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Suore di Maria Bambina: un secolo di carità

Cento anni fa l'avvio dell'orfanotrofio in quella che oggi è casa Saretta. Un libro ripropone le molte iniziative di questi decenni

24/03/2021

In questi giorni, oltre ai cento anni del parroco emerito, mons. Bruno Gumiero, la parrocchia di San Donà di Piave festeggia anche un altro centenario, che coinvolge l’intera città. Agli inizi del 1921, infatti, le suore di Maria Bambina davano l’avvio all’attività di accoglienza dei bambini orfani della Prima guerra mondiale nell’orfanotrofio di via Pralungo.

In realtà, la presenza a San Donà delle suore di Carità – meglio conosciute come suore di Maria Bambina – risale al 1913, quando arrivarono per gestire l’allora ospedale Umberto I. Agli inizi del 1921, poi, un’altra piccola comunità di questa congregazione religiosa entrò nell’edificio appena terminato per dar vita al nuovo orfanotrofio. In più di un secolo di presenza a San Donà, le suore di Maria Bambina hanno prestato la loro opera caritatevole: nell’orfanotrofio, poi casa Saretta (1921), nell’ospedale civile (1913-2006), nell’asilo San Luigi (1922-2010) e nella casa di riposo “Monumento ai Caduti” (1932-2020).

L’idea del libro prende allora origine dal ricordo dei primi cento anni di vita di quest’opera della parrocchia, che dal 2000 si chiama casa Saretta.

Il volume “Cent’anni di Carità. Casa Saretta e le suore di Maria Bambina a San Donà di Piave”, fortemente voluto dalla congregazione e dalla parrocchia, curato da Marco Franzoi, è stato dunque presentato sabato 13 marzo scorso in duomo.

In occasione della presentazione sono intervenuti, oltre al parroco, mons. Paolo Carnio, il sindaco Andrea Cereser con l’assessore alla cultura Chiara Polita, la madre provinciale dell’Ordine, suor Caterina Bonalda, e mons. Giuseppe Rizzo, delegato vescovile per la vita consacrata.

Nella presentazione del volume, il parroco scrive che “era doveroso scrivere un libro, per non dimenticare tutta la carità che in più di cento anni è stata distribuita dal Signore attraverso le suore di Maria Bambina”. E nel presentare l’opera in chiesa ha ricordato che “la carità di Cristo per raggiungere il cuore dei bisognosi, necessita di altri cuori che, per grazia e per scelta personale, la ospitino e la distribuiscano ai fratelli e alle sorelle che la chiedono”.

Il sindaco, nel suo intervento, ha sottolineato la similitudine tra la situazione di oggi e quella di cento anni fa, caratterizzata dalla pandemia di influenza spagnola e dalla ripresa dopo un evento tragico come era stato la Prima guerra mondiale. E oggi, come allora, afferma il sindaco, è necessario pensare, progettare e lavorare per la “next generation”, cioè per coloro che verranno dopo di noi. “Così – ha ricordato il sindaco – la presenza delle Suore di Maria Bambina, è stata una storia lungimirante che è un messaggio di accoglienza, carità, ma anche di coraggio”.

Nel suo intervento, mons. Rizzo ha riletto la storia della presenza delle suore lungo questi cento anni, come ben descritto nel volume, ricercandone il senso, il significato, i frutti che ancora produce e infine aprendo una finestra sul futuro richiamando due profezie. La prima prende spunto da “Ago e filo”, una piccola attività estiva proposta dalle suore che ha avuto un riscontro meraviglioso sia in termini di presenze, oltre un centinaio di bambine ogni estate, che per il suo valore. “Ago e filo – afferma mons. Rizzo – dicono pazienza e sapienza, cura delle piccole cose, dicono la sapienza che ripara gli strappi della vita e la pazienza che cerca soluzioni a tutti i problemi. Ago e filo è l’artigianato della pace, l’artigianato dell’amore”. Un secondo spunto viene tratto dalla testimonianza di suor Pierangela Melan, attuale superiora della casa sandonatese, che nel libro scrive: “Casa Saretta, maestosa nella sua facciata di pietre a vista, irregolari perché riciclate dalle case distrutte dalla guerra… testimonia la pienezza del dono offerto con amore, anche nella precarietà dei mezzi e fa restituire a chi è nel bisogno quanto si è ricevuto”.

“È «l’elogio dell’imperfezione» – afferma mons. Rizzo citando il premio Nobel Rita Levi Montalcini che così intitola la sua autobiografia -. Guai a chi attende opere perfette, genitori perfetti, poveri perfetti, famiglie perfette, giovani perfetti, per cominciare a fare il bene. Dio si giova della povertà e dell’imperfezione, nostra e altrui, per dispensare grazia al mondo”.

Dopo l’intervento della madre provinciale, suor Caterina Bonalda, l’autore del volume, Marco Franzoi, ha ringraziato le suore e la parrocchia per la fiducia accordatagli e ha brevemente illustrato la struttura del volume: alla prima parte storica del libro, seguono notizie sulle Suore di Maria Bambina, sulle attuali attività, sui gruppi e le associazioni che hanno sede a casa Saretta, nonché alcune testimonianze dirette.

Copie del volume, il cui ricavato andrà totalmente a favore dell’opera di Casa Saretta, possono essere acquistate in chiesa, o rivolgendosi alle suore di Maria Bambina, in via Pralungo 12 (tel. 0421 52943).

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