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Approdo a San Donà lungo il Piave

Rifacimento del pontile del Parco fluviale per renderlo fruibile alle house boat. Lo prevede una convenzione tra il Comune di San Donà di Piave e il Bim Basso Piave, approvata nelle scorse settimane dalla giunta comunale di San Donà su proposta dell’assessore Francesca Zottis.

01/08/2014

Rifacimento del pontile del Parco fluviale per renderlo fruibile alle house boat. Lo prevede una convenzione tra il Comune di San Donà di Piave e il Bim Basso Piave, approvata nelle scorse settimane dalla giunta comunale di San Donà su proposta dell’assessore Francesca Zottis.
“Sono circa 400 le imbarcazioni turistiche che ogni anno navigano sulla Piave Vecchia che non possono raggiungere San Donà per mancanza di approdi – spiega l’assessore -. Il rifacimento, che prevede anche l’escavo del fiume per consentire l’attracco anche di barche più grandi, vuole intervenire su questo potenziale turistico”. In base alla convenzione, che verrà approvata la settimana prossima anche dal Bim, i lavori, anticipo di un progetto più ampio, dovrebbero iniziare nel corso del mese di luglio e concludersi nel mese di agosto.
L’intervento da effettuare ha una certa rilevanza: il rifacimento riguarda circa 30 metri di pontile, per i quali verranno utilizzati circa 260 metri di travi e 83 metri quadrati di doghe di larice dopo la rimozione delle strutture esistenti. Prevista la posa di 8 bricole per l’approdo di piccole imbarcazioni tipo house-boat (scafi lunghi fino a dieci metri, che costituiscono la maggior parte delle imbarcazioni che risalgono la Piave Vecchia) e la realizzazione di un pontile galleggiante. Punto fondamentale dell’intervento è il livellamento del fondale antistante l’approdo. Il costo dell’opera, di circa 37 mila euro, è a carico del Bim mentre la direzione dei lavori spetta al Comune, in quanto ente proprietario, attraverso il settore lavori pubblici.
“Il Bim è braccio operativo dei sei comuni che ne fanno parte e che sono bloccati dal rispetto del patto di stabilità. Questo progetto è parte di un più ampio piano strategico sulla navigabilità del Piave, che prevede la realizzazione di 6 approdi”, spiega il presidente del Bim Valerio Busato.
“Di fatto inserendo il Piave, come elemento cruciale della Litoranea Veneta, in un segmento turistico di altissimo interesse – sottolinea il sindaco Andrea Cereser - è prioritario garantire l’approdo alle house-boat già nella stagione turistica in corso per entrare in un mercato, quello del turismo fluviale, che secondo i principali tour operator vale, a livello europeo, 818 milioni di euro annui coinvolgendo quasi 7 milioni di persone”.
Al di là dell’opera in sé, dunque, sembrano molto interessanti le prospettive che il progetto aprirebbe in futuro anche per il settore turistico e più nel complesso l’economia locale.
Secondo lo studio realizzato, infatti, la durata media di una vacanza fluviale è attorno ai 7 giorni, contro, per fare un esempio, le appena 2 notti del soggiorno medio a Venezia. E il pacchetto tipo settimanale propone prezzi per persona dai 500 euro della bassa stagione ai mille dell’alta stagione.
“Ma, se i numeri sono importanti, ancora più interessante – evidenzia il sindaco – è cosa si aspetta il turista da una vacanza fluviale, perché le risposte fornite sembrano un identikit di una vacanza sul Piave. Le richieste principali, infatti, partono dall’offerta di house-boat, e il Basso Piave può offrirle. Poi si chiede la possibilità di associare un turismo legato alla canoa, e la tradizione canoistica sandonatese è tra le più prestigiose in Veneto. Quindi c’è richiesta di paesaggi e panorami, e in questo il Piave non ha nulla da invidiare a nessun altro fiume. Inoltre il 68% degli intervistati si è detto interessato a un turismo ciclo-fluviale, e i nostri territori sono ideali per le due ruote. Un’ultima notazione: tra le destinazioni più richieste da chi ha già fatto una vacanza fluviale il territorio di Venezia è al quarto posto nella lista dei sogni di Austriaci, Svizzeri e Tedeschi, e al quinto per Francesi e Spagnoli. Unico problema: molti tour operator esteri lamentano la mancanza di strutture sui fiumi dell’area. Dobbiamo quindi realizzarle, in tempi brevi”.
“Cinque secoli fa, nell’estate del 1491 - conclude Cereser - partiva il primo convoglio degli Zattieri della Piave, rendendo il nostro fiume uno dei principali assi di comunicazione della Serenissima. E’ tempo che il Piave torni ad essere quella grande via d’acqua che è stata per centinaia di anni!”.

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