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Autismo, la Nostra Famiglia in Veneto segue 770 ragazzi
Nella giornata del 2 aprile, dedicata alla consapevolezza sull’autismo, l'associazione fa un bilancio. La struttura è stata inserita nella rete Veneto per l'autismo e mappata tra i servizi dedicati alla diagnosi e alla cura dei disturbi dello spettro autistico dall'Istituto superiore di sanità

Nella giornata del 2 aprile, dedicata alla consapevolezza sull’autismo, La Nostra Famiglia fa un bilancio dei giovani con autismo sostenuti in Veneto: fino a oggi sono state effettuate diagnosi e riabilitazione per 770 bambini e ragazzi che sono attualmente in carico ai vari centri.
L’associazione fa parte anche della Rete Veneto per l’autismo ed è inserita nella mappatura dell’Istituto superiore di sanità (Iss) tra i servizi della Regione dedicati alla diagnosi e cura dei disturbi dello spettro dell’autismo.
L’autismo rappresenta, dunque, una delle diagnosi prevalenti in quasi tutti i centri della Nostra Famiglia in Veneto: a oggi le famiglie in carico ai centri di riabilitazione per disturbi dello spettro dell’autismo sono 770 (polo di Conegliano-Pieve di Soligo 185, Treviso 108, Oderzo 71, Padova 260, Vicenza 102, San Donà di Piave 44).
L’associazione ha aderito, inoltre, al percorso della costituzione della Rete Veneto per l’autismo e le sedi sono presenti da giugno 2021 nella mappatura dell’Iss; nel territorio dell’Ulls 2 Marca Trevigiana prosegue l’intensa collaborazione di presa in carico precoce dei piccoli riconosciuti anche a maggior rischio di sviluppo di disturbi dello spettro, in collaborazione con i percorsi di follow-up della Terapia intensiva neonatale di Treviso.
L’attività di diagnosi e presa in carico riabilitativa a favore dei bambini con disturbo dello spettro autistico e delle loro famiglie avviene con modalità consolidate e nuove proposte indotte dalle esperienze maturate nel corso dello stato di emergenza sanitaria.
“Nel 2020 la prima immediata sospensione delle attività riabilitative si è sommata al contestuale venire meno di ulteriori fattori ambientali protettivi, come la frequenza scolastica, le attività comunitarie e del tempo libero: tutto questo ha rischiato di ostacolare gravemente il benessere dei nostri utenti, in misura tanto maggiore quanto più complessa era la loro condizione clinica e minore la loro età”, ha spiegato la coordinatrice sanitaria dei centri di riabilitazione, Matilda Franzoi.
I centri della Nostra Famiglia hanno quindi ripensato i percorsi di riabilitazione con un’azione, del tutto nuova e sperimentale, di presa in carico anche a distanza: mediante video call, piattaforme online, materiali video creati ad hoc e consulenza telefonica si è provveduto a monitorare le condizioni cliniche dei pazienti, fornire e condividere indicazioni abilitative ed educative, sostenere l’attività e soprattutto la partecipazione dei soggetti.
Dopo una prima fase di risposta emergenziale al bisogno, visto il perdurare della situazione pandemica e le nuove prospettive di normative regionali e nazionali, si è mantenuta una modalità di lavoro in forma mista (presenza e distanza). Le attività in presenza si sono gradualmente riorganizzate, con formule ambulatoriali e diurne, rivolte alle diverse fasce d’età, coinvolgendo prevalentemente minori, con ampia fascia d’età dai 2 ai 18 anni.