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Dalla Sicilia a Scorzè: storie di preti e comunità accoglienti

L'associazione Karibu onlus ha proposto una serata a Scorzè per parlare di accoglienza. Ospiti due fratelli sacerdoti di Agrigento. Nell'occasione è stato presentato il progetto di Casa Karibu, centro di accoglienza straordinaria per 10 persone richiedenti asilo

15/06/2017

“L’accoglienza non è di certo la soluzione ma può essere sana. E non deve essere solo un dovere. L’ accoglienza può essere un dono anche per chi la pratica e per il territorio”. Così l’associazione “Karibu Onlus - Un altro mondo è possibile”, associazione di promozione sociale di Scorzè, all’indomani della serata-testimonianza tenutasi lo scorso 7 giugno proprio a Scorzè, nei locali dell’Oratorio San Benedetto.
Ospiti della serata (“Ero straniero e mi avete accolto - Lampedusa e la Sicilia: testimonianza di due sacerdoti”) don Paolo e don Dario Morreale, fratelli e sacerdoti dell’arcidiocesi di Agrigento da anni impegnati, in primissima linea, in territori difficili dell’agrigentino.
Storia di due fratelli
Il primo, 35 anni, adesso è parroco a Naro ma è stato parroco per 5 anni a Licata (Ag). La parrocchia è in un centro storico “difficile”, periferia esistenziale. La decadenza fisica dei luoghi e delle abitazioni causa decadenza sociale, morale, economica e spirituale. E’ però il territorio che ospita più immigrati e che, al tempo stesso, include sacche di povertà incredibili. Lì la comunità cristiana è la luce che accende per un orientamento, è il sale che dà sapore all’insipidità. La comunità cristiana, serva della carità, ha promosso il povero, il diverso, l’estraneo.
Don Dario, 31 anni, è  invece attualmente vicario parrocchiale a Porto Empedocle (Ag), realtà particolare sia per la sua vocazione portuale, sia per la decadenza economica in cui versa, con un altissimo tasso di disoccupazione. Don Dario ha svolto servizio pastorale a Lampedusa durante la primavera araba. Ha aiutato tanti ragazzi migranti a raggiungere una vita migliore. Ha vissuto la tragedia di un barcone incagliato tra gli scogli e quello dei ragazzi morti asfissiati perché stipati nel vano motore di un’imbarcazione.
La sala dell’oratorio San Benedetto non è riuscita a contenere tutte le persone intervenute. I presenti hanno partecipato alla serata con l’attenzione e l’entusiasmo di chi vuole spendersi per aiutare gli altri. “Per me - tiene a precisare don Paolo - è stato importante far capire che dietro un presbitero che accoglie il povero e il rifugiato è necessario che ci sia una comunità che porta avanti lo stile dell’accoglienza a proprie spese e rinunce (una noce sola nel sacco non fa rumore). E se non avviene una rinuncia a se stessi, non può avvenire la creazione di uno spazio per l’altro”.
“Essere buoni” per qualcuno rende fecondi
“L’accoglienza non è qualcosa da far fare agli altri - gli fa eco don Dario - è un imperativo che si impone ai cristiani. Bisogna farla personalmente. Ciascuno nell’idea di dover «essere buono» per qualcosa e, soprattutto, buono per qualcuno. Quando ci si sente buoni per qualcuno - conclude il giovane sacerdote - la vita ha un nuovo significato e dalla paura dell’accoglienza fatta perché si deve, si passa al piacere dello stare insieme, dell’aprire la porta e del sentire l’altro come colui che fa passare dalla sterilità alla fecondità, come Abramo”.
Nasce Casa Karibu
La serata è stata anche l’occasione per presentare ufficialmente Casa Karibu. Casa Karibu è il segno tangibile che si può fare accoglienza con gli strumenti e con lo spirito giusto. Casa Karibu è un centro di accoglienza straordinaria (Cas) situato a Moniego di Noale, proprio ai confini con Scorzè, voluto dall’associazione Karibu. Un piccolo grande progetto che ha coinvolto anche alcune persone di Noale che hanno sposato la causa e adesso partecipano attivamente al progetto. Progetto che segue le linee guida previste per i Cas ma che ha un valore aggiunto: l’associazione. Questa si occuperà, in maniera gratuita, di tutta la parte relativa all’integrazione dei 10 ospiti  che arriveranno durante l’estate. Ovviamente, tra chi muove le fila, ci sarà un Ente accreditato e accuratamente scelto da Karibu, che avrà in carico tutta la parte gestionale e operativa.
Casa Karibu nasce con l’obiettivo di dare un preciso segnale: fare la propria parte in un mondo che troppo spesso respinge gli ultimi.

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