Solo eccentrico o anche pericoloso?
Quelle che molti ritenevano delle “sparate” un po’ eccentriche di...
Non c’è apparentemente punto di incontro tra Amministrazione trevigiana e cittadini di Monigo sul tema del quarto lotto della tangenziale. L’idea prevede il prolungamento dall’attuale svincolo della Castellana fino alla Feltrina, con un sottopasso carrabile su via del Comune e uno ciclopedonale su via Casette, proseguendo verso Lago Antille e sbucando di fronte all’Iper Lando. Obiettivo: alleggerire il traffico su Noalese, Feltrina e Put; lunghezza: tre chilometri; corsie: una per senso di marcia (originariamente erano due); costo stimato: 60 milioni di euro, 20 milioni al chilometro.
Una lunga storia
Voler risalire alla genesi del progetto – e relative discussioni – del quarto lotto implicherebbe sfogliare le pagine del calendario di parecchi anni, se non un paio di decenni. Nel frattempo sono successe molte cose: la popolazione trevigiana è aumentata, le aree cementificate pure (ed è evidente che laddove ci sono servizi, che siano residenziali, pubblici, commerciali o produttivi c’è anche traffico veicolare). Inoltre, è (o almeno dovrebbe) essere cresciuta anche una certa attenzione nei confronti dell’impatto ambientale delle attività antropiche e degli scarichi delle auto, oltre a essere per certo aumentati i costi delle materie prime e della manodopera. Per questo è inevitabile porsi l’interrogativo sull’attualità, ma ancora più l’efficacia, di un progetto come quello del quarto lotto. Amministrazione e residenti si sono trovati nuovamente faccia a faccia sul tema lo scorso 28 gennaio, con l’esito sostanzialmente negativo di una conversazione tra sordi, pure nel commentare la serata: da una parte è stata definita “sconfortante”, dall’altra “una buona occasione di confronto”. Lato Amministrazione comunale si procede, comunque, a spron battuto: conclusa la gara di appalto del progetto esecutivo, si apre il cantiere entro un anno, e, poi, circa quattro di lavori.
Il nodo dei costi
A saltare all’occhio sono soprattutto i costi, che, a oggi, non è chiaro da quali tasche usciranno. Secondo l’assessore Andrea De Checchi “sono soldi spesi bene. La capacità dell’opera di ridurre gli elementi di inquinamento e migliorare la qualità vita di un quartiere intero rendendo più fluido il traffico è decisamente superiore ai malefici, per quanto inevitabili, di un’opera di queste dimensioni”. Le opposizioni in Consiglio comunale – Coalizione civica e Pd – sono molto critiche sul tema. Alla memoria ritornano le parole dell’assessora regionale alle Infrastrutture, Elisa De Berti a proposito del Terraglio Est, nel 2019: “Spendere più di 40 milioni per tre chilometri di strada non so quanto sia opportuno”. Certo, il Terraglio Est non è la tangenziale, ma il mutatis mutandis viene abbastanza spontaneo. De Checchi, invece, insiste non solo sulla bontà del progetto, ma di questo in particolare, rivisto rispetto alla proposta avanzata anni prima, che vedeva un tratto nel territorio comunale di Paese, che, però, si è opposto strenuamente all’accoglimento dell’opera. “L’attuale sedime è il migliore - conferma De Checchi -, l’attuale progetto è nettamente migliorativo”. Stefano Pelloni, capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale, la pensa diversamente: “Questo non è il progetto migliore, ma un progetto sforbiciato da tutto quello che è difficile fare”.
Studi sul traffico
A preoccupare di più i residenti è la pressione che si verrebbe a creare sulla Feltrina, arteria non già facile di per sé, ma destinata solo a peggiorare. Ne è convinta una cittadina di Monigo, Marilena Rosada, ormai volto nodo anche all’Amministrazione, perché da quindici anni è impegnata e agguerrita sul tema: “Non serve a niente - commenta con stanca frustrazione - non si può davvero pensare che possa alleggerire il traffico sul put e sul centro, di fatto ne beneficerebbe (e neanche di molto) solo la percorrenza sulla Noalese”. Motivo per cui i cittadini di San Giuseppe, invece, aspettano da molto tempo il progetto. “Ma è solo una questione di consenso - precisa Rosada -, e, infatti, con noi l’Amministrazione prima di oggi non ha mai fatto una riunione, con San Giuseppe sì. Io ho fatto una richiesta forte e chiara di coinvolgimento: mi è stato promesso, ma mai mantenuto”. Anche Pelloni crede quella del coinvolgimento la via maestra: “Non sono contrario al quarto lotto a prescindere, ma è necessario mettersi al tavolo con il Comune di Paese per rivalutare il percorso, poi, con i quartieri nord per definire come gestire il traffico, infine, con il quartiere, per valutare le opere di mitigazione e compensazione necessarie per evitare che il traffico semplicemente si sposti su altre strade, e quindi va contemplato un macroambito che ripensi nell’insieme la mobilità del quadrante”. Anche Calesso invita a uno sguardo più ampio: “Non è ragionevole pensare che l’autoveicolo privato rimanga il mezzo di trasporto preferito: bisogna rendere il trasporto pubblico conveniente e comodo”.