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Mirano: "Sguardi" sul mondo

L'annuale iniziativa che unisce scuole, Chiesa e territorio si è aperta, in modo virtuale, alle realtà degli altri Continenti

Quelli di “Festa di sguardi 2021” sono stati sguardi attraverso una webcam e un monitor, oltre i confini del limite dell’occhio umano, attraversando mari e oceani per raggiungere il Brasile, il Ciad, il Paraguay, l’Ecuador e la Thailandia. Sono stati sguardi per riflettere sul valore del tempo che stiamo vivendo, che è capace di abbattere i confini dello spazio della cittadella scolastica di Mirano, in un respiro che vuole essere quello di un mondo che si prepara a rinascere. “Join us! - Unisciti/unitevi a noi!”, è stato il motto, a sintesi del tema di quest’anno. Così nell’ora di religione e in quelle di altre discipline, la didattica a distanza ha assunto significato con i suoi 49 appuntamenti, 14 contatti on line (Avis, Libera, Ac e Msac, Casa San Raffaele, Agesci, Cav – Mpv, Avo, Pime, e poi don Giulio Zanotto, don Riccardo Zanchin, don Mauro Montagner, don Silvano Perissinotto e don Roberto Bovolenta, la cooperatrice pastorale Debora Niero, il prof. Damiano Scotton, il prof. Sandro Calvani), nelle 67 diverse classi coinvolte, nei tre giorni della Festa di sguardi, annuale iniziativa che vede collaborare Pastorale giovanile del Miranese, scuola e territorio, realizzata quest’anno nell’intenso coordinamento tra i docenti del liceo Majorana Corner e degli istituti Levi-Ponti e 8 Marzo-Lorenz.

In un tempo in cui le relazioni sono negate, la scoperta del nuovo è limitata e la quotidianità tra le pareti domestiche si fa quasi asfissiante, ecco che inaspettatamente, quello che da tanti mesi ha cambiato radicalmente le nostre vite, si è trasformato in una possibilità eccezionale di aprire una finestra sul mondo. Quegli schermi che a volte impoveriscono l’essenza vitale dell’essere comunità – ritrovarsi presenti gli uni agli altri in carne e ossa – sono diventati canali potenti per far passare lo spirito che unisce persone da un capo all’altro della Terra. “E’ stata una Festa di sguardi straordinaria, tuttavia non meno arricchente e stimolante – spiega don Mario Da Ros, docente di religione e tra i promotori della festa -; un evento più intimo, con messaggi meno squillanti, ma più intensi, è segno della nostra presa di coscienza che ragazzi e studenti non hanno «messo in pausa» la loro vita. Hanno domande, dubbi, che noi tutti, associazioni, insegnanti e testimoni di vita, dobbiamo prendere in carico. Abbiamo voluto donare tempo, fare spazio e realizzare opportunità di incontro impensabili fino a poco tempo fa, con un entusiasmo davvero unico e che è andato crescendo ora dopo ora.

Ci siamo compresi sulla stessa barca a più di un anno dall’inizio della pandemia, ma il fine era più ambizioso: sentirsi sulla stessa barca per remare insieme. L’orizzonte è l’azione comune nella costruzione di un nuovo dialogo tra i popoli, lavorando per superare le divisioni, scoprendoci uguali nella dignità e nelle aspirazioni, permettendoci di essere diversi nelle creative espressioni delle culture. L’orizzonte è la pace, intesa non solo come assenza di guerra, ma come fraternità che è cura del creato e tenerezza verso l’umano. Abbiamo collaborato ad aprire strade di comunicazione, abbiamo promosso sguardi di fraternità più ampi, auspicando quell’amicizia sociale tanto cara a papa Francesco come al nostro vescovo Michele, animati da un unico intento: servire e promuovere l’umanità, nella sua dignità e nei suoi bisogni fondamentali, nei modi e negli ambiti più diversi”.

“Abbiamo anche cercato di rilanciare il seme dell’associazionismo – aggiunge un altro insegnante -. E’ questo il tempo per la costruzione di un noi attivo e propositivo, che abbraccia ogni diversità, non separa le persone, e impara le differenze, ripara i malintesi e prepara le intese in spirito di fratellanza. Tempo di qualità, capace di farci crescere rendendoci umani, in ottica di servizio al bene comune”.

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