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Scuola, la Regione Veneto punta sull'alta formazione professionale
“Vogliamo superare la storica separatezza tra mondo della scuola e mondo della formazione professionale – ha spiegato l’assessore Donazzan – e utilizzare al massimo tutte le competenze della Regione, a costituzione vigente".

Con la presentazione ai consiglieri della terza commissione del Consiglio veneto ha preso avvio l’iter di approvazione della riforma della formazione professionale in veneto e del varo del nuovo “sistema educativo” regionale. “Una riforma ambiziosa e di sistema, che segnerà questa legislatura e farà del Veneto una regione di rango europeo”, ha esordito in commissione Elena Donazzan, assessore all’Istruzione e alla Formazione, illustrando i cardini del disegno di legge.
Il testo di legge, primo firmatario il presidente Luca Zaia, punta a mettere in rete i diversi segmenti del mondo dell’istruzione secondaria e della formazione professionale e permanente (che conta oltre 700 mila studenti nella secondaria di secondo grado, 50 mila docenti), valorizza e stabilizza la peculiarità veneta dei centri di formazione professionale e punta a per costruire un sistema unitario e flessibile, in dialogo con il territorio e con il mondo delle imprese. Un sistema “Vogliamo superare la storica separatezza tra mondo della scuola e mondo della formazione professionale – ha spiegato l’assessore – e utilizzare al massimo tutte le competenze della Regione, a costituzione vigente, facendo tesoro delle esperienze di eccellenza maturate, per programmare un’offerta formativa aderente alle esigenze dei giovani e in sintonia con quanto ci chiedono imprese, famiglie e territori. L’obiettivo sono percorsi di qualità, flessibili e integrati tra loro, certificati da valutatori indipendenti, che consentano ai giovani di maturare competenze, di sperimentare l’alternanza tra scuola e lavoro e di trovare un impiego consono al proprio percorso”.
I 23 articoli della proposta di riforma si propongono di superare le leggi regionali esistenti in materia di formazione professionale e affidano alla Regione il compito di pensare e organizzare un sistema interconnesso tra istruzione e formazione. La regione dovrà misurare la domanda formativa, programmare l’offerta dei servizi di istruzione e formazione su base territoriale, promuovere e gestire l’orientamento (materia di esclusiva competenza regionale) e programmare un sistema di valutazione e di misurazione certificata degli esiti occupazionali del sistema formativo. Il Consiglio regionale avrà il compito di programmare, su base triennale le indicazioni per i piani di studio. La Giunta li declinerà in percorsi di istruzione, professionali e formativi, stabilendone sedi, standard, durata, articolazione, titoli e crediti in modo da garantire la spendibilità dei diplomi e anche la possibilità di passaggio da un percorso all’altro.
“Tra le novità della nostra proposta – ha sottolineato Elena Donazzan – c’è un investimento strutturale nell’alta formazione professionale. Il Veneto è la prima regione in Italia, e tra le regioni leader in Europa, per la qualità del proprio sistema di formazione professionale. Le classifiche dei più accreditati istituti di ricerca (Ocse e Pisas) fotografano un tasso di dispersione scolastica sensibilmente inferiore alla media nazionale (in Veneto è del 10,2%, livello paragonabile agli standard europei) e documentano che il 70 per cento dei giovani qualificati in Veneto trovano lavoro dopo un anno dalla qualifica.