sabato, 16 novembre 2024
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"Io maestra di coro tra gli Alpini"

La musicista Francesca Gallo racconta la propria esperienza alla guida del coro alpino della sezione di Preganziol e spiega come si sono preparati all'Adunata del Piave.  

Conoscendo la loro storia, non sarà stato facile per gli alpini accettare che le donne entrassero nel loro mondo, che fosse una donna a comandare, a dire loro cosa fare, fosse anche solo all’interno di un coro. Eppure, Francesca Gallo da un anno e mezzo dirige il Coro alpino della sezione di Preganziol e quella trevigiana sarà la sua seconda adunata nazionale, dopo Asti nel 2016. Una terza è già in programma, Trento, l’Adunata che chiuderà il centenario della Grande Guerra. L’abbiamo incontrata nella sua bottega, come ama definirla, in cui produce artigianalmente fisarmoniche, e ci ha raccontato cosa significa essere una donna che dirige un coro alpino. Non sono molte in Italia, lei è la sola nella sezione di Treviso, altre donne dirigono i cori di Mesulano-Cordignano, Gaiarine.
Quali difficoltà hai incontrato alla guida di un coro maschile, per giunta alpino?
Le normali difficoltà che s’incontrano nell’instaurare una relazione uomo-donna vengono, all’interno del coro, amplificate. Non è facile gestire un gruppo di uomini già consolidato, per di più se alla guida c’è sempre stato un uomo, ma pian piano, con lavoro e determinazione, siamo cresciuti insieme, mi hanno accettata e nel coro ho davvero trovato una famiglia. Per fare il maestro di un coro alpino devi essere alpino dentro, dimostrare di avere spirito, di saper aggregare, fare squadra ed essere leader non soltanto nel momento in cui dirigi il coro. C’è anche da dire che il coro di Preganziol è abbastanza giovane (i trenta componenti hanno tra i 45 e i 50 anni) e quindi è stato più semplice legare: è questione di incontro, un maestro, per quanto sia bravo, non va bene ovunque. Abbiamo imparato a lavorare assieme e la partecipazione di tutti diviene fondamentale per la costruzione di qualsiasi cosa. Il mio primo anno di lavoro è stato, si può dire, di addomesticamento ed è terminato con l’Adunata dello scorso anno ad Asti e dato il successo ho deciso di continuare, a maggior ragione perché quest’anno l’adunata è qui a Treviso, nella mia città. Poi  mi hanno detto che non posso abbandonarli per Trento e quindi stiamo già programmando.
Come hai incontrato il coro alpini di Preganziol?
Da settembre 2015 sono diventata maestra del coro, anche se l’ho sempre seguito dato che mio padre e mio nonno, prima di lui, erano alpini. Si può dire che il coro di Preganziol ed io siamo nati assieme, è infatti stato fondato nel 1976 dall’iniziativa di alcuni giovani alpini guidati dal maestro Angelo Smeazzetto  che, in un certo senso, mi ha lasciato la sua eredità.
Quante volte vi incontrate per provare e a che tipo di eventi partecipate, al di là delle adunate annuali?
Da settembre a giugno ci incontriamo per le prove una volta a settimana e ci siamo posti un limite di due concerti al mese. Partecipiamo, al di là delle adunate, a tutti gli eventi sociali del paese dove il coro è chiamato a essere presente, in quanto anche Preganziol non ha una propria banda. Inoltre, essendo io dentro al mondo della musica, ricevo richieste un po’ da tutta Italia ed essendo un coro giovane è più facile spostarsi e organizzare trasferte. Siamo, effettivamente, molto impegnati.
Qual è il repertorio di un coro alpino?
Generalmente ci si concentra sui canti di guerra, i canti alpini tradizionali e quelli di autori fino alla Seconda guerra mondiale, ma ogni luogo ha un proprio repertorio tipico che viene tramandato. Il nostro proposito ora è quello di recuperare i canti trevigiani, stiamo lavorando sui vecchi lavori di Sante Zanon per riportare alla luce un insieme di canti meravigliosi che generalmente non vengono eseguiti perché poco conosciuti. E’ interessante vedere come, appena ci addentriamo in questo repertorio, emerga una sonorità tipica trevigiana che porta nella mente di tutti ricordi di infanzia e di gioventù.
Che cosa è stato preparato per l’Adunata di Treviso?
Innanzitutto l’adunata di Treviso sarà un festival della coralità. Per la prima volta saranno presenti tutte e quattro le sezioni, i 14 cori si sono riuniti per fare assieme un cd e lo stesso hanno fatto le fanfare. Inoltre è stato indetto un concorso, “Una canzone per l’Adunata”, per rinnovare il repertorio e dare spazio ai giovani compositori. Per la prima volta, poi, ogni coro ha scelto quattro rappresentati che sono andati a formare il Coro dei cori che grazie alla guida del direttore artistico dell’Adunata, il maestro Ettore Galvani, è riuscito a preparare un vasto repertorio di canti. Per quanto riguarda i giorni dell’Adunata, giovedì sera ci sarà il concerto a Preganziol, venerdì invece saremo presenti nei paesi limitrofi e sabato nel comune (dentro e fuori le mura della città). La novità assoluta dell’adunata di quest’anno saranno i concerti di mezzanotte, Notte di note: 115 cori, dopo aver cantato in 43 luoghi, si ritroveranno in undici piazzette della città per intonare i canti insieme alla gente. Sarà questo il momento in cui emergerà lo spirito goliardico che da sempre caratterizza gli alpini.

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