martedì, 17 settembre 2024
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Più rete e comunione per sette parrocchie

Dal 6 al 15 febbraio il vescovo, Gianfranco Agostino Gardin, sarà nelle comunità miranesi per la Visita alle comunità della futura Collaborazione pastorale. Un’occasione per rilanciare
un cammino condiviso che metta insieme i punti di forza di ciascuno.

Oltre 26 mila abitanti. Un livello di vivibilità invidiabile, nonostante il recente sfregio del Passante. Una ricca rete di servizi, dagli ospedali alle scuole di ogni grado. Il tutto nel cuore del triangolo Padova-Treviso-Venezia. Questa, in rapidissima sintesi, la carta d’identità di Mirano, all’estremo sud della diocesi, che si appresta a vivere, dal 6 al 15 febbraio, la Visita pastorale del vescovo Gianfranco Agostino. Un passaggio forte in vista della futura costituzione della Collaborazione pastorale, che vedrà camminare insieme ben sette parrocchie, due nel capoluogo e cinque nelle frazioni.
Quella di Mirano è sicuramente una realtà benestante. Lo dicono le statistiche, che da anni vedono il comune al secondo posto in provincia di Venezia, appena dietro il capoluogo, per reddito pro-capite. Un fatto che, a fronte di una buona tenuta economia anche in questi anni di crisi, porta con sé degli effetti negativi. “Da un lato - sottolinea monsignor Lino Regazzo - vivere a Mirano sta diventando un lusso, soprattutto per l’alto costo delle abitazioni: abbiamo perso, anche dal punto di vista dell’impegno in parrocchia, molti giovani e tante coppie, che per trovare una casa a prezzi accessibili si sono spostati in altri comuni. Dall’altro lato lo sviluppo economico non è accompagnato da un pari sviluppo culturale. Tende sempre a prevalere il fine commerciale, manca una capacità di riflessione e discernimento per leggere e rispondere alle altre crisi: della famiglia, dei giovani, della partecipazione alla vita sociale e civile”. Può essere letto anche in questa prospettiva il calo di partecipazione alla vita delle parrocchie. “A Vetrego ci sono 1.350 abitanti - racconta don Pietro Mozzato, pastore della parrocchia più piccola -, ma i praticanti non superano i 350. Il restante migliaio sono quelli che io chiamo gli indifferenti”. La futura collaborazione, da questo punto di vista, può rappresentare un importante momento di rilancio. Soprattutto se saprà mettere in rete i tanti fermenti presenti sul territorio, di cui le realtà presentate nelle pagine successive rappresentano una panoramica necessariamente parziale. Al di là del lavoro di altri gruppi e associazioni, non va infatti dimenticata la significativa presenza, soprattutto in ambito educativo, dei padri Giuseppini del Murialdo e delle madri Canossiane, saldatasi negli ultimi mesi con l’avvio da parte dei primi di nuovi servizi per l’infanzia negli spazi fino a giugno scorso occupati dall’asilo intitolato a Maddalena di Canossa.  “Già da alcuni anni - spiega don Ruggero Gallo, parroco di Zianigo - abbiamo attivato una segreteria unitaria, luogo di conoscenza e confronto tra sacerdoti e laici. Su alcuni aspetti, come i corsi di preparazione al matrimonio, la collaborazione è già stretta. Ora, sotto la spinta della visita, la creazione delle commissioni per i vari settori della pastorale rappresenta un ulteriore passo in avanti, che ci permetterà di confrontarci e lavorare assieme sul fronte della pastorale giovanile e post battesimale”. Altro vantaggio è rappresentato dalla forte identità delle singole parrocchie, ognuna delle quali è caratterizzata da significativi punti di forza che potranno divenire patrimonio comune.
“Sta anche a noi sacerdoti - aggiunge mons. Regazzo - far sentire la collaborazione non come una semplice riorganizzazione, ma come un cammino dal valore ben più profondo. Non bastano le celebrazioni comunitarie e i momenti assembleari se poi ognuno rientra nel suo «piccolo mondo». Dobbiamo coltivare, assieme ed assiduamente, il valore della comunione”.  
Proprio in un’ottica di comunione, la visita del Vescovo contribuirà a rafforzare il legame con la diocesi. “Vuoi per distanza geografica - sottolinea don Ruggero -, vuoi per tradizioni e devozioni fortemente radicate, la nostra gente spesso sente più il legame con Venezia e con festività come la Madonna della Salute. L’arrivo del nostro Vescovo sarà un’occasione per tutti per riscoprire il legame e la comunione con la Chiesa di Treviso”.

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