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Miranese: paesi senza azzardo

All’incontro pubblico promosso a Martellago sindaci ed esperti dell’Ulss 13 insieme a persone che hanno portato la propria testimonianza: ex giocatori d’azzardo o famigliari di giocatori

31/01/2014

Quando il gioco non è più un gioco: questa purtroppo è una realtà con cui abbiamo a che fare sempre di più, perché un nostro famigliare, un vicino di casa, un collega di lavoro, un amico… è diventato dipendente dal gioco d’azzardo. Di questa realtà hanno voluto discutere durante un incontro pubblico le amministrazioni di Martellago, Mirano, Noale, Salzano, Scorzè, Santa Maria di Sala e Spinea, con il SerT dell’Ulss 13, l’associazione “Giocatori anonimi” e l’associazione “Familiari giocatori anonimi” il 23 gennaio all’auditorium S. Salvatore di Martellago. Dettagliate le spiegazioni del dott. Nicola Gentile e della psicologa Annalisa Da Ros del SerT di Dolo e Mirano. Il primo ha presentato la realtà descrivendola come un’epidemia che sta mietendo vittime nei nostri paesi perché con il progredire della tecnologia la diffusione del gioco è esponenziale. Fino a qualche decennio fa era difficile frequentare un casinò o una bisca, ora invece dal tabaccaio, al bar, con il cellulare o un tablet il gioco è alla portata di tutti, anche dei più deboli, ossia degli adolescenti. Ma così si sta causando il danno fisico, esistenziale, familiare del singolo, arrivando a coinvolgere il tessuto locale con dinamiche sempre più gravi perché chi è colpito dalla ludopatia trascorre la propria vita in solitudine con l’unico pensiero di procurarsi il denaro per la prossima giocata, e in questa ricerca spasmodica non esiste più attenzione per la famiglia, si bruciano stipendi, risparmi, l’abitazione o l’azienda. La specialista Da Ros ha descritto la personalità di chi è colpito da ludopatia: spesso è cresciuto in famiglie dove c’era una ridotta percezione del rischio, con dipendenze da alcool o sostanze, e poi ha percorso le tappe con cui si sviluppa la terapia per chi riconosce di essere malato e si rivolge ai servizi per la cura, con un impegno clinico molto forte, maggiore rispetto a quello per il recupero dei tossicodipendenti. Puntuale anche il sindaco di Campagnalupia, Fabio Livieri, presidente della Conferenza dei Sindaci del Miranese e della Riviera del Brenta, che si è fatto portavoce degli amministratori che avevano organizzato l’incontro.
Livieri ha illustrato il “Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo” che è stato approvato da molti Consigli comunali. Nel manifesto si dà informazione dell’economia che gira attorno al gioco d’azzardo “legale” in Italia: 103 miliardi di fatturato, il 4% del Pil nazionale e la 3ª industria italiana; 8 miliardi di tasse; il 12% della spesa delle famiglie italiane; il 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo e il 4,4% del mercato mondiale; 400.000 slot – machine; 6.181 locali e agenzie autorizzate; 15 milioni di giocatori abituali; 3 milioni a rischio patologico (stima Oms, Organizzazione mondiale della sanità); 5-6 miliardi l’anno necessari per curare i dipendenti dal gioco patologico. Cifre quindi da capogiro che mettono a rischio la serenità, i legami e la sicurezza di tante famiglie e delle nostre comunità. Nel manifesto si fa inoltre riferimento al fatto che le comunità sono a rischio anche perché spesso intorno ai luoghi del gioco d’azzardo si organizza la microcriminalità dei furti, degli scippi e dell’usura, fino ad arrivare alla criminalità organizzata… Purtroppo il gioco d’azzardo lecito è materia statale, e i Sindaci non hanno alcun potere regolativo, ispettivo e autorizzativo. Le amministrazioni possono, però, favorire l’organizzazione in rete dei comuni, consapevoli che insieme si può contrastare la diffusione del gioco d’azzardo, si impegnano a favorire occasioni di formazione per amministratori, operatori, esercenti e cittadini, consapevoli del ruolo insostituibile della cultura per conoscere e comprendere la portata e le conseguenze del gioco d’azzardo, recuperare i valori fondanti delle nostre società basati sul lavoro e sui talenti, si impegnano ad utilizzare gli strumenti disponibili per il contrasto al gioco d’azzardo…
Motivo di speranza a conclusione della serata le testimonianze di chi ha vissuto tale esperienza ma alla fine è riuscito a uscirne (le sedi delle associazioni si possono trovare nel sito www.giocatorianonimi.org). Infine l’annuncio di uno slot mob che probabilmente avrà luogo sabato 5 aprile in Piazza Ferretto a Mestre quando saranno premiati pubblicamente due esercizi che hanno rinunciato all’installazione di slot machine.

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