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Corruzione, ombre anche sulla Pedemontana
Tra le persone indagate dalla Procura di Firenze anche il direttore dei lavori della Superstrada. Zanoni: "Troppi lati scuri su questa grande opera". Rubinato: "Il problema non si risolve ricentralizzando i poteri".

Le nuove indagini sulla corruzione portate avanti dalla Procura di Firenze hanno scatenato un terremoto politico, che coinvolge in queste ore anche il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Ma le nuove inchieste lambiscono anche il Veneto e in particolare, oltre al Mose, anche la Superstrada pedemontana veneta. Nella rete dell’inchiesta della magistratura fiorentina per le tangenti degli appalti di Tav ed Expo (4 arrestati e 51 indagati in totale) è infatti caduto, oltre ad Ercole Incalza funzionario del Ministero delle infrastrutture dal 2001, anche l’Ing. Stefano Perotti che secondo l'ex parlamentare europeo del Pd Andrea Zanoni “risulta essere il direttore dei lavori dei cantieri della Superstrada pedemontana veneta"
Tra le figure chiave per la realizzazione di questa grande opera aumenta quindi - fa notare Zanoni - il numero di coloro che per un motivo o per l’altro sono caduti nella rete della giustizia italiana.
Prima è capitato al responsabile unico del procedimento della Spv, Giuseppe Fasiol, arrestato e poi rilasciato nell’ambito dello scandalo del Mose, poi all’amministratore delegato di Veneto Strade e Commissario straordinario della Spv, Silvano Vernizzi, indagato per il reato di turbativa d’asta con altri cinque dirigenti della Regione Veneto in relazione all’affidamento alla società Adria Infrastrutture dell’incarico per la realizzazione della Via del Mare in project financing (una superstrada a pedaggio tra Meolo e Jesolo) ed ora capita addirittura al direttore dei lavori, Stefano Perotti.
Come ricordano i magistrati fiorentini Perotti in veste di direttore dei lavori si garantiva un guadagno imponente che andava dall’1 al 3 % dell’opera diretta.
Andrea Zanoni, che da Eurodeputato è intervenuto più volte sulle troppe ombre della Pedemontana, ma anche su quelle del Mose, dichiara: “Dopo l’arresto del direttore lavori della Pedemontana mi auguro che il magistrato Raffaele Cantone alla guida dell’autorità nazionale per l’anticorruzione acceleri le indagini annunciate lo scorso gennaio facendo presto luce sui troppi lati oscuri di questa grande opera. Fortunatamente sta indagando anche la Corte dei Conti che appena lo scorso 19 febbraio ha chiesto sulla Pedemontana una serie quasi interminabile di chiarimenti in un documento di addirittura ventiquattro pagine. La Pedemontana veneta sta costando ai contribuenti un occhio della testa e dopo questo ennesimo episodio che vede l’arresto di una figura chiave è doveroso fare immediatamente luce sulle varie responsabilità in essere e sull’utilizzo dei soldi pubblici rivedendo tutti gli incarichi di quest’opera”.
In merito alle inchieste per corruzione interviene anche la parlamentare del Pd Simonetta Rubinato. “Certezza delle pene, semplificazione e trasparenza delle procedure, accountability dei decisori politici verso i cittadini, limite di mandato per chi esercita funzioni esecutive di governo come assessori regionali e ministri, rotazione dei dirigenti devono essere gli strumenti della lotta ad un sistema di corruzione. Si illude chi pensa di risolvere il problema ricentralizzando poteri, procedure e risorse”, sostiene la Rubinato commentando l’inchiesta sull’Alta Velocità e grandi opere che interessa da vicino anche il Veneto con riferimento alla Tav Brescia-Verona, alla Mestre-Orte e alla Pedemontana.
“Prendiamo il caso della Brescia-Padova, in tutto 150 chilometri, per la cui realizzazione è previsto un costo di 10,5 miliardi di euro, cioè 65 milioni a chilometro, ovvero il triplo rispetto ai costi medi nel resto d’Europa. Forse – si chiede la deputata – basterebbe questo dato per capire che qualcosa non quadra e che sono necessari controlli più approfonditi per capirne il perché”. "Il Veneto ci sono numerose carenze della rete infrastrutturale da colmare, ma occorre pianificare le opere sulla base di priorità che rispondano ai reali bisogni di cittadini e imprese, non per soddisfare gli interessi di qualche consorteria d'affari, come avevo già affermato sei mesi fa ad es. nel caso del progetto di finanza della Orte-Mestre” conclude la parlamentare.