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Tessitura Monti, la priorità è proteggere i lavoratori
Da trattative tenute segrete, arriva ancora qualche spiraglio per lo storico marchio trevigiano dell'abbigliamento che oggi dà lavoro a 160 persone

Pare ormai segnato il destino della storica Tessitura Monti di Varago di Maserada, azienda che produce tessuti di camiceria dal 1911 e che oggi si trova in liquidazione giudiziale. La finestra per una possibile acquisizione di ramo d'azienda è garantita attraverso l'esercizio provvisorio, che scadrà a fine maggio 2023. Dopodiché, per lo storico marchio trevigiano di abbigliamento - che attualmente dà lavoro a 160 persone, dopo aver superato parecchie crisi - non rimarrebbe che il fallimento. Un colpo durissimo per le maestranze, ma anche per la comunità e il territorio, dove Tessitura Monti è una presenza importante e una garanzia da oltre un secolo.
Sulla vertenza stanno lavorando la Regione Veneto insieme a tutte le sigle sindacali, che sono state convocate a un tavolo insieme all'azienda prima di Pasqua, il 6 aprile scorso; in quell'occasione, è stata richiesta la cassa integrazione per i lavoratori.
Tavolo della Regione
L’incontro era convocato dall’assessora regionale al Lavoro Elena Donazzan, che lo ha gestito insieme all’Unità di crisi aziendali della Regione del Veneto, alla presenza del curatore della procedura di liquidazione giudiziale, Mario Pettinato, delle parti sindacali e delle Rsu. “Obiettivo del tavolo - spiega Donazzan - era comprendere quali sono le iniziative che il curatore ha intenzione di realizzare dal momento che c’è stata la conversione in liquidazione giudiziale dell’amministrazione straordinaria. Rispetto a questo, il curatore ha specificato che verranno valutate ancora possibili soluzioni industriali che potrebbero consentire l’eventuale recupero in termini produttivi del sito e di parte dei lavoratori attualmente in forza presso lo stabilimento. Questa ricerca verrà fatta nel prossimo periodo”.
Al momento, però, dagli elementi raccolti, le possibilità risultano abbastanza remote.
“Abbiamo chiesto alle parti del tavolo - ha aggiunto Donazzan - di avere confronti costanti e continui rispetto all’evoluzione della situazione per poter verificare se, effettivamente, emergeranno manifestazioni di interesse concrete per parte dei lavoratori. E, quindi, di intervenire in termini complementari con le politiche attive di ricollocamento sul territorio dei lavoratori che non faranno parte dell’eventuale nuovo perimetro aziendale”.
Il prossimo tavolo in Regione è fissato per venerdì prossimo 21 aprile. “L’abbiamo chiesto a breve scadenza per far sì che le parti possano valutare e decidere nel minor tempo possibile le azioni più opportune da intraprendere nell’interesse dei lavoratori” - ha concluso l'assessora.
Lamberto Marini, sindaco di Maserada sul Piave, ha dichiarato al nostro giornale: “C’è ancora qualche margine di trattativa nella vendita di un ramo d'azienda di Tessitura Monti, non tutto è perduto, le porte non sono totalmente chiuse. Prova ne è che il Tribunale di Venezia ha concesso una proroga nella scadenza ultima. Naturalmente, la questione è molto delicata e deve essere trattata con prudenza e riservatezza, come tutte le parti coinvolte stanno facendo. Come Amministrazione comunale stiamo seguendo attentamente la vicenda e ne siamo coinvolti. Nella peggiore delle ipotesi, se non si riuscissero a salvare neppure quei 60/70 posti di cui si parla, i lavoratori saranno comunque protetti e garantiti per tutto quello che è possibile”.
La cosa che forse fa più male, è sapere che comunque l'azienda ha commesse, ha mercato, anche a livello mondiale, specie nell'alta gamma, lo spaccio aziendale ha la fila dei clienti fuori, eppure tutto questo non è sufficiente per salvare un marchio di così alto valore. Sembrerebbe un paradosso, eppure è quello che sta succedendo a Varago.
L'impegno dei sindacati
Le Segreterie territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil Treviso erano già intervenute ufficialmente sugli organi di stampa parecchie settimane fa, quando pareva potesse andare in porto una trattativa di vendita di un ramo dell'azienda, possibilità poi sfumata. L’unica offerta di acquisto era pervenuta da un possibile compratore svizzero; parallelamente, lo stesso commissario straordinario di Tessitura Monti aveva presentato al Tribunale domanda di liquidazione d’azienda.
Appena hanno appreso queste notizie sconfortanti, i sindacati hanno spiegato: “Ci siamo mossi subito nel convocare un’assemblea dei lavoratori, per illustrare loro la situazione. Nel prepararsi a ogni eventualità, i sindacati si sono subito attivati per inoltrare al Ministero del Lavoro domanda di cassa integrazione per chiusura come salvagente reddituale fino al 31 dicembre 2023 e per richiedere alla Regione del Veneto l’avvio di politiche attive del lavoro. Per tutti i lavoratori e le lavoratrici operiamo per garantire gli ammortizzatori sociali necessari e il loro ricollocamento nel minor tempo possibile”.