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Il vescovo in Consiglio comunale a Treviso: "Qui si cercano le ragioni del Bene comune"

“La pandemia e la guerra - ha proseguito mons. Tomasi - ci hanno fatto capire il bisogno di sostegno reciproco e solidarietà, di sussidiarietà. Abbiamo scoperto e continuiamo a scoprire che, senza il faro della dignità umana, la società è esposta a forme di disgregazione e all’arbitrio del più forte. La guerra ne è l’esempio più drammatico. Scopriamo il bisogno di istituzioni internazionali che facciano prevalere diplomazia, politica e diritto e che anche a livello locale sono decisive per la democrazia”.

13/04/2022

“Grazie alle regole della democrazia, qui le parole vedono riconosciuta la loro importanza, e realizzata la loro capacità innata di creare e generare nuova vita, vita buona”. Una cosa da non dare per scontata, soprattutto in questi tempi, in cui si assiste nuovamente a una guerra in Europa. E’ questo li messaggio che il vescovo Michele Tomasi ha voluto portare al Consiglio comunale di Treviso, martedì 12 aprile. Una visita semplice e cordiale, ma al tempo stesso importante e senza precedenti, almeno recenti. Il Vescovo è stato accolto dal presidente del Consiglio comunale, Giancarlo Iannicelli, e dal sindaco Mario Conte, oltre che dall’applauso unanime di tutti i consiglieri.

L’idea era quella di condividere una riflessione in vista della Pasqua e alla luce del momento storico che vede la guerra alle porte dell’Europa.

Il presidente Iannicelli ha parlato della consapevolezza, da parte di tutti i consiglieri, della responsabilità dell’attuale contesto, non nascondendo che quello in corso è un “mandato difficile”, contrassegnato dalla pandemia e ora dalla guerra.

Il sindaco ha ringraziato il Vescovo per essere “una guida attenta per tutti noi, sempre pronta a dare parole di sostegno a chi amministra, in un momento particolarmente difficile, anche dal punto di vista sociale, come quello che abbiamo vissuto”.

Quindi, il saluto di mons. Tomasi.

“Sono onorato - ha esordito - di essere cittadino di Treviso dal 2019. Noi non pensiamo a quanto sia veramente importante il ruolo delle istituzioni e la delicatezza delle scelte. Qui in Consiglio Comunale succede qualcosa di importante e in questi giorni mi accorgo quanto in sedi come questa alle parole venga riconosciuta la loro vera importanza”. Le parole, il dibattito, le decisioni condivise in vista del bene comune. Sono i passaggi quotidiani, nel lavoro del Consiglio, sottolineati dal Vescovo.

“Sono tutt’altro che chiacchiere - ha spiegato mons. Tomasi -, nascono da una parola interiore che è riflessione che è frutto di incontro e di dialogo. Questa parola interiore è la capacità tutta umana di guardare al reale, di guardarlo non soltanto come singoli, ma anche come collettività, è la capacità di cogliere nelle cose, nelle situazioni, nelle sfide del tempo, un appello rivolto alla responsabilità di ciascuno e di tutti. E’, soprattutto, la capacità di condividere la narrazione di un vissuto, che pone domande rispetto ai bisogni e domande rispetto al senso profondo dell’esistenza, della condivisione, della convivenza”.

L’ascolto “si fa poi interpretazione e infine progetto”, in una “condivisione paziente, alle volte forse anche concitata, ma sempre leale dei progetti”. E “il percorso che si svolge in quest’aula è il continuo ricercare delle ragioni di un bene comune nella convinzione profondamente umanistica, fondata nella bontà originaria, anche se spesso distorta dal male, della persona umana, che è possibile giungere a far dialogare gli interessi, per il bene di tutti, in modo pacifico”.

Continuare a credere in tutto ciò e custodire luoghi come un Consiglio comunale, “è il baluardo più sicuro per la difesa dei valori della pace”.

Anche la Chiesa di Treviso, ha assicurato il Vescovo, si mette a disposizione per questo lavoro comune, dentro a ciascun ruolo e nella giusta autonomia, in quello spirito di condivisione della storia e delle vicende umane ben definito dalla Gaudium et Spes. “La pandemia e la guerra - ha proseguito mons. Tomasi - ci hanno fatto capire il bisogno di sostegno reciproco e solidarietà, di sussidiarietà. Abbiamo scoperto e continuiamo a scoprire che, senza il faro della dignità umana, la società è esposta a forme di disgregazione e all’arbitrio del più forte. La guerra ne è l’esempio più drammatico. Scopriamo il bisogno di istituzioni internazionali che facciano prevalere diplomazia, politica e diritto e che anche a livello locale sono decisive per la democrazia”.

Nel dibattito della società civile, “la voce della comunità cristiana non si eleva come quella di un centro di interesse o di potere, se non per tentare di prendere le parti dei più poveri, dei più esclusi, dei più emarginati: se la nostra voce si eleva per dare luogo a voce, prego tutti di ascoltare almeno le nostre ragioni. So che troverò tutte e tutti voi accanto in questo impegno”.

In tale contesto, preziose sono le indicazioni che giungono dall’enciclica Fratelli tutti, sulla carità politica, sull’amicizia e sulla carità sociale, sull’attenzione a scelte di lungo periodo, pensando al futuro delle nuove generazioni.

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