venerdì, 25 aprile 2025
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Noale: una serata sulla storia del Lanificio Eger

La storia del Lanificio Eger, un'istituzione lavorativamente parlando per la comunità di Noale, raccontata ai cittadini durante un piacevole incontro serale organizzato in piazza dalla Pro loco cittadina. 

E’stato come la Fiat per Torino. Il Lanificio Eger, negli anni del boom economico, ha dato da vivere a centinaia di famiglie di Noale, e non solo. Alla scuola dei suoi fondatori, i fratelli Francesco e Giulio con la mamma Lina, si sono formati imprenditori del tessile e abbigliamento ancora oggi in attività. Il più noto è sicuramente Sandro Zara che, su invito delle Pro Loco del Decumano, è salito sul palco di piazzetta Dal Maistro, davanti a oltre 200 persone, per raccontare i suoi primi passi nell’azienda noalese, dove è approdato nel 1962, e le sue molteplici iniziative imprenditoriali, fino al rilancio del tabarro, un capo della tradizione veneta. 

A rendere più suggestiva l’atmosfera in cui si è dipanata l’intervista, a cura del presidente della Pro loco di Noale, il giornalista Enrico Scotton, le sonorità del tango argentino interpretate dalla cantante noalese Francesca Gerbasi con Davide Vendramin al bandoneon e Ciriaco Colella al piano.

“Eger, nel 1961, l’anno in cui arrivai io - ha ricordato Zara - era per Noale quello che la Fiat è stata per Torino. Per me fu una scuola: tra i magazzini e i telai ho scoperto il fascino delle materie prime e ho sviluppato la passione per il tessile, in particolare per la lana”. Durante la serata, sono state proiettate alcune testimonianze di noalesi che hanno avuto un ruolo all’interno del lanificio. “Ho trascorso 37 anni da Eger, un’azienda madre per Noale, perché dava da vivere a centinaia di famiglie” - ha detto Adriano Ghedin -, era una vera potenza per quei tempi”. Gli ha fatto eco Ivano Boschin: “A bordo della 600 multipla aziendale, partendo da due clienti assegnati, nei 15 anni di impiego presso Eger, ho girato il Veneto vendendo confezioni, merceria, e anche intimo.  Ricordo ancora la rivoluzione a metà degli anni Settanta quando arrivarono sul mercato i pannolini usa e getta che sostituirono i precedenti panni di cotone lavabili, ne vendevamo a tonnellate”. Gabriele Pesce, storico commesso nel negozio al dettaglio, si è soffermato sulla figura del cav. Francesco: “Una persona amabile, con la quale era piacevole dialogare”. Anche la madre, Lina Agostini, è stata più volte ricordata: “Una figura emblematica di quei tempi, una donna - rammenta Maria Luisa Simionato - che sapeva tutto di tutti, sempre presente in azienda”.

Al termine della serata, il presidente Scotton ha lanciato un appello alla città: “Dobbiamo recuperare foto e testimonianze su questa azienda noalese, è una pagina di storia che non può andare perduta”. Appello accolto dal vicesindaco Alessandra Dini, presente tra il pubblico.

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