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Sebastiano Favero: "la nostra sensibilità tiene viva la memoria storica"

Il presidente dell'Ana nazionale, nato a Possagno, vivrà con emozione questa adunata che si tiene nella sua terra. Tra i ricordi della Grande Guerra e il presente fatto di tanti interventi per le persone in difficoltà.

Immaginatevi di giocare la finale di Champions League in casa. Succede poche volte, ma succede. E Sebastiano Favero, presidente dell’Ana nazionale dal 2013, nato a Possagno il 24 agosto 1948, questa Adunata la “gioca” davvero in casa.
Qualche novità in questa 90ª Adunata nazionale degli alpini - Adunata del Piave Treviso - l’ha già vista e apprezzata, in particolare la collaborazione di quattro sezioni per l’organizzazione (Treviso, Vittorio Veneto, Conegliano e Valdobbiadene) e di tante altre Amministrazioni comunali della provincia impegnate a preparare al meglio il territorio per l’arrivo delle penne nere.
Da tempo ornano le strade del territorio migliaia di bandiere tricolore, “simbolo di sensibilità che aiuta a tener viva la memoria storica”, sottolinea il Presidente. La città di Treviso aveva già ospitato l’Adunata nazionale nel 1967 e nel 1994, ma quella di quest’anno reca quest’assoluta novità: l’organizzazione congiunta dell’evento. I motivi di questa collaborazione si trovano nel territorio e nella storia: la Grande Guerra, di cui in questi anni si ricorda il centenario, si combatté tra Piave, Grappa e Montello e lungo il fiume sacro alla Patria si decisero le sorti del conflitto dopo la sconfitta di Caporetto. E’ ancora Sebastiano Favero a ricordarlo: “L’Adunata del Piave è una presa di coscienza civica, rappresenta l’Italia che si raduna e che condivide la positività dello stare assieme”. E per lui “uomo del Grappa”, come definisce se stesso, vivere l’adunata nel territorio trevigiano riporta alla mente i giorni in cui, da bambino, ascoltava i racconti di chi la Grande Guerra l’aveva vissuta. E sofferta. Ma, ci ricorda, “l’Adunata alpina non è solo occasione di festa, è un evento che ha il compito di trasmettere il senso di appartenenza al popolo italiano, di parlare ai giovani per far capire loro il senso del dovere, i compiti e i servizi a cui sono chiamati”. Tra i numerosi interventi delle penne nere, il presidente Favero ricorda lo sforzo silenzioso di coloro che si sono adoperati per prestare aiuto, recentemente, alle popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto: oltre ad essere fisicamente presenti nei luoghi colpiti dal sisma, gli alpini hanno raccolto finora, sul conto aperto dell’Ana, 1.500.000 euro.
Con l’augurio di trascorrere alcuni giorni in un territorio ricco di storia e di cultura, il Presidente conclude con un quadruplo evviva: “Viva Treviso, viva la Marca trevigiana, viva l’Italia e viva gli alpini”.

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