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Profughi: la Caritas gestisce l'accoglienza temporanea a Paderno

I quaranta profughi sbarcati nei giorni scorsi a Lampedusa e arrivati nella Marca sono per il momento a Paderno di Ponzano. Prefettura e Comune stanno cercando una soluzione più stabile entro venerdì. Il direttore Caritas. "Sono tutti tranquilli e collaborativi". Manildo: " Fuori luogo i toni propagandistici".

Sono tutti giovanissimi i 40 profughi arrivati nel territorio trevigiano sabato notte. Dopo il loro arrivo a Lampedusa ad inizio settimana, sono stati trasferiti in aereo a Verona e di lì in corriera fino a Treviso. Ora sono accolti provvisoriamente nella sala parrocchiale di Paderno di Ponzano, messa a disposizione dal parroco don Aldo Danieli. Hanno intorno ai 20 anni e provengono per  la maggior parte dalla Somalia e da altre zone dell’Africa centrale: tra loro una sola donna, poco più che ventenne. Alcuni di loro stanno viaggiando da più di 2 mesi: affidando il loro destino nelle mani di organizzazioni criminali, hanno attraversato il Sahara sono arrivati sulle coste del mediterraneo. Da lì, dopo un’estenuante attesa hanno affrontato 5 giorni di traversata per approdare fortunosamente a Lampedusa.

Scrive la Caritas tarvisina in una nota: "Dai loro occhi, oltre alla stanchezza fisica, traspare il senso di smarrimento e di sofferenza per l’esperienza e le condizioni disumane a cui sono stati sottoposti. Di certo per il momento c’è solo che fino a giovedì rimarranno ospiti presso la sala polifunzionale della parrocchia di Paderno, messa a disposizione da Don Aldo, con il supporto operativo della Caritas Tarvisina e dei suoi volontari. Le istituzioni stanno ancora verificando il luogo di destinazione che li ospiterà a partire da venerdì. In queste ore i ragazzi – perché di ragazzi si tratta - hanno ricevuto le prime cure mediche da cui si evince che il loro stato di salute è buono salvo una forte spossatezza e disidratazione. Sulle ferite psicologiche ci sarà parecchio da lavorare. Sono tutti estremamente tranquilli e collaborativi: coadiuvati dai volontari Caritas, si sono resi autonomi nelle pulizie degli spazi che li stanno accogliendo, così come nella routine della gestione di numerosi aiuti che stanno arrivando dal territorio (cibo, vestiario). Per chi volesse contribuire in prima persona, è possibile registrarsi compilando il modulo alla pagina http://wordpress.diocesitv.it/diventa-volontario/  del sito di Caritas Tarvisina. Tutti gli aggiornamenti verranno pubblicati nell’area stampa del sito Caritas www.caritastarvisina.it".

Intanto anche il sindaco Giovanni Manildo, reduce da un vertice in prefettura, tenutosi oggi fa sapere la sua posizione, dopo la richiesta di trovare accoglienza partito dalla Prefettura e gli ormai consueti attacchi della Lega Nord: "Treviso sta facendo la sua parte. I toni propagandistici della Lega non servono. Credo sia più utile per tutti, per le persone arrivate nel nostro territorio così come per la nostra comunità, assumere un atteggiamento concreto e costruttivo davanti all’emergenza. Da due giorni gli assessori al sociale Liana Manfio e alla protezione civile Ofelio Michelan stanno individuando, insieme agli organi preposti, delle misure seppur temporanee per l’accoglienza”. Continua il sindaco: “Ringrazio quanti, come il parroco di Paderno Don Aldo, si sono subito attivati per dare alloggio a queste persone. Ancora una volta il tessuto sociale della nostra provincia si dimostra più concreto e attento di certa politica”.
“La richiesta di ospitare queste persone è arrivata dal Ministero. Ci siamo dunque trovati a dover gestire necessariamente la situazione – fa sapere l’assessore alla protezione civile Ofelio Michielan – ma stiamo cercando di farlo nel modo miglior possibile per tutti”.
Questa mattina infatti presso la Prefettura si è tenuto un altro vertice dal quale sono emerse nuove soluzioni per l’accoglienza: 4 profughi verranno accolti dalla Caritas di Treviso, 3 troveranno un posto presso la cooperativa Alternativa, mentre il Comune di Silea attraverso il sindaco Silvano Piazza si è detto disponibile a dare ospitalità ad altre persone. “Anche l’Israa si è detto disponibile - fa sapere l’assessore Manfio – anche se non è stato definito il numero esatto delle persone che potranno alloggiare presso una delle sedi dismesse. Certo, la speranza è che possano essere accolti tutti. Il Comune non dispone di stabili idonei, ma si sta impegnando per trovare delle soluzioni”.
In un primo momento infatti era stato valutato di destinare all’accoglienza una parte della Dogana. Ipotesi scartata dopo il sopralluogo effettuato questa mattina dall’assessore Michielan insieme ai tecnici comunali.

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