Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Tra i filari di cavi dell'alta tensione a Volpago
E’ stato avviato dal Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica l’iter autorizzativo del progetto di Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, per la nuova Stazione elettrica di Volpago del Montello. Il progetto prevede 2 km di nuove linee aeree e 26,3 km di linee in cavo interrato. E nei nostri paesi ricomincia il dibattito

Una linea è chiara e si staglia sulle verdi pendici del Montello, lungo un corridoio aperto in mezzo agli alberi. Parte da Ponte nelle Alpi, si infila lungo il Passo San Boldo, scavalca il Piave tra Falzé e Santa Croce e poi punta dritta verso Scorzé, guardando dall’alto le acque di Sile, Zero e Dese. L’altra linea è scura e segue il percorso apparente del sole da Cordignano a Sandrigo, tracciando il paesaggio, segnando il cielo con il suo triplice filare di cavi e imponendo l’altezza dei suoi tralicci anche a pochi passi dalle case. L’intersezione c’è, ma è solo sulla mappa, l’energia che trasportano è a voltaggi differenti e non fornisce direttamente né aziende né privati lungo tutto il loro tragitto. Lì dove i fili si incontrano senza toccarsi dovrebbe sorgere una stazione di trasformazione, con un investimento complessivo di 100 milioni di euro, anche per lo smantellamento di vecchie linee e l’interramento di altre.
In questa porzione di campagna transita, in parallelo a uno dei due elettrodotti, anche la Superstrada Pedemontana, che si vede e si sente, pur col traffico ancora ridotto dopo un anno dall’apertura del tratto verso Spresiano. Le coltivazioni di granoturco, orzo, uva, ciliegi si mescolano alle piante spontanee, come il gelso, “el morèr”, che qui ancora fa da confine tra una proprietà e l’altra. Tra uno stormo di rondini e qualche lepre, è facile incontrare chi passeggia a piedi o in bici lungo una delle poche strade vicinali rimaste ancora bianche. Nel raggio della futura stazione ci sono una ventina di case, compresa un’azienda agricola, che tra qualche anno potrebbero vedersi modificare ancora il panorama e la qualità della vita. Né loro, né i proprietari degli appezzamenti hanno più avuto notizie di Terna e da Terna da quasi sei anni, quando fu presentato un progetto grande il doppio di quello attuale e che aveva allarmato non poco i residenti. Ora il dibattito e le preoccupazioni sembrano sopiti e accantonati, ma l’iter prosegue.
Del tema si è occupato in questi giorni anche il Consiglio comunale di Volpago, che ha votato all’unanimità una delibera in cui si ribadisce la contrarietà alla costruzione della stazione e il sostegno all’ipotesi di sfruttare i corridoi autostradali esistenti. “Assieme ai Comuni di Limana e Scorzè - ha spiegato il sindaco Paolo Guizzo - avevamo inviato a Terna osservazioni puntuali, che però sono rimaste senza riscontro. La stessa commissione tecnica ministeriale ha rilevato che manca una visione sistemica nel progetto di riordino della rete, perché non affronta le questioni tecniche e paesaggistiche. Terna ha un atteggiamento autoreferenziale e anche nel suo piano di sviluppo 2021 continua con scelte impattanti che toccano zone tutelate dal punto di vista ambientale e paesaggistico”. Nel documento votato si chiede la sospensione dei termini del procedimento, l’avvio di un contraddittorio e una concreta alternativa di progetto. “Nulla ci è stato detto - prosegue Guizzo - sul perché l'ipotesi autostradale del 2008 sia scomparsa, dato che l'interramento è la normalità in altri Paesi europei e usato dalla stessa Terna al confine con la Francia”.
Molti dubbi li esprime anche il primo cittadino di Zero Branco, Luca Durighetto, a partire dalla mancata comunicazione da parte di Terna. “Mi disturba che tra Enti pubblici non ci siano comunicazioni, vedo che in altri Comuni ci sono dismissioni che sembrano selettive. Nel nostro caso la linea passa a ridosso del centro abitato di Scandolara, ma è ben visibile anche da Sant’Alberto. Non oso pensare cosa sarà coi piloni nuovi”. Durigetto sottolinea una contraddizione insita nel dibattito sulla produzione e il trasporto dell’energia elettrica. “Da una parte si spinge sulle comunità energetiche, dall’altra parte investe su progetti come questo, che sembrano servire solo a destinatari fuori dal territorio, mentre noi subiamo una servitù dalla quale non si traggono benefici. Abbiamo bisogno che la Regione sia al nostro fianco. Capisco che Terna è molto più forte di una decina di Comuni e che ha le sue esigenze e obiettivi. Ma il territorio merita rispetto, oltre alle opere compensative”.
