Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
In viaggio lungo la Superstrada pedemontana veneta
Abbiamo percorso la nuova Superstrada da Bassano fino a Montebelluna, in compagnia di poche automobili e camion. Il percorso è agevole e in gran parte in trincea. Ma anche “salato”

Ha proprio ragione il sindaco di Mussolente, Cristiano Montagner: per entrare nella Superstrada pedemontana veneta dal nuovo casello di Loria Mussolente occorre attraversare il centro di Casoni, almeno per chi proviene da nord, dalla sp 248. Proprio la strada che dovrebbe essere scaricata di traffico da quando è entrato in funzione, con un’inaugurazione degna della marcia trionfale dell’Aida, lo scorso 28 maggio, il nuovo tratto da Bassano est a Montebelluna. Testeremo il nuovo tratto della Spv da Casoni, verificando così l’impatto sul traffico locale. A Borgo San Daniele, frazione di Casoni, sono in corso lavori per realizzare una zona di sicurezza per pedoni e biciclette, ma il traffico pesante passa nel centro. A dire la verità, in questa mattinata di luglio, non c’è grande traffico e, anche entrati in Spv, sono davvero pochi i veicoli circolanti. Appare semideserta a dispetto delle cifre che il Concessionario, la Sis, ha pubblicato: traffico triplicato dopo l’inaugurazione del nuovo tratto, si parla di oltre 15mila ingressi al giorno, mille i mezzi pesanti.
Comincia il viaggio
Percorriamo lo svincolo di accesso del casello Loria Mussolente: colpisce un’arteria nuova realizzata verso sud, verso Bessica, il cuore della produzione vivaistica trevigiana. Sono sei le piste tra entrata e uscita, casello ad alta automazione: una tipologia costante nell’intera tratta, fa eccezione Bassano est, 11 piste e due caselli, uno d’entrata da un lato e l’altro di uscita sull’altro lato. Provenendo da Mussolente, si apre subito dopo la galleria artificiale “Cassola”, 704 metri di lunghezza. La superstrada, alla periferia di Bassano scompare per riemergere al casello dove si può imboccare il ss 47, la Valsugana, e dirigersi verso Trento e Monaco. Verso sud, ci si dirige a Padova, il tutto senza entrare in città.
Inversione di marcia a Bassano Est
Rientriamo sulla Spv per dirigerci verso Montebelluna e verificare la facilità e velocità di un collegamento che oggi, lungo la sp 248, è tra i più lenti e pericolosi del Veneto, taglia una decina di paesi e si strozza a Onè di Fonte, con un semaforo a tre tempi. Da questa parte della galleria “Cassola” si intravede la linea ferroviaria sovrastante, Venezia-Bassano-Trento. Oltre a qui il treno incrocia la Spv altre tre volte: la linea Montebelluna-Padova, la Treviso-Belluno e infine, nel tratto che deve essere ancora completato, la Treviso-Udine. La tecnica utilizzata per questi sovrapassi ferroviari è denominata “sistema Verona”: degli scatolari vengono realizzati di fianco alla linea e poi spinti sotto i binari, realizzando le canne delle corsie; il traffico ferroviario non viene mai interrotto. Proseguendo si vedono fasci di architravi in acciaio, all’apparenza hanno il colore del ferro arrugginito, meno impattante, servono ad assorbire la spinta delle pareti.
Nel territorio degli Ezzelini
Siamo nel territorio degli Ezzelini, che la Spv taglia da est a ovest: a nord i monti, prima le pendici del Grappa verso il fiume Brenta, poi il Massiccio, più avanti saranno visibili le colline asolane, all’uscita di Montebelluna si potrà ammirare il Montello. Per chi viaggia il panorama per lungo tratto è interdetto, quasi tutto il tratto trevigiano è in trincea: sopra di noi, oltre ai sovrappassi, abbiamo i ponti canali, attraversamenti faunistici per animali d’acqua, anatre e uccelli migratori. Anche la galleria artificiale Loria-Mussolente permette la coltivazioni di campi al di sopra, per una lunghezza di 330 metri. La galleria del torrente Viazza scandisce l’ingresso nel Trevigiano; assieme al torrente di poco prima, il Muson, è uno dei passaggi più delicati per il drenaggio dell’acqua, questa è zona di esondazioni e proprio la regimentazione di questi scoli torrentizi dovrà essere verificata nel tempo.
