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Treviso, a San Francesco uno spazio di riconciliazione
Sabato 23 dicembre è iniziata la nuova vita della storica chiesa di San Francesco. C’è nuovo spazio per le confessioni ed è stata recuperata una delle più belle volte del Cinquecento. Il progetto architettonico è stato curato da 593 Studio di Castelfranco Veneto in collaborazione con l’artista e scultore Flavio Senoner, realizzato dalla ditta La Nova arredi sacri di Badoere, ed era stato presentato un anno fa. Si trattava, più nel dettaglio, di recuperare alcuni affreschi storici, tra i più rari e preziosi della Marca Trevigiana. Ma anche di ridare vita alla Penitenzieria, il luogo delle confessioni, per trasformarla nella nuova Cappella della Riconciliazione.
Il 23 dicembre è stato il convegno “La riconciliazione, la bellezza della misericordia”, tenutosi nella sala Frate Sole della Chiesa di San Francesco, a caratterizzare la giornata di inaugurazione della Cappella della Riconciliazione. Tra i relatori, fra Oliviero Svanera, padre guardiano del convento, fra Andrea Massarin, suo predecessore e oggi direttore della basilica del Santo e Damiana Lucia Paternò, funzionaria architetta della Soprintendenza. La giornata inaugurale è proseguita con la messa e la benedizione presieduta dal vescovo di Treviso Michele Tomasi; in serata è andato in scena anche il concerto natalizio del coro Stella Alpina.
Il restauro ha visto protagonista la storica chiesa trevigiana, completata nel 1270. L’edificio, che ospita i frati minori conventuali, di proprietà del Comune di Treviso, è stato sottoposto a un intervento unitario, che ha previsto anche il restauro dei paramenti murari delle cappelle adibite a penitenzieria e la ricollocazione di un frammento di affresco raffigurante la Madonna col bambino. La prima parte delle opere, quelle collegate agli affreschi, è stata realizzata tra la primavera e il mese di luglio. Subito dopo, il via i lavori per la Cappella della Riconciliazione che sono terminati a metà dicembre. L’intervento, progettato dall’architetto Michele Sbrissa di 593 Studio, è stato sostenuto da un investimento da parte del Comune di Treviso e della Bcc Pordenonese e Monsile.
“La realizzazione del progetto ha accolto e concretizzato in architettura lo spirito nuovo assunto dalla Chiesa nei riguardi della Riconciliazione, concepita ormai non più come momento di penitenza, ma come occasione di accostamento fraterno alla condivisione e al perdono, esperienza di rinascita per lo Spirito e la vita di coloro che vi si avvicinano”, ha spiegato l’architetto, che recentemente ha anche lavorato per le strutture e l’organizzazione della Peregrinatio corporis di Pio X.
“Quest’opera è frutto di un grande lavoro di squadra, che ha dato la possibilità di implementare l’accessibilità e la fruibilità di un luogo a cui tutti noi siamo legati per il suo valore storico, architettonico e spirituale - ha affermato il sindaco di Treviso, Mario Conte-. Importanti sono stati anche i lavori di conservazione degli affreschi, che grazie a questo intervento possono tornare agli antichi splendori”.
Il luogo della Penitenzieria ha perso i confessionali ed è rinato come spazio di preghiera e silenzio. Il progetto architettonico si configura come un complemento di arredo ligneo, indipendente dalle pareti retrostanti della navata. Il volume risulta incastonato all’interno dei paramenti murari tra le due volte, parzialmente delimitato dall’aula attraverso un piano materico in legno di cirmolo, realizzato secondo un’antica tradizione scultorea, lavorato a sgorbia dall’artista Flavio Senoner. Un’elegante croce di rovere termotrattato, retroilluminata, divide in quattro porzioni questo elemento scultoreo, ricercando una relazione visiva e prospettica con la dimensione monumentale della chiesa e della copertura a carena di nave rovesciata.
Entrando, poi, all’interno della navata laterale, lo spazio della cappella è definito da una lunga panca laterale, sempre in legno, che accoglie il fedele, e lo prepara al raccoglimento e alla preghiera. Lo spazio è scandito da una croce sempre in rovere termotrattato, sospesa tra pavimento e pareti laterali, un limite visivo che disegna la rinnovata parete di fondo. I singoli confessionali predispongono celebrante e penitente al dialogo e alla condivisione.
Centrale nell’intervento è stato, infine, il recupero degli antichi affreschi di epoca cinquecentesca, testimonianza dell’enorme valore artistico e culturale conservato all’interno delle mura della chiesa di San Francesco.