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Il Vescovo a San Donà: "Siamo tempio vivo"

Questo l'invito di mons. Tomasi durante il rito per la dedicazione del nuovo altare del Duomo

29/04/2022

La comunità parrocchiale del Duomo di San Donà di Piave ha ospitato domenica 24 aprile il vescovo Michele Tomasi, per la messa di dedicazione del nuovo altare. Negli ultimi due anni, infatti, grazie alla generosità della signora Maria Clotilde Argentini, residente negli Stati Uniti ma originaria di San Donà, sono stati effettuati sia i lavori di sistemazione della cappella dell’Eucarestia, con la realizzazione di un imponente mosaico, che il rinnovamento dell’area del presbiterio, con la realizzazione di un nuovo ambone, un nuovo altare e una nuova sede per i sacerdoti, arricchiti sempre da mosaici realizzati da padre Marko Ivan Rupnik e dai suoi collaboratori. E’ stata una cerimonia semplice, ma ricca di segni e significati, quella a cui hanno assistito i fedeli, accorsi per un evento che non capita molto spesso nella vita di una comunità parrocchiale.

All’inizio della celebrazione, dopo l’entrata processionale dal fondo della chiesa, ci sono state la benedizione e l’aspersione con l’acqua e prima della proclamazione delle letture è stato benedetto anche il nuovo ambone.

Nell’omelia, il Vescovo ha spiegato il senso dei vari segni previsti nel rito della dedicazione: “Non stiamo inaugurando un monumento, non ammiriamo solo un’opera d’arte, anche, ma diciamo la nostra fede, in un modo che coinvolga tutti i nostri sensi, che si proclama anche con gli spazi, non solo con le parole, con le preghiere. L’altare è Cristo, sta lì per la sua presenza, per il dono del sacrificio che da di sé sulla croce, per la mensa alla quale ci convoca, per la comunità che costruisce ogni volta che ci raduniamo attorno a lui. L’altare è il Cristo che ci insegna, che diventa una grande catechesi. E’ il punto che attira tutta la nostra attenzione, dove si celebra ciò che è più importante per la vita di coloro che credono nel Signore Risorto. E ricorderemo che quello che conta è ciò che appoggeremo sull’altare, ancora più semplice e più povero di tutti gli altri segni: un po’ di pane e di vino. Quello è ciò che da senso al nostro riunirci, alle nostre costruzioni, al nostro impegno, alla bellezza dell’arte, alla fatica e alla gioia della vita; l’Eucaristia, Cristo che si fa mangiare da noi per farci dei viventi, per farci vivere. Questa è il centro della nostra vita: Cristo è l’altare, ma noi con lui siamo tempio vivo, accogliente e creativo. Lasciamoci catturare da lui, gioiamo per questa casa e diamo casa a ogni speranza, a ogni sogno, a ogni desiderio con la nostra vita”.

Dopo l’omelia e le litanie dei santi, sono state deposte nella nicchia dell’altare le reliquie dei santi della nostra Chiesa. Di seguito, la preghiera di dedicazione, l’unzione con il sacro crisma, l’incensazione con una bellissima nave porta incenso, e infine la copertura e l’illuminazione dell’altare.
La celebrazione si è conclusa con il ringraziamento del parroco, mons. Paolo Carnio al vescovo Michele per la sua presenza.

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