Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Ingresso di don Roberto Trevisan a San Leopoldo Mandic di Mirano e a Vetrego: “Benvenuto a casa!”
“A te, carissimo don Roberto, diciamo «Benvenuto nella nostra famiglia, benvenuto a casa!». Sì, perché questo angolo di terra da sempre è la tua casa - strade, case, volti, che hanno segnato il tuo cammino fin da bambino - e ora ti viene affidato per esserne parroco, pastore e guida, unitamente alla comunità di San Leopoldo. Ringraziamo il Signore perché, mediante il Vescovo, sei stato chiamato a venire in mezzo a noi e con generosità hai risposto «sì» a questa chiamata”. Con queste parole la comunità di San Silvestro in Vetrego, insieme a quella di San Leopoldo in Mirano, ha accolto il nuovo parroco don Roberto Trevisan, domenica 1° ottobre, durante il rito di ingresso.
“Avrai tutto il tempo per conoscerci, ma vogliamo già dirti che le nostre comunità, pur con i loro limiti, desiderano essere «un cuor solo e un’anima sola», mettendoci gli uni al servizio degli altri. Guidati da te, nuovo pastore di due comunità, desideriamo continuare a crescere nella fede e condividere sempre più la ricchezza dei carismi che ciascuno porta in sé. Ti doniamo una stola: in essa riconosciamo la tua dignità di consacrato e ringraziamo il Signore per la tua vita, dono prezioso che hai fatto a Dio nell’ordinazione sacerdotale per il servizio ai fratelli”.
Anche il vescovo, mons. Michele Tomasi, nel commentare la lettera di san Paolo, ha sottolineato come sia bello sentirsi un cuor solo e un’anima sola. “Papa Francesco ai giovani a Lisbona ha detto: «Nessuno di noi è qui per caso, siamo qui perché siamo stati toccati dall’Amore, perché sappiamo che il Signore ci ama». San Paolo dice: «Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri». Il cammino insieme delle comunità, in comunione con Cristo, sia testimonianza di unità e di pace, in un mondo che ne ha tanto bisogno, in cui ognuno si chiude in se stesso e non vuole avere a che fare con gli altri”.
Ed è proprio l’apertura verso l’altro il punto focale della missione di don Roberto: “Dal 24 giugno, quando si è saputo che sarei diventato parroco di queste comunità, un pensiero mi rimbalza nell’anima: io non sono venuto qui per comandare, ma per ascoltare, come faceva san Leopoldo durante le sue confessioni, sono venuto per ascoltare idee, suggerimenti, propositi, per ascoltare la vostra sete, di quell’acqua di Galilea che ricorda i luoghi in cui, se incrociavi gli sguardi di Gesù, ti cambiavano la vita. Ecco, io confido di riuscire a offrirvene un sorso come fratello o come padre nella fede”.
Senza dimenticare l’eredità che hanno lasciato i parroci precedenti, a cui don Roberto si rivolge con gratitudine e che ricorda anche il sindaco, Tiziano Baggio: “Un saluto e un grazie a don Mario Da Ros, che abbiamo salutato pochi giorni fa, perché sempre siamo eredi dell’opera di chi è venuto prima di noi e di cui proseguiamo il lavoro per migliorarlo. Il cambio del pastore è un nuovo inizio per una comunità, è una nuova icona che si rinnova. Benvenuto tra noi don Roberto, che la tua missione sia ricca di Amore”.