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Polemica a San Donà sulla toponomastica cittadina: quello che le vie ci dicono

A dare il via al confronto, sembra essere stata la proposta avanzata dal capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Giuseppe Muzzupappa, per l’intitolazione di prossime future vie della città. Tra i nomi proposti si registrano quelli di Sergio Ramelli, giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso negli anni Settanta a Milano, e Giorgio Almirante, leader indiscusso del Movimento sociale italiano. Ma anche il filosofo Giovanni Gentile, Silvio Berlusconi e, perfino, Benito Mussolini. Il dibattito scatenato si rivela, comunque, una utile occasione per approfondire la questione della toponomastica cittadina, e di come questa riveli, ancora una volta, l’evoluzione del contesto sociale e politico
17/04/2025

È dei giorni scorsi una nuova occasione di “discussione” tra forze di maggioranza e opposizione, a San Donà di Piave. A dare il via al confronto, sembra essere stata la proposta avanzata dal capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Giuseppe Muzzupappa, per l’intitolazione di prossime future vie della città. Tra i nomi proposti si registrano quelli di Sergio Ramelli, giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso negli anni Settanta a Milano, e Giorgio Almirante, leader indiscusso del Movimento sociale italiano. Ma anche il filosofo Giovanni Gentile, Silvio Berlusconi e, perfino, Benito Mussolini.

Un pacchetto di proposte che ha scatenato subito il dibattito: mentre si preparano le iniziative per gli 80 anni dalla Liberazione, le forze di opposizione considerano come provocatoria la proposta, fino a bollarla come delirante o per lo meno strampalata.

A tagliare corto sulla vicenda, il sindaco Alberto Teso ha commentato sui social che una nuova toponomastica a San Donà non è all’ordine del giorno, men che meno con richiami al ventennio fascista.

Il dibattito scatenato si rivela, comunque, una utile occasione per approfondire la questione della toponomastica cittadina, e di come questa riveli, ancora una volta, l’evoluzione del contesto sociale e politico.

A tal proposito, ha scritto già Monica Vello, nel volumetto “La mia città: le strade, la storia”, copie del quale sono disponibili anche nella biblioteca civica della città e nella biblioteca Giovanni XXIII della parrocchia di Mussetta. Merita di essere citato anche quanto consultabile nel sito internet www.sandonadipiave.netsons.org, realizzato e gestito dall’artista, attore, professore, Carlo Dariol: nel sito, si trova anche un’interessante “Guida ai toponimi” della città, con un’analisi dell’evoluzione storica dei nomi delle vie cittadine. “La storia di una città si può leggere anche nei toponimi” scrive fin da subito Dariol, prima di elencare i nomi delle strade più antiche della città: la centrale via della Piazza, ora corso Silvio Trentin, non prima di essere stata via Maggiore nel 1800, via Vittorio Emanuele II, in onore del re d’Italia, dopo la Prima guerra mondiale, via Roma negli anni Trenta e, infine, dedicata alla figura del sandonatese eroe della bonifica, intellettuale e antifascista nel Secondo dopoguerra. Anche altre vie centrali hanno subito diversi cambiamenti nell’intitolazione: via Cesare Battisti era viale dei Tigli, via XIII Martiri divenne tale solo dopo la Seconda guerra mondiale, dopo essere stata via XX Settembre, in onore del giorno della breccia di Porta Pia, e poi via Italo Balbo. Emblematica e, quanto meno, curiosa la storia dei cambiamenti dell’attuale viale Libertà, una delle strade più antiche, che collega il centro cittadino alla zona degli istituti scolastici: inizialmente nominata strada dei Passeggi, divenne viale Regina Margherita, in onore della moglie del re Umberto I di Savoia, dopo il 1878, e venne rinominata tre volte nel giro di un anno tra il 1943 e il 1944, per assumere l’attuale intitolazione dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

Tra la Prima guerra mondiale, durante il Fascismo e dopo la Seconda guerra mondiale, le vie principali cambiarono ripetutamente nome: dal secondo Dopoguerra in particolare, con lo sviluppo urbanistico, sorsero numerose vie nuove. Alle storiche e più antiche strade, che mantennero il loro nomi originari (via Calvecchia, via Calnova, via Carbonera, via Brusade), se ne aggiunsero di nuove dedicate a scrittori, poeti e artisti “nazionali”, oltre che ai protagonisti della Resistenza.

Nota curiosa: qualche anno fa, correva il 2019, si tenne a San Donà un incontro dal titolo “Toponomastica inclusiva: sulle vie della parità”, organizzato dal gruppo Snoq (Se non ora quando), in collaborazione con la Commissione per le pari opportunità dell’allora Amministrazione Cereser. Dagli interventi emerse che la città ha un indice di femminilizzazione delle vie del 12,3%, tra i più alti in Italia. Fu in particolare l’Amministrazione Zaccariotto, nel 2006, a intitolare numerose vie a figure femminili, non solo italiane, come Tina Anselmi, Clementina Merlin, Ilaria Alpi e Margherita Hack, emerse al termine di un percorso partecipativo.

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