazione eterologa nei 36 centri veneti accreditati.
Lo ha annunciato il Presidente Luca Zaia che, affiancato dall’Assessore alla Sanità Luca Coletto, ha illustrato i contenuti della decisione nel corso del punto stampa tenutosi a fine Giunta.
“In Veneto – ha detto Zaia – partiremo il primo ottobre, dopo aver concordato con le altre Regioni il costo del ticket, che vorremmo essere assolutamente popolare e che naturalmente deve essere uguale in tutta Italia. Partiremo a prescindere dalle scelte che saranno fatte a dalla politica romana. Se ritengono di dover fare una legge, la facciano e la approvino.”
Per la definizione del ticket, i Direttori Generali delle Regioni (per il Veneto, Domenico Mantoan) si riuniranno il 16 settembre; per il 24 settembre è prevista una riunione del Coordinamento degli Assessori (retto da Coletto) che dovrebbe ufficializzare il costo della compartecipazione.
“In Veneto – ha aggiunto il Governatore – forniremo anche un accompagnamento psicologico per le coppie che decideranno di farla, perché vogliamo che l’assistenza sanitaria non si fermi all’aspetto meramente tecnico-scientifico, ma si occupi anche della persona. Saranno applicate le linee guida più attente ed equilibrate del mondo, con un esplicito e deciso no all’eugenetica, la totale gratuità della donazione per evitare l’indecoroso business che si verifica in tanti Paesi esteri, la garanzia dell’anonimato del donatore, il ragionevole limite di età tenendo anche conto delle infertilità causate da svariate patologie o da cure impattanti come la chemioterapia. Credo – ha concluso Zaia – che una lettura attenta di un documento così serio potrà aiutare a convincere anche chi, legittimamente, in questi giorni ha espresso perplessità”.

Scienza&Vita: fretta demagogica

 “Il documento condiviso sull’eterologa presentato dalla conferenza delle Regioni è soltanto un elenco di problematiche che devono essere regolate e appare come una serie di disposizioni approntate in fretta, non un piano attuativo”. È il commento di Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente nazionali dell’associazione Scienza & Vita, all’accordo raggiunto tra le Regioni sull’eterologa. “L’accordo tra le Regioni sui punti da regolare in tema di fecondazione artificiale eterologa - affermano Ricci Sindoni e Coviello - impone una seria regolamentazione, tutta ancora da definire, di aspetti fondamentali e ineludibili quali la presenza di un registro dei donatori, il consenso informato, l’individuazione di un organo di controllo e di autorizzazione. Si continuano a dare annunci che alimentano la corsa alle cliniche ma la realtà è ben diversa”. “In questi giorni - proseguono il presidente e il copresidente dell’associazione Scienza & Vita - abbiamo letto spesso testimonianze di chi ha già tentato questa strada all’estero e racconta un percorso di sofferenza e di disillusioni. Ora, con la prospettiva di poter contare sul nostro Sistema sanitario nazionale, si forniscono false speranze con la promessa di un risultato certo perché fatto in Italia. Ha ragione il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a preoccuparsi di questa eterologa fai-da-te promossa dalle Regioni. Questo testo infatti non vincola nessuno all’applicazione dei ‘consigli’ condivisi, così che i centri privati già ora si muovono in maniera autonoma verso un’offerta riproduttiva senza regole. Si risponde al desiderio della coppia con l’improvvisazione, travisando il vero significato di genitorialità: non oggetto desiderato che si prenota, ma un atto di responsabilità”.

Movimenti per la vita e Cav del Veneto: prospettiva che preoccupa

“Le prospettive aperte dalla legalizzazione della fecondazione assistita eterologa non possono non preoccupare i pro-life veneti”, dichiara il presidente della Federazione veneta dei Movimenti e dei centri di aiuto alla vita Guido De Candia, che innanzitutto commenta la dichiarazione del presidente Luca Zaia, che a “Repubblica” ha detto: “Queste non sono norme per la morte, ma per la vita”. De Candia fa notare come in generale la fecondazione medicalmente assistita metta in essere una procedura che, secondo i dati forniti dall’ultima relazione ufficiale del Ministero della salute sulla legge 40 - riferiti al 2012 - ha portato alla formazione di 114.276 embrioni, di cui 18.957 sottoposti a congelamento e 93.634 impiantati in utero, e alla nascita di 11.974 bambini. “Anche nella generazione naturale una percentuale di embrioni è soggetta a non continuare il suo sviluppo – dichiara De Candia – ma nella Pma è in gioco con forte evidenza statistica un intervento umano di pianificazione che implica – con le tecniche e procedure attuali - la soppressione di circa otto embrioni per ogni nato”.
Nella citata intervista a Repubblica, il presidente Zaia ha affermato che il suo convinto sostegno all’eterologa è nato dalla sua identità di “cattolico e persona che ha avuto una formazione cristiana”.
“Ma autorevoli esponenti del mondo cattolico – replica De Candia – mostrano un approccio ben diverso al tema in questione. L’arcivescovo Cesare Nosiglia, ad esempio, ha ammonito che «la generazione di una persona non può essere confusa con la produzione di un oggetto fatto a dimensione dei propri bisogni» e il segretario della Conferenza episcopale italiana Nunzio Galantino ha dichiarato al Corriere della sera che «il desiderio di un figlio è bello e legittimo. Farlo diventare un diritto è cosa diversa. Un diritto si può cercare di raggiungerlo con ogni mezzo»”.

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