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Si è svolta il 20 settembre la tradizionale processione. La celebrazione è stata presieduta da mons. Corrado Pizziolo. Festeggiati il 160° della ricorrenza e il 90° della consacrazione della chiesa.
Si è svolta domenica 20 settembre, come da tradizione, la festa votiva della “Madonna del Colera”: a presiedere quest’anno la celebrazione eucaristica è stato il vescovo della diocesi di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, originario della diocesi di Treviso.
La ricorrenza della Madonna delle Grazie del 2015 coincide con alcuni anniversari: innanzitutto si ricordano i 160 anni della sua istituzione, che risale infatti al 1855, anche se la prima venne celebrata solennemente nel 1856. In quell’anno di metà secolo ci fu a San Donà un’ennesima e violenta epidemia di colera che, tra giugno e settembre colpì 145 abitanti, molti dei quali già indeboliti dalla pellagra e malaria.
La cessazione improvvisa dell’epidemia, il 24 settembre 1855, dopo l’affidamento alla Vergine Maria, fu accolta da tutti come un suo miracolo. La Vergine da allora viene festeggiata nella festa votiva della “Madonna del Colera”, istituita dal parroco mons. Giuseppe Biscaro (a San Donà dal 1853 al 1881). Maria viene perciò venerata come donatrice di Grazie e, in particolare, per quella della liberazione dal colera.
Il secondo anniversario riguarda la consacrazione del Duomo, avvenuta 90 anni fa: nel 1925, infatti, la festa della Vergine a San Donà coincise con la consacrazione del nuovo Duomo, ricostruito sulle macerie del precedente edificio sacro.
Mons. Luigi Saretta (parroco tra il 1915 e il 1961) seguì l’esortazione di mons. A. G. Longhin, il vescovo beato infatti, visitando le macerie delle 47 chiese della diocesi distrutte lungo la linea del fronte del Piave nell’anno 1917-18, incoraggiò la loro ricostruzione con il motto: “Come erano e dove erano” e “più belle di prima”.
L’incarico del progetto fu affidato all’architetto veneziano Giuseppe Torres, che si ispirò alla precedente chiesa di A. Diedo e G. B. Meduna, migliorandola.
In stile neoclassico, ispirato alla chiesa del Redentore di Venezia, il Duomo di San Donà è dedicato a “Dio Ottimo Massimo e alla beata Vergine Maria delle Grazie”, come scritto sul cornicione del pronao.
La ricostruzione fu iniziata nel dicembre 1919 e nel marzo 1923, quarta domenica di Quaresima, la chiesa fu aperta al culto: erano trascorsi quasi sei anni dall’ultima celebrazione del novembre 1917.
Le campane del nuovo campanile risuonarono a festa il sabato santo di quel 1923, dopo il lungo “silenzio” di sei anni.
La consacrazione solenne avvenne dunque per mano dello stesso mons. Longhin sabato 19 settembre 1925 alla vigilia delle celebrazioni del Congresso eucaristico che si tenne a San Donà. L’evento è ricordato in lingua latina nella lapide marmorea affissa sul fondo della chiesa. Il segno di riconoscimento della avvenuta consacrazione è costituito dalle 12 croci dorate in forma greca affisse ai muri lungo il perimetro della navata del Duomo.