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Senza dimora, ma non senza memoria

Si è svolta lunedì a Treviso nel dormitorio di Via Pasubio il consueto appuntamento della "Notte dei senza dimora". Quest'anno vissuta con modalità diverse rispetto agli scorsi anni.

In occasione della Giornata mondiale contro la povertà promossa dall’Onu, lo scorso 17 ottobre anche Treviso, come diverse città italiane, ha promosso la Notte dei senza dimora. Quest’anno il fulcro della giornata non è stato tanto quello del dormire all’aperto, ma quello di segnare un momento di memoria e di raccoglimento.
Per la prima volta il dormitorio comunale di via Pasubio tra il 2015 e il 2016 non ha mai chiuso. L’apertura durante i mesi estivi è stata sostenuta economicamente dalla parrocchia di Santa Maria del Sile con l’aiuto delle parrocchie del centro e della Caritas. Dal 15 di ottobre invece è subentrato nuovamente il Comune con l’apertura invernale, anticipata dalle 20 alle 18.30 includendo anche il momento della cena.
In città si è passati dai 4 posti letto del 2013 ai circa 70 di oggi. Se all’epoca tante persone si rintanavano nei tuguri sfitti per passare la notte ora riusciamo a dare loro dignità e la possibilità di dormire in un letto, avere un pasto caldo, fare una doccia, o semplicemente lavarsi i denti, piccole cose, importantissime. “Con l’apertura estiva – ha spiegato Fabio Tesser operatore di strada della cooperativa La Esse, che gestisce il dormitorio comunale – ci siamo accorti di necessità e problematiche che prima non avevamo preso in considerazione. Con il caldo crescono i problemi legati all’igiene personale e alcune patologie peggiorano, per cui vediamo questa apertura annuale come una grande conquista, resa possibile dal coinvolgimento della comunità e della società civile. Senza presa in carico comunitaria infatti è probabilmente velleitario immaginare percorsi effettivi di inclusione sociale per moltissime persone senza dimora, specie per quelle esposte da più tempo alla vita di strada, o meno dotate di risorse culturali, sociali ed emotive”.
Nell’anno, da ottobre 2015 a settembre 2016, 166 persone sono passate per i dormitori della città, un centinaio delle quali è una presenza fissa nella città di Treviso, mentre le altre provengono da tutto il territorio provinciale e anche dalla zona del pordenonese, essendo quello di Treviso l’unico dormitorio comunale presente in tutta l’area.
Dei dati nazionali diffusi dalla Caritas si legge che sui quattro milioni e mezzo di poveri presenti in Italia circa 50 mila sono senza dimora. Stima tuttavia da ritoccare notevolmente al rialzo se consideriamo che comuni come Treviso, all’epoca del censimento, avevano fornito il dato del 2013, con un conteggio di 12 persone, un decimo della presenza reale in città.
Alla serata hanno partecipato il sindaco Giovanni Manildo, l’assessore alla partecipazione Liana Manfio, che ha voluto e realizzato il dormitorio, la cooperativa La Esse, Caritas, comunità di sant’Egidio, i ragazzi del centro sociale Django, che durante l’emergenza freddo mettono a disposizione 9 posti letto e un operatore del comune di Venezia che ha proposto di fare rete tra i due comuni per il monitoraggio dei flussi e degli spostamenti delle persone nel territorio.
Dalle riflessioni della serata Treviso emerge oggi, a soli tre anni di distanza da quando tutto questo lavoro di cooperazione e solidarietà sociale è iniziato, come modello positivo da imitare. Un modello partito dal basso, che ha coinvolto mondo dell’associazionismo, istituzioni e società civile e che è già molto avanti nella realizzazione di quelle linee di indirizzo diffuse dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali “per il contrasto alla grave emarginazione adulta”.
Il passo successivo sarà quello di tentare di reinserire alcune di queste persone, ove possibile, nel tessuto sociale. Per questo è necessaria la collaborazione di tutta la comunità. Nei tre anni sono passati per il dormitorio oltre 300 volontari e oggi chi lo gestisce rinnova l’appello a donare un po’ del proprio tempo. Chi fosse interessato può prendere contatto tramite Facebook o scrivendo un’e-mail a nottesenzadimora@gmail.com
La Notte è stata infine l’occasione per ricordare i 162 senza dimora morti in Italia tra il 17 ottobre 2015 e lo stesso giorno del 2016: “Abbiamo letto i nomi, nei casi in cui erano noti, e raccontato le storie di queste persone – ha concluso Fabio Tesser –. Alcune erano venete, cinque o sei li conoscevamo, uno era un ospite del dormitorio. E’ stato un momento molto toccante. Non si tratta di leggere un elenco, ma di ridare dignità grazie al ricordo”.

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