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Il reinserimento lavorativo passa per i corsi di taglio e cucito

Numerose iscrizioni alla Sartoria sociale e artistica, ad Asolo e a Giavera: le attrezzature sono state donate da Michele Berdusco e Lucia Galiazzo, sarti abituati nel passato a vestire donne e uomini illustri

13/04/2023

Tu chiamali scarti se vuoi, lasciali in fondo al cassetto, buttali in soffitta, ma se entri nella Sartoria sociale e artistica, ecco che li vedi con occhio diverso. Là si utilizzano scampoli di stoffe destinati altrimenti al macero, grazie a un progetto che l’Amministrazione comunale di Giavera, unica dell’area montelliana, ha accolto per offrire opportunità di crescita ai cittadini. I primi corsi di taglio e cucito hanno avuto il tutto esaurito e si ripetono, affiancati da altre attività, in una sala di villa Wassermann, quella residenza signorile acquistata dal Comune per trasformarla in fucina dell’arte, della solidarietà e della formazione professionale.

“Conoscevo l’associazione - racconta Andrea Maccari, assessore alle attività produttive - ho seguito il progetto fin dal suo inizio ad Asolo e ne ho compreso l’utilità sociale in ogni sua forma, dalla promozione del territorio all’opportunità del singolo. Ci sono aziende che avrebbero necessità di personale con una formazione di base e c’è chi cerca un reinserimento lavorativo”. Ed ecco arrivare il progetto tagliato su misura anche per chi desidera mettersi in proprio. La proposta dell’assessore Maccari è stata approvata all’unanimità, anzi la “squadra”, come la chiama lui, ci ha messo sopra un finanziamento che va a ridurre del cinquanta per cento la cifra di iscrizione. Ed è andata oltre con l’inserimento del laboratorio di stampa su magliette tra le attività dei Centri estivi, dove i ragazzi si divertono, sviluppano manualità e creatività.

Intanto il pensiero tira fuori il passato, si posa sulla figura di Lucia Galiazzo, colei che cuciva per Borsato e altre boutique della città, per quella Treviso bene che poi incrociava in Calmaggiore con l’abito da lei messo a puntino. Lucia, dopo aver offerto esperienza e lavoro per attività sociali a Giavera, se n’è andata l’anno scorso. Ha lasciato un po’ di cuore su quella macchina da cucire, sugli attrezzi che il figlio Nicola Ghedin ha offerto al Comune. Ma la Provvidenza non è cieca. Ora tutto quel bendidio, a disposizione della Sartoria sociale, può tornare a solfeggiare, guidato da mani che vogliono imparare.
Stesso dono è stato fatto alla sede di Asolo, dove il progetto naviga a vele spiegate da due anni anche grazie alle attrezzature, tavolo da lavoro compreso, di Michele Berdusco, un nome una garanzia, colui che ha vestito uomini illustri dello spettacolo e dell’industria.

Entri nella Fornace di Asolo, concessa da Confartigianato, oppure a Villa Wassermann, due sedi della Sartoria, ruoti lo sguardo e nulla si muove: teste piegate su mani che disegnano morbidi cerchi nell’aria. Diamine, nessuno vede l’intruso, la passione rende ciechi, sordi e muti. Dal fondo si muove la direttrice, Valeria Bertesina artista vicentina con un background di tutto rispetto: liceo Artistico statale di Padova, l’Università internazionale dell’arte di Venezia e la Scuola internazionale di grafica.

In Sartoria la fantasia e l’offerta vanno incontro agli interessi più vari: dal cucito, al ricamo, alla stampa su tessuto, alla maglia a ferri, alla pelletteria artistica. Se vuoi conoscere le tecniche del ricamo, o sei più sofisticato e pensi a quello giapponese, ecco un maestro artista che giunge da Verona, che ha un suo negozio in quella via di artigiani e artisti, tanto frequentata dai turisti. E’ Simone Villa, milanese trapiantato in Veneto, fashion designer, esperienza accanto a Giorgio Correggiari, colui che ha utilizzato il materiale di riciclo con mezzo secolo di anticipo.
Alla Sartoria sociale e artiAlla Sartoria Sociale e Artistica le iscrizioni piovono sia ad Asolo, sia a Giavera:stica le iscrizioni piovono sia ad Asolo, sia a Giavera: non più di cinque o sei persone per corso per coniugare l’apprendere al dialogo.

Tra i tavoli si muove Andrea, giovane falegname dei dintorni con 4 anni di esperienza in Canada. Ora disoccupato, cerca qualcosa da fare, scopre il corso di ricamo. Lo frequenta, gli piace l’ambiente, si offre come volontario accanto agli artisti della stampa su stoffa.
A Giavera, dopo una brevissima pausa pasquale, i corsi sono di nuovo in piena attività, eppure l’inaugurazione non è ancora avvenuta: sarà il 5 maggio alle 18.30, con il vernissage della mostra di pittura di 26 artisti.

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