mercoledì, 12 febbraio 2025
Meteo - Tutiempo.net

L’invito del Vescovo ai malati: “Nella sofferenza, lasciamo spazio a Colui che dà consolazione e speranza”

Mons. Tomasi ha ricordato il valore del prendersi cura reciprocamente, invitando a portare gli uni i pesi degli altri. Importante, in particolare, la sua sottolineatura del valore del nostro sistema sanitario. “Fidiamoci delle conquiste della scienza e della medicina, e ringraziamo per ogni sforzo messo per la salute, per ogni ricerca che aumenta le nostre conoscenze, per ogni sforzo tecnologico che aumenta la capacità di affrontare ogni malattia”

Martedì 11 febbraio, nella festa della Madonna di Lourdes, giornata mondiale del malato, il vescovo Tomasi ha presieduto la celebrazione eucaristica nel santuario trevigiano di Santa Maria Maggiore gremito di fedeli. Hanno concelebrato diversi sacerdoti diocesani, oltre ai padri Somaschi.

Un’omelia declinata sulla speranza, che quest’anno giubilare invita a vivere in modo speciale. Commentando la profezia di Isaia che è stata proclamata, il Vescovo l’ha definita “un annuncio risuonato nella prova, nella sofferenza e nel dolore dell’esilio, che è stato sradicamento dalla patria, povertà, disagio estremo, rischio quotidiano di morte. In questa situazione, il profeta ha fatto risuonare una parola forte di speranza, che allargava il cuore, rinvigoriva le mani, rimetteva ancora una volta in cammino: “Rallegratevi [...], esultate [...], sfavillate”. La parola di conforto che vuole suscitare speranza richiede fiducia, richiede l’immagine viva della meta del ritorno: Gerusalemme. E poi il profeta ricorre alle immagini e alle esperienze più originarie e profondamente umane di fede – una costante della persona umana di tutti i tempi – fede che diventa essenzialmente fiducia, affidamento, calore di una presenza”.La forza di Dio è la tenerezza di una madre che stringe il bimbo al suo seno, che lo porta in braccio, se lo tiene sulle ginocchia e lo accarezza con amore, sottolinea Isaia. “Ecco l’esperienza che il profeta promette oggi a chi è nella prova, nella sofferenza. A chi è colpito dalla malattia, a chi è provato dalle conseguenze dell’età che avanza, a chi soffre per solitudine o l’abbandono. Fiducia. Affidamento. Evocazione sicura di un’immagine di speranza che deve essere legata alla situazione concreta di ciascuno: una guarigione, un ritorno di una persona cara, una riconciliazione attesa da troppo tempo, un tempo condiviso con una presenza amica. Ecco alcune delle declinazioni di «Gerusalemme» per la nostra vita”.

Mons. Tomasi ha ricordato il valore del prendersi cura reciprocamente, invitando a vivere le beatitudini e a portare gli uni i pesi degli altri. Non limitandoci, però, alle nostre sole forze. Importante la sua sottolineatura del valore del nostro sistema sanitario. “Fidiamoci delle conquiste della scienza e della medicina, e ringraziamo per ogni sforzo messo per la salute, per ogni ricerca che aumenta le nostre conoscenze, per ogni sforzo tecnologico che aumenta la capacità di affrontare ogni malattia. Ringraziamo per una politica di carattere sociale che ha saputo pensare e realizzare un sistema sanitario universale aperto a tutti. Ma allarghiamo lo sguardo, eleviamolo ampliando gli orizzonti, cerchiamo di incrociare tutti gli sguardi sino ad incontrare quello di Dio”.

Ed ecco, l’invito a “cercare Dio negli occhi degli ammalati, cerchiamolo negli occhi che a loro si avvicinano, dei parenti, degli amici, degli operatori socio-sanitari, negli sguardi degli infermieri, dei medici. Lasciamo che si apra quello spazio in cui sentiamo presente il Risorto che è tra noi, il Cristo medico delle anime e dei corpi. Lasciamo spazio a Colui che dà consolazione e speranza, Colui che muove e che tocca nel profondo della nostra esistenza, là dove rimane, sempre e comunque, la traccia indelebile della nostra eternità, per la quale siamo stati creati, voluti ed amati. Il luogo della sofferenza diviene luogo di rivelazione”. “Nulla è impossibile a Dio. Nulla ci è impossibile assieme a Lui, e con Lui insieme, tra noi. Alcuni guariranno, alcuni troveranno il balsamo della consolazione. Alcuni saranno forti di speranza, e vivranno la vita con l’intensità piena e sorprendente di chi sa e che sente che ogni istante dell’esistenza è momento di eternità”.

SEGUICI
EDITORIALI
archivio notizie
16/01/2025

Di per sé, l’idea di una “conversione missionaria” della parrocchia non è una novità, perché essa agita...

07/11/2024

Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...

25/10/2024

La morte ha la forza di farci riconsiderare le priorità della vita e, forse, di dare loro un po’ di ordine....

TREVISO
il territorio