E’ più attendista la sindaca di Scorzè, Nais Marcon, che in una nota fa sapere di “avere avviato, con i tecnici del Comune, un’attenta valutazione della proposta, chiedendo a chi di competenza chiarimenti e integrazioni, a seguito all’avvio del procedimento e indizione della conferenza dei servizi semplificata da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica”.
La Regione Veneto sarà parte in causa, direttamente coinvolta nell’iter che dovrebbe portare alla stesura dei progetti definitivi. “Con Terna abbiamo un dialogo e un confronto costante anche per altri progetti - spiega l’assessore allo Sviluppo economico, Roberto Marcato - e saremo al tavolo anche per questo progetto. Nel percorso fatto finora, abbiamo cercato di agevolare i processi, tenendo conto delle esigenze locali e di quelle sovracomunali. Il sindaco di Volpago aveva posto delle questioni, per arrivare a un progetto che fosse rispettoso delle esigenze dell’Amministrazione e di quelle ambientali. L’energia elettrica, a oggi, può essere trasportata solo con i cavi e ci sono necessità infrastrutturali da cui non si può prescindere. Secondo i tecnici la soluzione lungo le linee autostradali non è percorribile. Io mi batterò sempre perché ci sia il minore impatto ambientale possibile, anche con gli interramenti, dove è possibile”.
Secondo Paola Tonellato, esponente del Comitato Volpago Ambiente, da anni impegnata su temi ambientali “è una fortuna che l'Amministrazione comunale sia supportata, oltre che da un legale, da tre tecnici in vista della conferenza dei servizi. Le criticità e le contraddizioni rimangono le stesse di sempre: con la stazione a Volpago, la linea Soverzene-Scorzè che attraversa anche il sito Unesco delle colline del prosecco, oltre al Montello, avrà piloni molto più alti degli attuali e con una tensione molto più alta. L'impatto sarà notevole”. Nonostante il coinvolgimento formale di altri 17 Comuni e l’allargamento annunciato anche al territorio tra Valdobbiadene e Conegliano, Tonellato sostiene che “Volpago e Scorzè siano rimasti da soli, anche se con importanti collegamenti con il bellunese. E la Regione Veneto non ha certo aiutato. Coinvolgere i cittadini non sarà facile, ma ripartiamo. Ci sono tante contropartite da mettere sul piatto, a partire dagli interramenti delle linee”.
Nel suo Piano di Sviluppo 2023 Terna scrive che l’intervento “è particolarmente importante e urgente, in relazione alle attuali difficoltà di esercizio e ai livelli non ottimali di qualità del servizio sul sistema di trasmissione primario nell’area in questione, interessato da elevati transiti di potenza e caratterizzato da una insufficiente magliatura di rete”.
Per l’avvio della realizzazione dei lavori tra Volpago e Scorzè è indicato l’anno 2032, per la conclusione il 2035, mentre la razionalizzazione completa delle opere è prevista entro il 2040. Anche la vicenda di questi elettrodotti assomiglia sempre di più ad altri progetti “urgenti”, ma dilatati nel tempo o rimasti ancora sulla carta. Basti pensare ai ponti (sullo stretto di Messina o, per restare dalle nostre parti, quello sul Piave a Vidor), alle grandi strade come il Passante di Mestre, desiderato già dagli anni ‘80 e aperto nel 2009, o alla Superstrada Pedemontana Veneta, ancora incompleta dopo 12 anni dalla posa della prima pietra e un trentennio di dibattiti. Trovare un equilibrio, o almeno un buon compromesso tra le esigenze di pubblica utilità e quelle delle comunità locali, sarà il lavoro dei prossimi mesi e anni per tutte le parti coinvolte.