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Solidarietà: a Treviso durante la pandemia è nata l'aps Passa Mani, fra vicine di casa

Nato come occasione per uscire dall'isolamento durante la pandemia, con laboratori manuali di vario genere, il gruppo si è poi costituito formalmente in un'Associazione di promozione sociale, con sede a Santa Maria del Sile, che ora si sta allargando sempre di più. 

23/12/2022

Laboratori di pasta, biscotti, di marmellate, di passata di pomodoro, di candele,  e tanto altro ancora: nasce a Treviso Passa Mani, una fucina di idee e creatività per stare insieme e fare del bene, mettendosi a servizio della comunità. L’associazione Passa Mani aps (associazione di promozione sociale) nasce ufficialmente il 19 giugno 2022 dopo alcuni mesi di attività di preparazione e sperimentazione, nei quali il numero di coloro che si sono aggregati e hanno trovato il loro spazio creativo è cresciuto in maniera importante. Sono, infatti, cinquanta le persone che, a oggi, fanno parte di questa nuova realtà. Il direttivo è composto da Silvia Basso, presidente; Andrea Mencattini, vice presidente, Martina Frasson, segretaria, e le consigliere Beatrice Finco e Francesca Canciani.

Passa Mani, il nome scelto per l’associazione, è una definizione molto identitaria. Prende spunto da un gioco veneziano e rispecchia ciò che avviene all’interno di questo gruppo: quando si lavora vicino e in sincronia, ci si passano le cose e si utilizzano le mani. La sede dell’associazione ha trovato ospitalità a Santa Maria del Sile, quartiere nella primissima periferia della città.

“La nostra sede è all’interno di un quartiere, ma siamo assolutamente aperti ad accogliere tutti coloro che sentano l’esigenza di provare a mettersi in gioco attraverso il lavoro manuale - dice Silvia Basso, presidente dell’associazione -. E non solo. Siamo profondamente convinti che lo stare insieme porti benessere, prevenendo situazioni di solitudine. Sensazione purtroppo diffusa e che abbiamo sperimentato tutti noi almeno una volta anche a causa del Covid”.

Passa Mani affonda le sue origini in piena pandemia, nel giugno del 2020. Cinque persone, vicine di casa, decidono di riunirsi per pensare insieme a mettere in atto nuovi strumenti di vita comunitaria. “Nel nostro primo incontro abbiamo sentito la necessità di fare rete, rafforzando le relazioni tra le persone. Condividevamo il desiderio di contribuire, attraverso le nostre proposte, a nuove forme solidali di produzione e consumo - prosegue Silvia Basso -. Dopo un anno circa, nel quale abbiamo riunito le idee, sono iniziati i primi laboratori. Abbiamo cominciato con i laboratori di cucina e cucito, nei quali abbiamo coinvolto anche diversi immigrati che vivono nel territorio, con l’intenzione di integrarli attraverso delle attività aperte a tutti”.

Diversi gli obiettivi che si propone di portare avanti l’associazione: in primis la socializzazione tra persone che incoraggi a stringere dei nuovi legami; e poi proporre nuovi modelli di solidarietà per venire in aiuto alle persone in difficoltà. Un aiuto che vuole essere concreto, andando oltre a un modello assistenziale, ma proiettandosi piuttosto verso una forma di aiuto reciproco tra pari. Infine, l’associazione Passa Mani si impegna per la realizzazione di un nuovo modello di economia di condivisione all’interno della comunità in cui sia possibile permettere delle forme di scambio e mutualità tra le persone e offrire delle opportunità di inserimento lavorativo.

“Per noi è molto importante anche che le persone possano esprimere il loro talento e le attitudini personali -  aggiunge la presidente -. La ricchezza della nostra associazione sta proprio nella diversità”.

Molte le attività proposte fino ad oggi: oltre ai laboratori, l’ultimo dei quali è quelle di produzione di candele, l’associazione si è attivata per mettere insieme un coro itinerante che si sposta nel periodo natalizio per cantare brani davanti alle case delle famiglie che abitano il territorio. Numerose sono state anche le occasioni per vendere i prodotti, frutto del loro lavoro e permettere in questo modo all’associazione di autofinanziarsi. “Il nostro desiderio è quello di crescere come gruppo e come individui - conclude Silvia Basso -. Puntiamo a fare in modo che i nostri laboratori diventino un’impresa di comunità. Ci piace l’idea che il nostro lavoro venga fatto insieme per il bene di tutti e della comunità. Ci crediamo moltissimo e per questo ogni piccolo gesto ci incoraggia ad andare avanti. Ricordo ancora il giorno in cui Franco Finco, che purtroppo non c’è più, ci ha portato un grandissimo pentolone anni cinquanta che veniva utilizzato in Seminario per cuocere la pasta. Poco prima della sua morte ha detto a sua figlia Beatrice, nostra socia, di donarcelo definitivamente. E’ stato molto emozionante. Perché sono proprio questi gesti che ci incoraggiano a proseguire nel nostro progetto”.

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