mercoledì, 23 aprile 2025
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Da Scorzè alla Terrasanta: fede, incontri ed accoglienza per i giovani scout

Route estiva in Israele e Palestina per il clan Roccaro 1 di Scorzè. Accompagnati dal parroco, don Massimo, i giovani hanno scoperto una terra accogliente e ospitale, lontana da tanti stereotipi

Il Clan “L. Roccaro” del gruppo scout di Scorzè è da pochi giorni tornato dalla route estiva in Israele e Palestina: un sogno che è diventato realtà il 19 luglio quando siamo partiti per l’avventura in Terrasanta muovendoci a piedi e con lo zaino in spalla. Durante l’anno ci siamo prodigati in attività di autofinanziamento per abbattere i costi del viaggio: la fatica e i sacrifici sono stati pienamente ripagati dall’esperienza unica che insieme al nostro parroco, don Massimo, abbiamo vissuto in Medio Oriente. È la terra del conflitto per antonomasia, che si è dimostrata invece una terra di incontri, di accoglienza e grandissima ospitalità. Il viaggio inizia a Tel Aviv. Scesi dall’aeroporto ci dirigiamo a Nazareth, passando nei giorni successivi per il monte Tabor - luogo della Trasfigurazione di Gesù - Tiberiade, Tabgha e il monte delle Beatitudini - affacciato sul magnifico lago di Galilea - per poi entrare in Palestina arrivando a Gerico dal deserto che la circonda. La seconda parte del viaggio si è divisa tra Gerusalemme e Betlemme.

Il nostro è stato sicuramente un viaggio di incontri: incontro con la fede, in una terra che non può lasciare indifferenti, incontro con l’accoglienza delle tante persone che ci hanno ospitato o che ci hanno dato una mano durante la strada offrendoci del cibo o regalandoci qualcosa al supermercato senza aspettarsi nulla in cambio. Incontro con i paesaggi unici al mondo che questa terra può offrire: dalle rive del Lago di Galilea, al Deserto di Giuda, alla città di Gerusalemme, crogiolo di culture e religioni così diverse e così necessarie le une per le altre, ai segni del conflitto che divide questa terra come il muro tra Israele e Palestina alle porte di Betlemme, bandiere israeliane e palestinesi ovunque per strada, soldati, uomini e donne giovani come noi, costretti al servizio militare che ti si affiancavano per le strade delle città, in autobus, nei negozi. Incontro con il servizio nell’orto degli Ulivi di Gerusalemme, il Getzemani, in cui abbiamo potuto prenderci cura del giardino, proprio in un luogo amato da Gesù, nella visita dell’ospedale “Effetà-Paolo VI” di Betlemme, scuola per ragazzi sordomuti o nella casa di riposo S. Antonio per anziani che non hanno più una pensione e nulla per vivere.

Abbiamo avuto il privilegio di cogliere realtà cosi diverse e uniche che la ricchezza di questa esperienza non è calcolabile. Solo vivendo in prima persona la diversità di questo piccolo mondo si può andare oltre lo stereotipo che imprigiona Israele e Palestina: dietro alla storia e al conflitto, che in Europa viene assolutamente travisato, ingigantito e banalizzato, esiste molto di più. Basta saper cercare.

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