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Mattarella al Meeting di Rimini parla di amicizia e felicità. “Fatevi amica la Costituzione”

Partendo dal tema della kermesse di CL che si chiude oggi nella città romagnola, “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile” e riallacciandosi ai suoi discorsi alle edizioni del Meeting del 2016 e del 2012, il presidente ha parlato di “amicizia” come “vocazione – incomprimibile – dell’uomo” e ha ricordato che “ogni volta che l’umanità, si è trovata di fronte al baratro – è accaduto con le due guerre mondiali novecentesche – ha trovato, dentro di sé, le risorse morali per ripartire, per costruire un mondo diverso, in cui, il conflitto, lasciasse posto all’incontro. Per immaginare, e progettare, il futuro insieme”
25/08/2023

“Vorrei che ci interrogassimo. Su cosa si fonda, la società umana; la realtà nella quale ciascuno di noi è inserito: è il carattere dello scontro? È inseguire soltanto il proprio accesso ai beni essenziali e di consumo? È l’ostilità verso il – proprio vicino, il proprio lontano? È la contrapposizione tra diversi? O è, addirittura, sul sentimento dell’odio, che si basa la convivenza tra le persone? Se avessimo risposto affermativamente, anche, soltanto, a una di queste domande, con ogni probabilità, il destino dell’umanità si sarebbe condannato da solo”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto il suo intervento, oggi al Meeting di Rimini. Partendo dal tema della kermesse di CL che si chiude oggi nella città romagnola, “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile” e riallacciandosi ai suoi discorsi alle edizioni del Meeting del 2016 e del 2012, il presidente ha parlato di “amicizia” come “vocazione – incomprimibile – dell’uomo” e ha ricordato che “ogni volta che l’umanità, si è trovata di fronte al baratro – è accaduto con le due guerre mondiali novecentesche – ha trovato, dentro di sé, le risorse morali per ripartire, per costruire un mondo diverso, in cui, il conflitto, lasciasse posto all’incontro. Per immaginare, e progettare, il futuro insieme”. Per Mattarella, dunque, “il crescere dell’amicizia fra le persone, è quel che ha caratterizzato il progresso dell’umanità”. Una prospettiva “naufragata nel decennio, iniziato quasi alla metà degli anni venti, proprio per difetto di sentimenti di solidarietà e di reciproca disponibilità tra i popoli” ma che “ha avuto successo, negli anni Quaranta e Cinquanta, per la comunità internazionale, con il dar vita alle Nazioni Unite, e con l’avvio della integrazione d’Europa”. Il presidente ha poi ricordato che la Costituzione italiana è nata “per superare le barriere”.Nell’assemblea costituente “opinioni diverse, si sono incontrate in spirito di condivisione, per affermare i valori della dignità, ed eguaglianza, delle persone, della pace, della libertà. La nostra Costituzione nasce con l’amicizia come risorsa a cui attingere, per superare insieme le barriere e gli ostacoli, per espellere, l’odio come misura dei rapporti umani, per esprimere la nostra stessa umanità”. Ma, ha avvertito, “l’aspirazione, non può essere, quella, di immaginare che l’amicizia unisca soltanto coloro che si riconoscono come simili. Al contrario. Se così fosse, saremmo sulla strada della spinta alla omologazione, all’appiattimento. L’opposto del rispetto delle diversità e delle specificità proprie a ciascuna, persona. Non a caso, la pretesa della massificazione, è quel che ha caratterizzato, ideologie e culture, del Novecento, che hanno portato alla oppressione dell’uomo sull’uomo”. Da qui un altro monito a “non resuscitare anacronistici nazionalismi”: “Non mancano mai i pretesti, per alimentare i contrasti. Siano la invocazione di contrapposizioni ideologiche, di caratteri etnici, di ingannevoli, lotte di classe, o la pretesa di resuscitare anacronistici nazionalismi. Quanto avviene ai confini della nostra Europa dopo l’invasione dell’Ucraina, da parte della Federazione Russa, ne offre drammatica testimonianza”. “Non vogliamo rinunciare, oggi, – ha aggiunto il presidente Mattarella – alla speranza della pace in Europa. L’Europa, che conosciamo, è nata da un reciproco impegno di pace che, i popoli e gli Stati, si sono scambiati dopo l’abisso della Seconda Guerra Mondiale. Su quella pace, sono stati edificati i nostri ordinamenti di libertà e democrazia. Su quella pace, è cresciuta la civiltà degli europei. Non ci stancheremo di lavorare per fermare la guerra. È contro lo strumento della guerra, che siamo impegnati nell’impedire una deriva di aggressioni del più forte contro il più debole. Per costruire, una pace giusta”.

“Nello studio dell’appartamento dove vivo, al Quirinale, ho collocato un disegno, che raffigura un ragazzino di quattordici anni, annegato con centinaia di altre persone nel Mediterraneo. Recuperato il suo corpo, si è visto che, nella fodera della giacca, aveva cucita la sua pagella: come fosse il suo passaporto; la dimostrazione, che voleva venire in Europa per studiare”, ha proseguito Mattarella. “Questo disegno – ha dichiarato – mi rammenta che, dietro numeri e percentuali delle migrazioni, che spesso elenchiamo, vi sono innumerevoli singole persone, con la loro storia, i loro progetti, i loro sogni, il loro futuro. Il loro futuro tante volte cancellato”. Cancellato insieme a quel diritto alla felicità, spesso citato nel dibattito pubblico ed elencata nella Dichiarazione di indipendenza, del 4 luglio 1776, degli Stati Uniti, da perseguire, “assieme a quelli alla vita e alla libertà”. “Non vi è definizione equivalente nel testo della nostra Carta costituzionale; eppure – ha ricordato il presidente della Repubblica – vi sono pochi dubbi, circa il fatto che, gli articoli della Costituzione, delineino una serie di diritti, e chiedano, alla Repubblica, una serie di azioni positive, per conseguire condizioni che rendano gratificante l’esistenza; sia pure senza la pretesa che la felicità sia una condizione permanente; quasi che la vita, con le sue traversie, non introduca momenti di segno diverso”.

Chiudendo il suo intervento Mattarella, citando Giuseppe Dossetti, uno dei padri costituenti, ha esortato i giovani “a farsi amica la Costituzione”: “Cercate di conoscere la Costituzione, di comprendere, in profondità, i suoi principi fondanti; e, quindi, di farvela amica e compagna di strada. Vi sarà presidio sicuro, nel vostro futuro, contro ogni inganno e contro ogni asservimento; per qualunque cammino vogliate procedere, e per qualunque meta vi prefissiate”.

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