I prati di Pio X
Ecco il casello di Riese Pio X, opportunamente nei cartelli indicato come riferimento per chi vuole andare a Castello di Godego, ovvero la possibilità di scendere verso la Strada del Santo, e quindi a Padova, un percorso trafficatissimo. Questo casello, assieme a quello di Altivole, entra nel cuore della vocazione turistica del territorio, da qui si accede a San Zenone, Pieve del Grappa, alla visita di aree naturalistiche di pregio. Si risale a livello campagna per qualche centinaio di metri. Qui sorgerà l’unica area di servizio prevista per la Spv, sia a destra che a sinistra pompe carburante e autogrill, da qui si gode il panorama dell’Asolano e si intravede l’area del cimitero monumentale Brion ad Altivole. Tempo brevissimo, poi si scende ancora e si entra nella galleria artificiale Altivole 490 metri e poi la galleria Noaje, 125 metri, entrambe realizzate per non mutare la linea d’orizzonte ad Altivole. Dopo un nuovo ponte canale ancora una galleria, San Pietro, 125 metri di attraversamento faunistico, sopra i campi coltivati e le servitù per la manutenzione o il soccorso nella Spv. Si affollano le opere di mitigazione, dai cristalli fonoassorbenti ai muri di contenimento dipinti in gradazione di marrone, i colori che si rincorrono per tutto il tracciato, sulle pareti e sui caselli.
A metà superstrada
Un’altra galleria, Zilio, ed ecco il casello mediano della tratta, Altivole, da qui si arriva ad Asolo, Maser, Possagno, al cimitero Brion; entrando nella sp 667, che parte da piazza Giorgione a Castelfranco Veneto, si raggiunge la Feltrina e la Destra Piave senza passare per Montebelluna. Da Feltre si sceglierà di entrare qui in autostrada in direzione Milano? Lo vedremo. Verso Trieste? Per ora non è possibile dirlo, almeno finché non viene aperto il tratto per connettersi alla A27. Questa è la chiave di tutta la scommessa della Spv: raggiungere i 27 mila accessi giornalieri per sostenerne i costi. C’è già il cartello che segnala l’innesto alla A27 ma, per ora, usciti a Montebelluna, di giorno serve anche un’ora fino a Treviso Nord, rallentati dal semaforo di Signoressa e poi di Postioma, senza traffico serve almeno mezz’ora. Il casello di Altivole lo lasciamo a sinistra, è rilevato rispetto la sede stradale della Spv che corre ancora in trincea.
Verso Montebelluna
Pannelli elevati oltre il colmo superiore mitigano l’impatto della galleria Brentella, l’area vista dall’alto è poco urbanizzata e la Spv tenta di rispettare il paesaggio agreste. Sempre in trincea attraversiamo la galleria Caravaggio di un centinaio di metri, come la precedente. Una serie di ponti canale scorre sopra le nostre teste, l’acqua in questa superstrada è ovunque, sopra, sotto, nei canali interrati, nella vasche di laminazione costruite sui bordi, stiamo attraversando la zona di ricarica del Grappa, l’acqua qui è in falda e riemergerà formando il Sile a Vedelago. Ecco l’altra ferrovia la Montebelluna-Padova, la tecnica costruttiva è sempre quella degli scatolari, nel caso si voglia raddoppiare il binario c’è spazio ancora disponibile. Dopo una serie di attraversamenti, canali e stradine di campagna sopra la testa, la lieve risalita annuncia l’arrivo a Montebelluna, la strada si fa più lineare, meno nervosa, infine si scende per l’ultima galleria, denominata Trevignano, la più lunga di questo tratto, 760 metri. Si resta in trincea, si sottopassa la ferrovia Treviso-Montebelluna, ecco i caselli, entrambi collocati a nord. Una rotonda ti fa uscire sulla Feltrina, verso sud c’è Signoressa (il cui centro sarà presto bypassato dalla nuova tangenziale), a destra la grande insegna “Intesa San Paolo” ricorda tristemente la sede prestigiosa che fu di Veneto Banca, oggi la direzione sarebbe a un passo dall’autostrada e più vicina alla capitale della finanza, Milano, con cui non volle mai allearsi. Finiamo qui il nostro viaggio in Spv consigliato il percorso inverso, da Montebelluna a Bassano per ammirare, nei tratti in rilevato, il paesaggio pedemontano. Ultima notazione da Bassano est a Montebelluna 4,60 euro, 27,7 chilometri, con 3,70 si va da Mestre a Padova Ovest, 34 chilometri.