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Il mensile Sandonàdomani: un pezzo di storia sandonatrse

Le pubblicazioni saranno raccolte in due volumi. Mario Pettoello racconta l’iniziativa editoriale che si protrasse dal 1984 al 1994
11/06/2024

A quarant’anni dalla sua fondazione e a trenta dalla sua cessazione, a San Donà si sta riscoprendo Sandonàdomani, mensile che per circa un decennio ha accompagnato la vita cittadina. Il periodico, pubblicato tra il 1984 e il 1994, è stato stampato in 78 numeri, oggi raccolti in due volumi, consultabili nella biblioteca civica di piazza Indipendenza. “Il giornale è nato con l’idea di raccogliere alcuni giovani e renderli impegnati nel sociale e attenti ai problemi, alla dinamiche e alle peculiarità della città”, ci racconta Mario Pettoello, che del settimanale è stato ideatore e grande animatore. “L’idea alla base di questo giornale era quella di avvicinare i giovani anche alla politica, responsabilizzandoli e appassionandoli a vivere attivamente la vita pubblica della città e del suo territorio. Motivo fondante era l’impegno cristiano, nel senso di rendere il mondo diverso da prima e quindi inteso come modo di vivere le cose, ragionare, vedere le persone. Volevamo che sempre più persone si avvicinassero alla vita pubblica, in un periodo in cui molti ritenevano che fosse meglio che due o tre persone decidessero per tutti”.

Fu così che il giornale iniziò a parlare dei problemi della città, in una prospettiva futura: da qui il titolo Sandonàdomani. Durante la vita del mensile, furono elaborate due visioni per il futuro del territorio: “Già nel 1986, dalle righe di questo mensile, cercammo di lanciare l’idea della città del Piave, ovvero la creazione di un unico comune che comprendesse Noventa, Musile, San Donà e Fossalta. Parallelamente, proponemmo la pedonalizzazione del centro storico di San Donà. Proposta che divenne progetto concreto all’inizio del 2000 e dovrebbe vedere la sua conclusione nei prossimi mesi ”, continua Pettoello.

Grandissima rilevanza nel giornale era data alla satira e all’ironia: “Guardavamo le cose in maniera disincantata, con umorismo, perché eravamo convinti che la città dovesse essere in grado di ridere di se stessa. Allora come oggi, la città tende a essere piuttosto chiusa da questo punto di vista. La satira era sempre presente nel nostro giornale: ogni numero, infatti, era impreziosito da vignette satiriche che talvolta si diffondevano per la città” sorride Pettoello. Il giornale, che viveva di pubblicità e veniva diffuso gratuitamente in 3.500 copie, ebbe da subito buon seguito e successo, riuscendo a entrare nella vita della città. Questo, perché al tempo era l’unico giornale dedicato alla città e ai suoi problemi e così, l’uscita del numero successivo era assai attesa. Ci furono anche degli inserti speciali a colori per valorizzare gli artisti locali, come Pavan, Magnolato, Rorato, Callegher, Jos.

“La chiusura del mensile avvenne nel 1994, quando ci fu una coincidenza non voluta”, ricorda Pettoello: “Il giornale aveva creato attorno a sé una serie di persone valide. Molti di coloro che si impegnavano in SanDonàdomani scelsero di occuparsi attivamente di politica. Il giornale aveva raggiunto il suo scopo, facendo crescere giovani responsabili”.

Il mensile ebbe uno stretto rapporto anche con la Vita del popolo: “Cercavamo un direttore responsabile. Una nostra collaboratrice, Anita Brollo, chiese aiuto a Dino Boffo, che è stato direttore del settimanale. Restò con noi per quasi 9 anni, fino all’ultimo numero”. Non resta quindi che leggere le colonne di questo piccolo mensile, fonte imprescindibile per ricostruire la San Donà di quegli anni.

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