Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Noventa, i cento anni della chiesa
In questi giorni la chiesa di Noventa di Piave, ricostruita a seguito dei bombardamenti della Prima guerra mondiale, ha compiuto i cento anni dalla sua consacrazione. Le celebrazioni per questo importante momento hanno toccato il culmine mercoledì 22 novembre, ricorrenza di san Mauro di Parenzo, cui la chiesa è dedicata, con una solenne messa cui hanno partecipato il vescovo Michele Tomasi, i precedenti parroci di Noventa, quelli della collaborazione e quelli provenienti dalla parrocchia. “Il percorso di avvicinamento a questo grande appuntamento è iniziato due anni fa - ci racconta il parroco, don Mario Rossetto - e le iniziative si sono intensificate quest’autunno con concerti, mostre e visite alla chiesa e al campanile. In tutti questi appuntamenti abbiamo cercato di rendere protagonisti soprattutto i giovani del catechismo, pensando questi momenti soprattutto per loro”. Se l’attuale chiesa di Noventa ha compiuto il suo primo secolo, la presenza di un luogo di culto nell’area è decisamente più antica: i vicini scavi archeologici, infatti, hanno documentato la presenza di una chiesa sin dal VII secolo d.C, successivamente ampliata nel corso del Rinascimento. La chiesa, situata in una posizione strategica lungo il Piave, dove nel corso del Medioevo sorgeva un importante porto fluviale, era una delle cinque pievi madre della diocesi, assieme a Castello di Godego, Montebelluna, San Cassiano e Trebaseleghe. L’edificio rinascimentale venne, purtroppo, distrutto dagli scontri bellici. La devastazione della Prima guerra mondiale fu così totale che la chiesa, rasa al suolo, venne ricostruita a circa cento metri di distanza dalla precedente, più lontana rispetto all’argine del Piave e più vicina alla piazza del municipio.
L’attuale chiesa è stata progettata, in uno stile a metà tra liberty e romanico, dagli architetti Giovanni Possamai e Domenico Rupolo. Quest’ultimo - come è emerso nel corso della conferenza di venerdì 17 novembre a lui dedicata – fu un architetto che mise a servizio la sua fede per progettare una cinquantina di edifici sacri in tutto il Veneto, come il seminario di Vittorio Veneto e di Verona, talvolta sperimentando nuovi linguaggi e la cui opera meriterebbe di essere riscoperta.
“Nella chiesa di Noventa, ad esempio, il particolare ambone disegnato da Rupolo rappresenta due tombe vuote, soluzione che racchiude un potente significato: nella nostra chiesa pronunciamo le letture da un luogo di resurrezione” ci fa notare don Mario. E’ stata la cerimonia di mercoledì con il vescovo Tomasi a segnare il punto più alto delle celebrazioni di quest’ultimo periodo: “Quello con il Vescovo è stato un vero e proprio evento di riscoperta della nostra storia ecclesiale, siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla sua disponibilità. Il Vscovo, infatti, si è a lungo intrattenuto con tutti i nostri parrocchiani e i bambini del catechismo” racconta don Mario, che aggiunge: “La partecipazione dei fedeli a questo momento ha superato le mie aspettative. E’ stato davvero bello vedere l’intera comunità riunita per questo importante momento: è stato indescrivibile”.
Giorgio Boem