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Tra Ricordo e Memoria: il lavoro di ricostruzione storica degli studenti del Pio X

Diciotto ragazzi del triennio delle superiori del Collegio vescovile Pio X hanno ricostruito gli eventi storici del ventennio fascista, della Seconda guerra mondiale e del periodo post bellico partendo dall’osservazione di diversi luoghi della città di Treviso e dalla lettura di lettere e testimonianze dei protagonisti. Il loro lavoro è stato presentato ai compagni delle scuole superiori durante la giornata del 10 febbraio, nella Giornata del Ricordo, che si è aperta con la lettura dei racconti di alcuni esuli fiumano-dalmati

Sono partiti dall’osservazione diretta di tanti luoghi cittadini che, agli occhi dei più, oggi hanno perso di significato, ma che, a guardarli bene, sono testimonianza diretta e viva della nostra storia recente. Hanno continuato la loro ricerca grazie alla lettura di libri, saggi, lettere, documenti e testimonianze. Alla fine, diciotto studenti del triennio delle superiori del Collegio vescovile Pio X, grazie a un percorso di 30 ore compreso nel Progetto formativo integrativo “I luoghi della memoria”, strutturato dal Dipartimento di Storia e dal Dipartimento di Educazione Civica della scuola e coordinato dal professore di Storia, Simone Ferraro, hanno ricostruito luoghi e storia della Treviso e dell’Italia fascista e post-fascista. A sostenerli la coordinatrice didattica della scuola, Laura Catella, e il preside dei Licei e dell’Istituto tecnico, Francesco Cianci.

Gli studenti hanno presentato il loro lavoro ai coetanei nella mattinata del 10 febbraio, nella Giornata del Ricordo, che si è aperta con la lettura dei racconti di alcuni esuli fiumano-dalmati: “Volevamo proporre un altro modo di vedere le cose e di affrontare i temi della Giornata della Memoria e del Ricordo. Così siamo partiti dal racconto di ciò che ci ha più stupito, in questo modo è possibile mantenere viva l’attenzione e, grazie a una storia che parte dai piccoli dettagli, dare concretezza a fatti e avvenimenti che altrimenti noi ragazzi sentiremmo astratti e lontani. La nostra intenzione, con questo lavoro, è di lasciare un ricordo indelebile di ciò che è stato, ridare senso a parole come «memoria» o «genocidio» e, grazie a ciò, imparare a guardare meglio ciò che ci circonda e avere un occhio critico nei confronti dell’attualità”, hanno raccontato.

Le ricerche degli studenti sono iniziate dalle prigioni gestite dalle camicie nere, negli scantinati di quello che oggi è proprio il Pio X, per allargare, poi, lo sguardo alle deportazioni e “bonifiche” per realizzare il quartiere di Città Giardino, fino all’orrore, proprio a due passi da casa, del campo di concentramento di Monigo, nella caserma Cadorin e, infine, al mito degli “italiani brava gente”, che in tanti casi, dopo la fine del regime, ha impedito all’apparato burocratico e statale di fare i conti con le proprie responsabilità. “La prima emozione nell’apprendere queste cose è stata quella della sorpresa - hanno chiarito -. Quando pensiamo al male, anche a quello che succede oggi, non pensiamo mai che possa accadere dietro casa nostra. E, invece, è proprio così”.

Ai ragazzi sono giunti i complimenti del rettore, mons. Lucio Bonomo, “per l’importante lavoro storiografico svolto e per il suo valore divulgativo”.

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