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Noalese, che impatto per il nuovo centro commerciale!

Lo scorso 7 giugno è stato presentato al pubblico il progetto di ristrutturazione ad uso commerciale dell’area ex Marazzato, ex concessionaria Mercedes- Sartori, ex Sperotto sulla strada Noalese. Un nuovo centro dunque sorgerà all'ex Marazzato in zona già provata dal traffico del vicino aereoporto. Il Comune rassicura, ma non mancano le voci critiche. 

Lo scorso 7 giugno è stato presentato al pubblico il progetto di ristrutturazione ad uso commerciale dell’area ex Marazzato, ex concessionaria Mercedes- Sartori, ex Sperotto sulla strada Noalese.
Il progetto depositato in Comune e in Provincia dal gruppo Alì prevede il rifacimento di 14.500 metri quadri dell’area a fini commerciali. Un nuovo centro commerciale, dunque, che sorgerà in un zona già provata dal traffico derivante dalla presenza della tangenziale e dell’aeroporto. Della destinazione degli spazi ad oggi, mentre si attende il nulla osta dalla Provincia per l’impatto ambientale, si sa ancora poco ed è sicuro solo che 2.500 mq saranno dedicati all’ipermercato dell’azienda.
Per la realizzazione del polo commerciale sono stati presentati anche i progetti di aggiustamento della viabilità, che prevedono un ingresso diretto dalla tangenziale attraverso una bretella, la realizzazione di una rotonda per l’ingresso dalla Noalese e l’allargamento della strada. Vista la sostanziale coincidenza tra le necessità di modifiche alla viabilità del gruppo Alì e del masterplan di Save per lo sviluppo dello scalo aeroportuale che si trova dall’altro lato della strada, si presume che le due società collaboreranno alla realizzazione di lavori che dovrebbero aiutare il decongestionamento del traffico.
Rebus viabilità
“Un centro commerciale – commenta Giancarlo Zuliani, consigliere comunale del Pd trevigiano residente a san Giuseppe – sarà una fonte attrattiva per il traffico in una zona già oberata. Le regole vigenti non ne vietano la costruzione, per cui è necessario che il rifacimento della viabilità venga studiato in maniera intelligente. Il problema tuttavia non può essere risolto con piccole infrastrutture, è allo studio della commissione territorio del Comune un progetto più ampio, che tuttavia è ancora segretato”.
Progetto più ampio che probabilmente implica la realizzazione del IV lotto della tangenziale e che per l’assessore allo sviluppo con delega alla grande viabilità Paolo Camolei deve continuare con il quinto e il sesto lotto, che andrebbero a creare un anello in grado di spostare il traffico all’esterno della città. Ipotesi che rimangono per ora tali, visto che attualmente continuano a non esserci fondi stanziati da parte della Regione Veneto.
A sollevare le perplessità sul traffico, soprattutto nella già congestionata san Giuseppe, e la sicurezza anche la consigliera Maristella Caldato: “I permessi per la nuova edificazione commerciale sono stati rilasciati a luglio 2014 quando già il Comune aveva in mano tutte le carte del piano di rischio dell’aeroporto, che però è stato approvato in Consiglio comunale solo a settembre. Nel piano di rischio la zona è individuata soprattutto in fascia D, cioè in una fascia in cui bisogna evitare, per la sicurezza dei cittadini, gli insediamenti commerciali a forte concentrazione edilizia. Così ora l’area si trova in una zona dove non sarebbe possibile creare un centro commerciale, ma i permessi sono stati dati prima per cui non si può più fare nulla. I lavori previsti non risolveranno i problemi legati al traffico”.
Commercianti preoccupati
Le preoccupazioni sollevate dopo la notizia arrivano soprattutto dal fronte traffico e viabilità, ma non solo. Infatti è la prima volta che si dà il permesso per la costruzione di un centro commerciale nella città di Treviso e i commercianti del centro temono un crollo drastico delle loro attività.
“La realtà – ha spiegato Renato Salvadori, presidente di Confcommercio Treviso – è che oggi la proposta commerciale in città va oltre le capacità di risposta della popolazione. I dati statistici ci dicono che la distribuzione commerciale a Treviso, cioè le superfici dedicate ad attività commerciali, sono più alte (1,3 volte) rispetto alla media nazionale. Inoltre la popolazione invecchia e il centro storico si spopola. La città soffrirà per questa decisione. Non vedo politiche di rilancio, servirebbero azioni di marketing volte oltre che a portare i turisti, a trasformarli in consumatori, proponendo in rete i prodotti tipici del territorio. Invece la parte commerciale del comune non dialoga con quella urbanistica, si pensa sempre che pur di eliminare i buchi neri qualsiasi soluzione vada bene, e che la migliore sia quella commerciale, ma non è così”.
In tutto ciò tanta di gettare un po’ di acqua sul fuoco l’assessore Camolei: “Mi fa piacere che siano tutti preoccupati del progetto prima ancora di vedere cosa sarà. Non si sa che negozi ci saranno nell’area, ma posso dire che non saranno negozi di piccole e medie dimensioni che possono fare concorrenza ai negozi del centro, più probabilmente sarà un polo della grande distribuzione, posso ipotizzare qualcosa che riguardi gli elettrodomestici, aspettiamo di vedere prima di creare allarme. Inoltre vorrei precisare che le autorizzazioni commerciali esistevano già con le vecchie attività dell’area, molto prima che si insediasse la nostra Giunta, ora è stata fatta solo una modifica per portare il commercio all’interno anziché all’esterno. Non è mai stata una nostra volontà quella di creare grossi poli commerciali in città e anche se ci fosse stata una volontà ci sarebbero state aree meno impattanti, ma ad oggi non possiamo impedirlo, tuttavia possiamo fare quello che è in nostro potere per per rendere meno invasivo possibile l’impatto con il territorio”.

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