Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
L'anello mancante
Una bretella a nord di Castelfranco. Il raddoppio della statale del Santo, a sud e fino a Padova. Si fanno sempre più forti le richieste del territorio, per evitare che la nuova Spv porti un traffico insostenibile alla viabilità locale. E per creare un "raccordo anulare" che, in gran parte, sarebbe dentro i confini diocesani

Bassano-Padova, Asolo-Padova, Montebelluna-Padova: da sempre sono tra i percorsi più tortuosi per le auto. Ci si deve cacciare nei labirinti tra Cittadella e Castelfranco, stradine ridotte quasi a viottoli. Semafori, passaggi a livello e per finire una strada dritta come un fuso, ma stretta e angusta che si chiama Sr 308, faraonicamente chiamata Nuova strada del Santo, ma che spesso costringe automobilisti a ricorrere al confessionale per riparare alle imprecazioni lanciate durante il viaggio.
Ora la prospettiva si fa ancora più nera: tra pochi giorni apre tra Bassano e Montebelluna la Spv, Superstrada pedemontana veneta, che farà da collettore del traffico che arriva da nord, da Asiago, da Trento e Monaco, da Pordenone e da Belluno, ma soprattutto sarà la strada preferita dalle aziende dell’industriosa Pedemontana veneta.
Dopo la colata d’asfalto parallela alle nostre Prealpi, la Spv, c’è ancora bisogno di asfalto per non soffocare paesi come Bessica, Ramon, Castello di Godego e Villarazzo. Per non intasare ulteriormente la circonvallazione di Castelfranco e dare una viabilità decente al Camposampierese, dove la vecchia strada del Santo, che attraversa il centro dei paesi, viene ancora usata per la congestione della parallela Nuova strada del Santo.
Si sapeva che la Spv avrebbe imposto scelte anche per la viabilità di collegamento. E’ il 2002, quasi vent’anni fa, quando il Comune di Vedelago chiede una nuova Sp 19 e chiede di intervenire sulla Postumia, in vista del progetto Spv. Nel Comune di Castelfranco il dibattito è presente da quasi 15 anni e fin da subito si chiese il collegamento tra il futuro casello di Cassola-Loria (ora ribattezzato Mussolente-Loria) lungo la Sp 245 fino alla rotonda sulla Sr 53, e da lì alla strada del Santo Sr 308. Questo progetto prese il nome di Bretella di Loria. Fu inserito nelle osservazioni al progetto Spv, quando ancora si doveva porre le prima pietra.
Nel 2019, il 16 gennaio, venne firmato un protocollo d’Intesa che coinvolgeva Comuni di Treviso e di Padova e le rispettive Amministrazioni provinciali, oltre che le associazioni imprenditoriali e l’Interporto di Padova. Nel documento si chiedeva proprio il collegamento della Spv con la Sr 308, un’unità di intenti che attende ancora una risposta dalla Regione Veneto. In zona Cesarini, ormai siamo pronti al duro impatto con il nuovo traffico generato dalla Spv sulla direttrice Nord Sud, il deputato Franco Manzato della Lega propone un emendamento al decreto Rilancio, che riserva, da qui al 2023, 200 milioni per realizzare i quasi 10 chilometri della Bretella. Nell’emendamento si parla anche di “ammodernamento dell’infrastruttura esistente”, cioè la “nuova” - la chiameremo “supernova”, visti i precedenti - Sr 308 che da Castelfranco dovrebbe raddoppiare le corsie fino a Padova.
Fosse realizzato questo asse nord sud sarebbe più facile anche l’accesso al nuovo ospedale a Padova est e per la Diocesi di Treviso, in maniera un po’ fortuita, ma utile, si chiuderebbe un anello di strade a scorrimento veloce: una sorta di “Grande raccordo anulare diocesano” tra A4 e Passante, A27, Spv e appunto Bretella e raddoppio della Sr 308. Anche le relazioni tra le parrocchie se ne gioverebbero.
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