Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Cure palliative, più spazio anche a Noale
Entro il 2025, saranno attivi altri 10 posti di hospice all’ospedale di Noale, e ulteriori 5 sono programmati a Chioggia. Nell’Ulss 3 Serenissima, si aggiungono ai 41 posti letto già attivi, al Policlinico San Marco, al Centro Nazaret di Zelarino e al Fatebenefratelli di Venezia. Una implementazione del servizio per dare seguito alle indicazioni nazionali e dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza.
L’Unità di Cure palliative dell’Ulss3 ha presentato nei giorni scorsi il proprio impegno a potenziare il servizio ai pazienti più fragili, che spesso vengono accompagnati nell’ultima fase della loro vita proprio in queste strutture, oltre che a domicilio. Ma l’attenzione si rivolge anche alle consulenze effettuate direttamente negli ospedali, e agli ambulatori territoriali.
Più di mille pazienti accompagnati ogni anno. “Valutiamo ogni anno - spiega il direttore dell’Unità, Giovanni Poles - poco meno di 1.500 persone, che si trovano ad affrontare le fasi più gravi della loro patologia. Più di mille sono ogni anno i pazienti accompagnati in quella che è purtroppo la fase terminale della loro vita: restano in carico al nostro servizio in media 50/60 giorni. Va detto che ogni cartella clinica che analizziamo ci porta davanti a una persona fragilissima; e dietro ogni malato terminale c’è una quotidianità drammatica da gestire, in cui possiamo essere utili; e ancora, ogni paziente porta con sé, oltre alla propria storia, anche la propria rete familiare, che condivide una speranza che è sempre più flebile e una sofferenza che invece aumenta via via. Il nostro lavoro è fortemente orientato alla centralità dei malati come persone e delle loro famiglie, e quotidianamente riceviamo attestazioni che riconoscono questo atteggiamento e questo impegno, che si concretizza anche nell’affiancamento alle famiglie per le pratiche per l’invalidità civile... Però non basta: la popolazione è mediamente più anziana, anche per il progredire complessivo delle cure, che allungano la vita; e anche il servizio delle cure palliative ha avviato negli ultimi anni un percorso di crescita”.
Settecento consulenze ospedaliere in un anno. Nel corso del 2023 l’Unità Operativa, guidata dal dottor Poles, ha avviato un servizio strutturato di consulenza ospedaliera: “Siamo partiti con questo nuovo servizio - spiega il Primario - negli ospedali di Mestre, Mirano e Dolo. Qui in un anno sono state effettuate 700 consulenze. L’impegno per il 2024 è di estendere l’attività di consulenza in maniera sistematica anche agli ospedali di Venezia e Chioggia”. Novità importanti anche sul territorio: nel 2023 sono stati attivati i primi due ambulatori di cure palliative nelle sedi distrettuali di Chioggia e di Mirano - Dolo: “Con questa attività ci mettiamo al servizio delle persone ancora in grado di accedere al Distretto: le consulenze che svolgiamo riguardano soprattutto la gestione dei sintomi, ma è importante che questi punti territoriali diventino luoghi di una prima presa in carico”.
Entro un anno saranno 56, poi, i posti letto della rete degli hospice, le strutture in cui i malati terminali possono essere assistiti, e dove sono stati accolti nel 2023 circa 500 malati.
Il rapporto con i reparti oncologici. “Quando si ha a che fare con i malati gravi, molti dei quali sono oncologici - sottolinea il Primario -, una delle fasi delicate è proprio quella della presa in carico. Il nostro servizio interviene là dove cessa il percorso di cura attiva, portata avanti fin dove è possibile dal reparto ospedaliero o dal medico curante, con i quali vi è un rapporto di stretta collaborazione”. Quanto ai pazienti oncologici o onco-ematologici, questo passaggio avviene sempre sulla base di un iter diagnostico-terapeutico concluso e con la chiara prospettiva che il malato non sia più proponibile per terapie attive.
Nelle fasi più avanzate, il malato passa in carico e viene gestito direttamente dalle cure palliative, con l’eventuale collaborazione del medico di medicina generale. Anche sul territorio, la presa in carico del malato viene effettuata nel rispetto dei tempi e delle competenze. “Siamo molto attenti - aggiunge Poles - anche alle segnalazioni dei pazienti da parte dei reparti ospedalieri e dei medici curanti sul territorio. Esiste, inoltre, un percorso prioritario di valutazione ed eventuale presa in carico dei pazienti che si rivolgono al Pronto Soccorso”.